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    DOPO OTTO MESI C'È UNA SVOLTA NEL CASO DELLA MORTE DI ANICA PANFILE - LA 31ENNE ROMENA ERA STATA TROVATA SENZA VITA NEL PIAVE, IN PROVINCIA DI TREVISO, A MAGGIO SCORSO - PER L'OMICIDIO È STATO ARRESTATO IL SUO EX DATORE DI LAVORO 76ENNE, FRANCO BATTAGGIA, EX PRIMULA ROSSA DELLA MALA VENETA GIA' CONDANNATO PER OMICIDIO - IL GIORNO IN CUI LA DONNA È SCOMPARSA I DUE SI ERANO VISTI PERCHÉ, SOSTIENE LUI, LE DOVEVA CONSEGNARE DEI DOCUMENTI - LE TRACCE DI SPERMA IN CAMERA DA LETTO E LA POSITIVITÀ ALLA COCAINA NELLA DONNA...


     
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    Estratto dell’articolo di Denis Barea per www.trevisotoday.it

     

    franco battaggia franco battaggia

    Dal pomeriggio di oggi 16 gennaio Franco Battaggia, 76enne titolare della pescheria "El Tiburon" di Spresiano, è dietro le sbarre. L'uomo, fino ad oggi indagato a piede libero in relazione all'omicidio di Anica Pianfile, la 31enne romena trovata morta lo scorso 21 maggio in un ansa del fiume Piave a Spresiano, è stato raggiunto da una misura cautelare in carcere eseguita dai carabinieri di Treviso. Per Battaggia, a quanto si apprende da fonti investigative, le manette sarebbero scattate poco dopo l'ora di pranzo.

     

    E' questa la svolta nel caso che ha tenuto la Marca con il fiato sospeso per quasi 8 mesi. Tanto era passato dal ritrovamento del corpo della donna, gettato probabilmente in acqua in un canale a Lovadina. I suoi resti vennero rinvenuti il 21 maggio, una domenica mattina, da un pescatore: mancava però il cellulare della 31enne mentre erano stati trovati gli occhiali e l'accendino, oltre ad un pacchetto di sigarette.

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    Anica era scomparsa il 18 maggio. Nel pomeriggio la rumena si era fatta venire a prendere da Battaggia sul luogo di lavoro, a Treviso presso una mensa dell'Israa. Una occupazione che a lei piaceva tanto a cui era arrivata  dopo l'impiego proprio nella pescheria del 76enne. Secondo Battaggia alla Panfile doveva essere consegnato il Cud 2022 per la dichiarazione dei redditi. Così i due sarebbero andati in macchina fino all'abitazione dell'uomo ad Arcade.

     

    «Lì - aveva dichiarato Battaggia agli investigatori - lei mi aveva confidato di essere preoccupata per la sua situazione economica. Mi ha anche chiesto 10mila euro e io, a titolo di regalo, gliene ho dati la metà. Poi mi ha chiesto di essere riaccompagnata verso il centro del paese dove doveva incontrare una persona ma non so di chi si trattasse».

     

    Una versione, quella dell'imprenditore ex primula rossa della malavita veneta con alle spalle una detenzione per l'omicidio di un uomo che avrebbe causato la morte di sua moglie, che subito non aveva convinto gli investigatori. Innanzitutto perchè, tra le riprese delle video camere di sorveglianza di Arcade non c'era traccia della sua auto, che non avrebbe mai lasciato l'abitazione.

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    […] Oltre al cellulare non è mai stata trovata traccia né del denaro che Anica avrebbe ricevuto da Battaggia né dei documenti fiscali che le sarebbe stati consegnati.

     

    Quello che sarebbe successo dentro all'abitazione del 76enne resta per ora un mistero. Probabilmente Anica e il suo killer avrebbero consumato un rapporto sessuale come confermerebbero alcune tracce biologiche riferibili alla donna riscontrate dai Ris di Parma in camera da letto.

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    Sul corpo della 31enne è stato inoltre ritrovato dello sperma (non identificato perché il Dna era stato distrutto dalla permanenza in acqua del cadavere). Anica, secondo quanto è stato appurato in sede autoptica, prima dell'omicidio aveva assunto della cocaina. […]

     

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