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    DOPO L'ASCESA E IL TRAMONTO DELL'APP “POKEMON GO”, LE CARTE “COLLEZIONABILI” DEI MOSTRICIATTOLI GIAPPONESI TORNANO A MACINARE SOLDI: NE SONO STATE VENDUTE PIÙ DI 20 MILIARDI - IL LORO SEGRETO? LA SOCIALITÀ - ATTORNO A QUESTI GIOCHI DI CARTE SI SVILUPPANO INTERE COMUNITÀ (E SONO REALI NON VIRTUALI, COME I SOCIAL NETWORK)


     
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    Federico Cella e Michela Rovelli per il Corriere della Sera

     

    pokemon sulla metro pokemon sulla metro

    Dai videogiochi ai cartoni animati, fino alle più recenti applicazioni, i Pokémon piacciono sempre e piacciono da oltre vent' anni: nati nel 1996, sono sbarcati prima sul Game Boy, poi in tv e sullo smartphone.

     

    Uno dei più grandi successi è il lato «analogico», quello delle carta da gioco collezionabili. Che non conosce cali, al contrario della più recente (e digitale) Pokémon Go , l' app che sfrutta la realtà aumentata per cacciare i mostriciattoli nel mondo reale e collezionarli all' interno di un Pokédex versione «mobile».

     

    Battuti tutti i record la scorsa estate, il trionfo è durato poco. E i 28,5 milioni di utenti unici registrati ogni giorno a luglio 2016 sono diventati 5 milioni nel giro di un anno, dicono i dati ComScore. Una delle sfaccettature di questo mondo, creato dall' informatico giapponese Satoshi Tajiri, che sembra invece continuare a crescere, senza nessuna nota di crisi, è quello delle carte da gioco collezionabili.

     

    POKEMON GO POKEMON GO

    Che riproduce le battaglie tra allenatori di Pokémon attraverso schede in carta plastificata. Un passatempo dei più tradizionali, dove gli avversari si mettono uno davanti all' altro, faccia a faccia, e schierano i «fantastici» combattenti, procurano loro l' energia necessaria per attaccare e si lasciano aiutare da «poteri» speciali attraverso le carte «Trainer».

     

    Se da una parte il loro successo costante è da legare ai protagonisti - i Pokémon - ormai simboli iconici per più di una generazione, dall' altra il motivo per cui sono state vendute più di 20 miliardi di carte, in 78 diverse espansioni, e tradotte in 12 lingue, è il sistema stesso del gioco. «Uno dei lati fondamentali è proprio la collezionabilità - spiega Yuji Kitano, producer delle Pokémon Trading Card alla Pokémon Society - le persone amano il fatto che queste carte si possano tenere in mano, come se fosse un Pokédex fisico.

     

    pokemon 2 pokemon 2

    Poi ci sono gli scambi, la comunicazione con il proprio avversario». E se le carte dei Pokémon rimangono tra le più vendute, non sono le uniche a vivere un successo pluridecennale. A dimostrazione del fatto che non è solo il tema che conta. Ma è proprio la struttura del gioco a funzionare.

     

    Le prime a nascere sono state le Magic , nel 1993, create dalla mente dello studente universitario Richard Garfield, hanno dettato le regole ai successori. Nowadays Magic stima che siano 20 milioni le persone nel mondo che continuano a utilizzarle. E il loro segreto è la «socialità».

     

    POKEMON GO POKEMON GO

    Attorno a queste carte si sviluppano amicizie, negoziazioni per accaparrarsi quelle più preziose, infinite discussioni per decidere quale sia lo scambio che più conviene e ore confronti per costruire la strategia adottare per vincere. Più avanti, nel 1999, sono arrivate anche quelle di Yu-Gi-Oh! .

     

    Secondo la sua casa editrice, la giapponese Konami, dieci anni dopo ne erano state vendute oltre 22 miliardi in tutto il mondo. Altri esempi, con minore fortuna e andati fuori produzione, sono quelle di «Star Wars», «Vampire» o «Lord of the Rings». Sono giochi «analogici», che non temono nuove sfide. Attorno a queste schede colorate si sviluppano intere comunità, eventi e tornei «da tavolo». Di cui non mancano le versioni digitali, ovvero gli eSports. Il campione in questo caso è Hearthstone della Blizzard. Sia come app per smart-phone e tablet, sia su pc, il funzionamento è lo stesso ma «virtuale». Alla base del gioco c' è l' universo del videogame World of Warcraft .

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    Le carte collezionabili adattate alla dimensione 2.0. Un successo raggiunto in modo molto più rapido se si pensa che la piattaforma è stata lanciata nel 2014 e già conta 70 milioni di utenti registrati, nonché tornei - come quello le cui finali si disputano in questi giorni - dove in palio ci sono 300mila dollari.

     

    Un filone seguito da altri giochi fantasy di successo. E che continuano a uscire: atteso nei prossimi mesi, ad esempio, Gwent , che discende dal videogioco The Witcher 3 . Le meccaniche sono le stesse, le macro-regole anche. Si perde però il contatto umano. Che se può essere compensato, sì, con le sfide online, ma non può replicare la magia del momento di scambio delle doppie, alla ricerca del mazzo perfetto.

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