Florenzi-1
Giancarlo Dotto per il Corriere della Sera- Roma
La mano di Sheva, che la possino, pesca nel torbido come un granchio malvagio. Senti Barcellona e succede come quando metti la testa sul ceppo per ascoltare il rumore del vento e ti arriva, secco, inesorabile, un colpo di scure. Notte fonda. La tua testa rotola via, in un campo di grano dove non esistono i Messi ma le messi. Esagero? Non sono io che esagero, è lui, Lionel. Un capolavoro. Lui e Roger Federer nel mondo. Un genio? No, un illusionista. Quello che fa in campo non è vero, o noi siamo imbottiti di stupefacenti. Spacciati dunque, in tutti i sensi? Probabilmente sì.
messi
Questo dicono le news che arrivano da Marte. Ma poi, recuperata e riavvitata la testa, ci concentriamo devotamente sui (pochi) precedenti, il 3 a 0 del 2002, l’inverosimile airone di Florenzi all’Olimpico (per una volta Messi nella parte dello stupefatto), pensiamo ad Alisson, il nostro muro del guanto, pensiamo a quella mezza sporca dozzina, l’orgoglio animale di gente come De Rossi, Fazio, Manolas, Strootman, Nainggo, Kolarov, Perotti, pensi che Dzeko sia quello che nemmeno lui sa di essere, pensi che la palla potrebbe non essere come la mano di Sheva, ti attacchi a tutto, e quasi ci credi. Sono strafatti così i tifosi della Roma.
de rossi manolas
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