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Stefano Boldrini per “il Messaggero”
L'opinione pubblica in Scozia in questi giorni è divisa su due fronti: da un lato l'allarme lanciato dalla segretaria delle Finanze, Kate Forbes, secondo la quale il buco da 3,5 miliardi di sterline del bilancio costringerà il governo di Edimburgo in tempi già segnati dal carovita ad alzare le tasse o a ridurre servizi sociali essenziali, mentre dall'altro c'è enorme attesa per la gara di domani sera allo stadio Hampden Park di Glasgow contro l'Ucraina, semifinale playoff mondiale.
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Il vincitore affronterà in finale il 5 giugno a Cardiff il Galles: dopo 24 anni di assenza dal palcoscenico iridato, il gruppo guidato da Steve Clarke intravede la possibilità di partecipare al torneo in Qatar.
SOUNESS TIFA GIALLOBLU
graeme souness
Eppure, c'è chi in Scozia tiferà per l'Ucraina, sbarcata ieri sera a Glasgow con 25 giocatori e mobilitata da marzo, dopo l'invasione russa del 24 febbraio e tre mesi di morti, distruzione, orrori. Graeme Souness, ex centrocampista di Liverpool, Sampdoria e Rangers, 54 presenze in nazionale, oggi opinionista Sky ed editorialista del Times, ha dichiarato: «Tiferò per l'Ucraina. Vorrei che andasse al mondiale e vincesse il torneo. Di fronte a una guerra come quella in corso, bisogna mettere da parte i nazionalismi e pensare al bene comune. Non vorrei essere nei panni di un giocatore scozzese nella gara di domani».
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La Scozia europeista, che ha votato compatta contro la Brexit, ha manifestato più volte il sostegno all'Ucraina, ma affrontarla ora, come avversaria nella semifinale del mondiale di calcio, crea un certo imbarazzo.
La selezione ucraina ha vissuto ovviamente mesi tormentati. Si è allenata in un centro tecnico in Slovenia messo a disposizione dal presidente Uefa, Ceferin. Ha affrontato quattro amichevoli per mantenere il ritmo partita. Il gruppo di Oleksandr Petrakov ha giocato a Monchengladbach, Empoli, Fiume e Lubiana.
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Le parole del ct sono state durissime nei confronti dei russi: «Vorrei combattere per il mio paese, ma a 64 anni non me lo permettono. Eppure, potrei ancora uccidere due o tre nemici. Di fronte a quello che è accaduto e sta accadendo, impugnare le armi non mi spaventa. Faremo il possibile per andare al mondiale e rappresentare il nostro paese».
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«SIAMO PRONTI, GRAZIE ITALIA»
Abraham Campomar, spagnolo di Burgos, match analist dell'Ucraina, raggiunto dal Messaggero racconta: «Fino ad aprile abbiamo pensato alla sicurezza e a tenere i contatti. L'1 maggio siamo andati in ritiro in Slovenia e abbiamo iniziato a concentrarci sul calcio, sebbene la guerra sia sempre nelle nostre teste. A Empoli ci hanno accolto benissimo e l'Italia in genere ci è stata vicina. Grazie ancora.
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I giocatori sentono la responsabilità di rappresentare il paese in questo momento, ma hanno ben chiaro l'obiettivo sportivo. Per i più anziani questa è l'ultima possibilità di andare al mondiale. La cosa più importante è che vogliamo arrivare in Qatar con le nostre forze, senza corridoi privilegiati, per dimostrare che l'Ucraina è viva e possiamo rappresentarla a testa alta».
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