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    CI RISIAMO: DOPO LO STREGA E IL CAMPIELLO, AURELIO PICCA È DI NUOVO IL “PRIMO DEGLI ESCLUSI” DA UN PREMIO LETTERARIO - QUESTA VOLTA È ACCADUTO AL PREMIO COMISSO, AL QUALE PARTECIPAVA CON “IL PIÙ GRANDE CRIMINALE DI ROMA È STATO MIO AMICO” - IL PRESIDENTE DELLA GIURIA, PIERLUIGI PANZA: “ANCHE I LIBRI DI TREVI, BELPOLITI E ANEDDA HANNO GRANDE QUALITÀ LETTERARIA, MA PER ME SONO TESTI DI AUTORI CHE RIFLETTONO SOLO SU SE STESSI. SONO EGORIFLESSI, PENSIERI SENZA COSTRUZIONI DI STORIE…”


     
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    AURELIO PICCA IL IL PIU GRANDE CRIMINALE DI ROMA E STATO MIO AMICO AURELIO PICCA IL IL PIU GRANDE CRIMINALE DI ROMA E STATO MIO AMICO

    Dopo lo Strega e il Campiello per un’altra volta Aurelio Picca, con “Il più grande criminale di Roma è stato mio amico” è il “primo degli esclusi” da un premio letterario. Questa volta è accaduto al Premio Comisso, l’importante riconoscimento che ogni anno viene dato a Treviso in ricordo dell’autore trevigiano, che fu anche protagonista dell’impresa fiumana.

     

    “Io l’ho sostenuto dall’inizio alla fine e con me Giancarlo Marinelli”, dice il presidente della giuria Pierluigi Panza, scrittore e critico d’arte al “Corriere della Sera” raggiunto al telefono. “Come ho dichiarato anche ai colleghi di giuria, due libri, quello di Picca e Italiana di Giuseppe Catozzella erano, secondo me, quelli che meglio riassumevano una pluralità di parametri: qualità nella scrittura, costruzione di una storia, mitopoiesi e, insieme, legami con la cronaca e forti sentimenti umani … Ma per la narrativa erano in concorso 140 opere: una testa un voto. La votazione era in diretta streaming come avete visto”.

    PREMIO COMISSO PREMIO COMISSO

     

    Invece i vincitori sono altri… “Anche i libri di Trevi, Belpoliti e Anedda hanno grande qualità letteraria, anche poetica e pure altri in concorso come quello di Calandrone. Se poi volete la mia valutazione, per me sono testi di autori che riflettono solo su se stessi, sui loro luoghi e amici, quasi dei Festschrift postumi.

     

    PIERLUIGI PANZA PIERLUIGI PANZA

    Sono egoriflessi, pensieri senza costruzioni di storie che rispondono a una propria urgenza sentimentale e testimoniale che gli altri sarebbero chiamati a condividere. La narrativa esiste, ovviamente, anche senza mitopoiesi, ibrida, al confine con la saggistica, il memoir, la periegesi e altro. Io stesso la frequento in prima persona e anche Picca e Catozzella. Ma un conto è tutto ciò, altro sono riflessioni, in parte già scritte, che segnano appartenenze o autoappartenenze. Su questo io sono più perplesso. Se sono Proust scrivo di me stesso a Balbec con la nonna, ma se non sono Proust, poi, che succede?”.

    aurelio picca aurelio picca

     

    I vincitori fanno parte dei soliti circolini… “Quello in altri premi. Al Comisso si vota al di fuori del benché minimo condizionamento che non sia l’idea narrativa del singolo giurato. Direi che alcuni libri fanno parte di un certo modo di intendere la letteratura nel quale, talvolta, prevale il senso di appartenenza all’ambiente letterario sul testo, un gusto per l’allusione colta, per quel modo di dire noi sì che ce ne intendiamo, siamo parte di un canone poetico”. Non è che il problema di Picca sia che vive isolato, a Velletri, e potrebbe essere di destra? “Non voglio crederlo”.

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