Norbert Hofer
Marco Gorra per “Libero quotidiano”
Il vento del trumpismo soffia forte sull' Europa. E di qui a qualche mese potrebbe trasformarsi in un vero e proprio uragano, con effetti clamorosi sulla politica continentale e, conseguentemente, sugli equilibri mondiali. Di seguito il calendario degli appuntamenti elettorali che potrebbero cambiare il volto del Vecchio continente virandone la rotta bruscamente verso destra.
13 novembre, Bulgaria. Secondo turno delle elezioni presidenziali. Il primo è stato stravinto da Rumen Radev, curiosa figura di ex generale dell' Aeronautica ed alfiere del filo-russismo (che in un Paese della fu Oltrecortina ha già del soprannaturale). Il bello è che Radev è socialista, ma è sostenuto dalla galassia dei partiti putiniani di destra.
MARINE LE PEN 3
Se, come tutti i sondaggi prevedono, il nostro dovesse assicurarsi la vittoria finale, il governo guidato dal popolare Boyko Borisov si vedrebbe costretto a fare fagotto ed indire elezioni politiche anticipate, il cui risultato difficilmente arriderebbe al fronte moderato.
4 dicembre, Austria. Ripetizione delle elezioni presidenziali. Dopo la cancellazione per sospetti di brogli della tornata precedente (vinta dal verde Alexander Van der Bellen), i pronostici sono concordi nel favorire lo sfidante Norbert Hofer, candidato dell' iper-conservatore Partito della Libertà ed alfiere di una politica a base di linea dura sulla questione migratoria e di approccio incompromissorio sulle questioni riguardanti i rapporti con la Ue.
Geert Wilders
Data da stabilire, Danimarca. Elezioni politiche anticipate. Gli analisti sono unanimi nel non dare al governo di sinistra guidato da Lars Løkke Rasmussen più di qualche mese di sopravvivenza e nel considerare inevitabile il ricorso alle urne anticipate. In vista delle quali i sondaggi non cessano di registrare la crescita dei conservatori del Parito del popolo danese, la cui leader Kristian Thulesen Dahl ha messo al primo punto della propria agenda l' indizione di un referendum modello britannico per uscire dalla Ue.
15 marzo, Paesi Bassi. Elezioni politiche generali. Il Partito della libertà di Geert Wilders è dato testa a testa con i Popolari del premier in carica Mark Rutte. Difficile dire se il Trump olandese (e le somiglianze vanno al di là dei capelli) riuscirà ad andare al governo in prima persona, ma di sicuro non sarà possibile mettere in piedi una maggioranza parlamentare senza trovare un accordo con lui.
GLI ANTI EURO DI ALTERNATIVE FUER DEUTSCHLAND
23 aprile, Francia. Primo turno delle elezioni presidenziali. Senza dubbio l' appuntamento più importante del mazzo. Le possibilità che ad imporsi sia la leader del Front national Marine Le Pen sono più che concrete: nel caso, si avrebbe un' esponente della destra anti-Ue alla guida di uno dei principali Stati membri della medesima Ue. E un conto è se compare un capo di Stato ostile all'Unione in qualche Paese secondario dell' Est, un altro conto è se compare all'Eliseo. Uno scenario che agita i sonni di Bruxelles e per scongiurare il quale - c' è da scommetterci - nei prossimi mesi la Commissione impiegherà tutta la potenza di fuoco a disposizione.
bernd lucke fondatore alternative fuer deutschlland
27 agosto, Germania. Elezioni federali. Ovvero il banco di prova per la politica migratoria iper-inclusiva della cancelliera Angela Merkel. Politica che nell' ultimo periodo è andata alienando un numero sempre maggiore di elettori e di cui beneficerà il nuovo partito conservatore di Alternativa per la Germania, il cui obiettivo minimo è l'ingresso nel Parlamento nazionale ma che potrebbe togliersi soddisfazioni ben maggiori.
Ottobre, Repubblica Ceca. Elezioni politiche. Fari puntati sul magnate dei media e ministro delle Finanze Andrej Babiš, il cui partito Azione dei cittadini insoddisfatti ha trionfato alle recenti elezioni amministrative. I sondaggi nazionali lo danno già avanti di dieci punti rispetto agli avversari socialisti nella corsa per diventare primo ministro.