Laura Tedesco per il “Corriere della Sera”
un gratta e vinci milionario
«Non ho barato, non è vero che ho ricevuto soffiate sulle tabaccherie dei Gratta e Vinci milionari. Il mio è stato realmente un doppio colpo di fortuna».
Quante probabilità ci sono che la dea bendata possa baciare con premi a sei zeri lo stesso vincitore per due volte in venti giorni? Per gli investigatori «sono vicine allo zero» e adesso l'intero montepremi, 2 milioni e 400 mila euro al netto delle imposte dovute all'Erario, si trova sotto sequestro con l'ipotesi di riciclaggio.
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Giura invece che «è tutto regolare, non sono un imbroglione» il 40enne di origini brasiliane Ricardo T. G., piastrellista «dai redditi modesti» con residenza a Monzambano nel Mantovano dove da tre anni abita con moglie e figlia: il 4 febbraio scorso, in una tabaccheria di Modena, ha «grattato» un ticket da 1 milione di euro e il successivo 24 febbraio, a Garda, un secondo fortunatissimo tagliando da due milioni.
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Incredibile coincidenza o raggiro ben architettato, magari - ipotizza il pm di Verona Alberto Sergi - con la complicità di qualche dipendente «infedele» di Lottomatica (su cui peraltro sta già indagando la Procura di Roma con due fascicoli) che potrebbe aver rivelato in quali tabaccherie sarebbero «casualmente» stati messi in vendita i Gratta e Vinci milionari?
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«Vi sbagliate, non ho beneficiato di alcuna fuga di notizie - protesta la propria buonafede l'insospettabile piastrellista -. Sono sempre stato un appassionato giocatore, acquistavo anche interi pacchetti di tagliandi nella speranza di vincere».
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Per gli inquirenti, invece, in tutta questa vicenda la fortuna sarebbe stata tutt'altro che «cieca»: così quando il piastrellista si è presentato con il collega 47enne di Caprino Veronese C. C. - anch'egli ora indagato con il brasiliano - a riscuotere presso una banca di Peschiera del Garda anche la seconda vincita, quella «strana coincidenza» è stata immediatamente segnalata dall'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia al nucleo speciale Polizia valutaria della Guardia di Finanza.
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«Porre i sigilli sull'intero ammontare delle somme vinte dal mio cliente e bloccargli i conti correnti per svolgere accertamenti è stato un atto dovuto - interviene il legale del brasiliano, l'avvocato Giovanni Chincarini -. Sul mio assistito comunque non ci sono stati al momento accertamenti di alcun tipo, è una brava persona che lavora ogni giorno in cantiere e non ha commesso illeciti». Il doppio montepremi che potrebbe cambiargli la vita, però, rimane per ora sequestrato.
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