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    DOVE METTI LA PESCA E COME LANCI LA PALLA DA RUGBY? PROVE E QUIZ DA INCUBO PER ESSERE AMMESSI A OXFORD E CAMBRIDGE: REALTÀ O LEGGENDA?


     
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    OXFORD E CAMBRIDGE 1 OXFORD E CAMBRIDGE 1

    Vittorio Sabadin per “la Stampa”

     

    L’ammissione alle due più prestigiose università inglesi, Oxford e Cambridge, avviene attraverso un processo di selezione piuttosto severo.  Il momento più temuto da tutti i candidati è quello del colloquio con i professori: il giudizio finale dipenderà da loro. Nel corso del tempo, questo incontro con i docenti si è ammantato sempre più di misteri e leggende, e ancora oggi si sostiene che gli insegnanti cerchino sempre in qualche modo di prendere gli studenti di sorpresa, per valutarli in base al modo con il quale reagiscono.

     

    Ecco la più bella storia al riguardo: a un certo punto, un professore ha chiesto a un candidato che cosa fosse il coraggio: «Questo», ha risposto il ragazzo, alzandosi ed uscendo dall’aula. Ammirato, il docente lo ha rincorso e ammesso all’università. 

     

    L’episodio è molto bello, ma non è vero. Non si entra a «Oxbridge» uscendo dalla porta e gli allievi sono tuttora maggiormente apprezzati se rispondono alle domande piuttosto che se mostrano temperamento. Un’altra leggenda che circola tra i candidati racconta come all’improvviso, mentre sei seduto riflettendo su una domanda, qualcuno ti lanci una palla da rugby. Se la prendi sei ammesso, se però la rilanci indietro non solo ti ammettono, ma ti danno anche una borsa di studio. 

     

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    Il modo più pittoresco di esaminare uno studente sarebbe invece quello di dargli una pesca da mangiare: il professore verifica che cosa il candidato si inventerà per non macchiare di succo gli abiti e la scrivania, e soprattutto si farà un’idea del suo senso pratico guardando alla fine dove mette il nocciolo. Tra gli aspiranti ai corsi di materie biologiche gira infine con insistenza la voce che i docenti tirino spesso fuori dalla tasca una scatoletta con qualche insetto dentro, e chiedano di identificarlo. 

     

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    L’Università di Cambridge ha dovuto realizzare un video per convincere gli studenti che queste leggende non sono vere, mostrando come avvengono in realtà le interrogazioni dei candidati. Non c’è nulla di così stravagante o misterioso, ma le domande non sono comunque mai banali. «Oxbridge» non è per studenti qualunque, e gli incontri mirano soprattutto a verificare come gli aspiranti rispondono a nuove idee.

     

    Chi vuole studiare matematica, ha spiegato il «Telegraph», può sentirsi domandare «quanta storia si può contare» e chi studia letteratura «che cosa possono raccontarci i romanzi sul passato che altre fonti non possono dirci». Un’altra domanda che è davvero stata fatta riguardava i gallesi: «E’ vero che hanno più difficoltà degli inglesi a ricordare i numeri di telefono?» Per chi volesse iscriversi a Oxford la risposta è sì, perché in lingua gallese i numeri sono espressi da parole lunghissime. 
     

    Università di Cambridge Università di Cambridge

    Un’altra leggenda (ma questa ha un fondo di verità, come sanno il principe Carlo e suo figlio William) è che le persone titolate abbiano più facilità ad essere ammesse. Sia Oxford che Cambridge negano, ma devono ammettere che i cognomi contano: dai tempi dei Normanni, la maggior parte degli iscritti si chiama Darcy, Percy, Montgomery o Mandeville. Qualunque Smith può comunque andare a Oxbridge, se lancia indietro la palla da rugby e sa dove mettere il nocciolo della pesca.

     

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