S.R. per "la Stampa"
whirlpool napoli
Per i 330 lavoratori della Whirlpool di Napoli adesso c'è una prospettiva concreta. La multinazionale statunitense, dopo un incontro al Ministero dello Sviluppo, ha congelato i licenziamenti fino al 15 ottobre. C'è tempo, poco, per mettere a punto un nuovo piano che rilanci il sito. Il colosso del bianco chiede però che ci sia «impegno e chiarezza da parte di tutti per definire la transizione delle persone e il trasferimento degli asset in caso di un progetto di reindustrializzazione».
PROTESTE ALLA WHIRLPOOL DI NAPOLI
I sindacati tirano il fiato, ma sanno che «ancora non è finita». In campo ci sono cinque aziende, anche internazionali, pronte a un investimento da 90 milioni per trasformare la fabbrica in un polo della mobilità verde. Il piano di Invitalia vale la pena «di essere approfondito» dice il ministro Giancarlo Giorgetti, che sottolinea «lo sforzo del governo per trovare una seria prospettiva industriale».
Per la viceministra Todde «abbiamo ottenuto un primo grande risultato grazie a mesi di duro lavoro» e i prossimi incontri, affermano Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim-Cisl, Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm-Uil, «saranno decisivi per capire se questa dura vertenza possa o meno concludersi con un accordo che tuteli i lavoratori».
PROTESTE ALLA WHIRLPOOL DI NAPOLI
Le sigle sono pronte a seguire anche la strada Gkn, denunciando Whirlpool, ma al momento l'azione è sospesa perché l'azienda ha iniziato a dialogare con i cinque soggetti interessati, ed è pronta a cedere gli asset in tempi rapidi. Nel dettaglio il polo dovrebbe occuparsi della produzione e assemblaggio di sedili per automotive, ferroviario e navale; a cui si dovrebbe aggiungere un impianto pilota per l'industrializzazione di «fuel cell» per la mobilità.
PROTESTE ALLA WHIRLPOOL DI NAPOLI