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Dopo il Prosecco, tocca all’aceto balsamico rischiare di veder nascere una brutta copia di se stesso e questa volta la battaglia in vista per la tutela del prodotto è con la Slovenia.
«Giù le mani dal nostro aceto balsamico — ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna — e più in generale dalle nostre produzioni Dop e Igp. In particolare tre delle nostre eccellenze, l’aceto balsamico di Modena Igp e le Dop degli aceti balsamici tradizionali di Modena e Reggio Emilia — ha spiegato Bonaccini — subiscono la possibilità lasciata alla Slovenia di produrre un proprio “aceto balsamico”. Questa concessione va assolutamente bloccata perché incompatibile con la tutela dei nostri prodotti, fraudolenta nei confronti dei consumatori e nefasta verso i produttori. Evocare le nostre denominazioni è inaccettabile».
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Secondo Bonaccini, «per rispettare i produttori che nelle rispettive zone d’origine hanno creato un patrimonio di qualità e tradizione, frutto di antichi saperi e dedizione, investimenti e tanto lavoro, è dunque necessario impedire che nomi così popolari siano utilizzati aggirando la protezione che assicurano le regole sulle Dop e Igp. La qualità dei processi produttivi, dei rigorosi disciplinari di produzione e delle materie prime, a tutela di produttori e consumatori, non può essere richiamata a parole o nei convegni, ma va protetta con i fatti».
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La competenza è dell’Unione europea, «Che su questo non può fare alcun passo indietro — ha aggiunto il presidente della Regione — non è possibile snaturare le regole di qualità che si è data né interpretare in altro modo quanto già affermato dalla Corte di giustizia. Chiediamo quindi al Governo e al ministero delle Politiche agricole di attivarsi al più presto, garantendo il massimo appoggio della Regione Emilia Romagna, insieme al Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena. Anche per evitare — conclude Bonaccini — che si creino pericolosi precedenti, anticamera di future imitazioni dei prodotti Dop e Igp italiani».