Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”
HOLLANE VERSO SOLDATO
«L' antiterrorismo francese in stato di morte clinica», titolava Le Monde il 28 novembre. Sintesi di una sensazione che ormai condividono in tanti, che è stata ora ulteriormente confermata da una notizia che arriva dal Belgio: i fratelli Ibrahim e Salah Abdeleslam in effetti erano stati segnalati all'Interpol prima degli attentati del 13 novembre.
Mercoledì scorso davanti alla Commissione Interno del Parlamento belga il ministro dell'Interno Jan Jambon ha infatti ricordato come il 29 ottobre le autorità belghe avevano fornito all' Organizzazione internazionale della polizia criminale Interpol, all' Europol e al Sistema d' informazione Schengen (Sis), i dati di 837 persone iscritte nella Sureté de l'Etat perché segnalate come potenziali foreign fighters.
salah abdeslam
E nell'occasione ha detto: «nella lista c'erano due nomi di persone legate agli attentati di Parigi». Non ha fatto nomi, ma non è che ci volesse molto a indovinare di chi si potesse trattare. Per avere conferma, comunque, l'agenzia Sudpresse ha chiesto una conferma esplicita al Gabinetto del Ministro. E dal portavoce del ministro è allora arrivata la conferma: sì, si trattava proprio di Ibrahim e Salah.
La mattina dopo gli attentati di Parigi, alle ore 9,10 Salah Abdeslam è stato controllato dalla polizia francese a Cambrai, mentre era a bordo di una Golf in compagnia di altre due persone. Ma il gruppo è potuto ripartire senza nessun problema perché in Francia non risultava ricercato in Francia. E la sera prima Brahim si era fatto saltare in aria con una cintura esplosiva, dopo aver seminato la strage.
mohamed abrini
EPURAZIONE
È probabile che questo sia il colpo finale per Patrick Calvar (e poco conta l' arresto di ieri, un 25enne basista delle stragi): il «bretone taciturno», come era stato ribattezzato, dal 2012 alla testa della Dgsi: la Direction générale de la sécurité intérieure.
Dopo essere sopravvissuto al disastro di Charlie Hebdo, era in apparenza sopravvissuto anche all' ultima figuraccia, ma probabilmente è solo perché Manuel Valls non si limiterebbe a far saltare la sua testa, ma starebbe pensando a una ristrutturazione generale dei servizi di intelligence. Il che però accentua il braccio di ferro che all' interno del governo sta andando avanti fin dall' indomani degli attentati a Charlie Hebdo, sul coordinamento delle varie attività di intelligence dipendenti dal ministro dell' Interno Bernarde Cazeneuve e dal ministro delle Finanze Michel Sapin.
BERNARD CAZENEUVE
Solo dopo gli attacchi di novembre infatti è stato concesso quel che veniva chiesto da gennaio: il libero accesso da parte di Tracfin, il servizio di intelligence finanziaria, ai database Fpr delle persone ricercate e TAJ (ex Ariane) dei file provenienti dal casellario giudiziario.
COORDINAZIONE
Solo coordinando quei dati, come veniva richiesto, sarebbe ad esempio stato possibile intercettare movimenti finanziari che riguardavano i bersagli «S»: pericolosi per la sicurezza dello Stato. Probabilmente il governo rimetterà mano anche a un' altra decisione che è stata presa a fine gennaio: quella di fare nascere un nuovo État-major opérationnel de prévention du terrorisme (Empot). Si tratta di una versione più operativa e di dimensioni più rilevanti rispetto all' esistente Unité de coordination de la lutte antiterroriste (Uclat).
Questo però non è stata contestualmente abolita.
Patrick Calvar
Risultato: i due organismi ora operano in parallelo sulla stessa materia, e ovviamente si pestano i piedi. Come se non bastasse il Dgsi ha deciso a ottobre di allargare il proprio ufficio tecnico con nuove immissioni, duplicando di fatto l' eccellente ufficio tecnico già esistente nel servizio per l' Estero, il Dgse, con cui è scarsissimo il coordinamento. In tutto, sono ben 13.000 gli uomini dei servizi segreti francesi incaricati di proteggere i cittadini della République. Con risultati, però, che non sembrano corrispondere a tutta questa massa di risorse.