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    DOVE NON C’È LO STATO, ARRIVANO I CLAN - BAR, RISTORANTI E ALBERGHI SI TROVANO A GESTIRE UNA CRISI DI PROPORZIONI MAI VISTE, TRA CHIUSURE DOVUTE AL LOCKDOWN E RITARDI NEGLI AIUTI: UN CLIMA CHE DIVENTA TERRENO FERTILE PER LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA CHE INVECE È MOLTO LIQUIDA E PUÒ INVESTIRE INGENTI QUANTITÀ DI DENARO - I NUMERI IMPRESSIONANTI DEL CERVED: SOLO PER LA RISTORAZIONE NEL 2020 C’È STATO UN CALO DEI RICAVI DEL 56% , CON 15MILA RISTORANTI A RISCHIO DEFAULT SU 33MILA


     
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    coronavirus ristorante 2 coronavirus ristorante 2

    Edoardo Izzo per “La Stampa”

     

    Mentre è caccia alle mutazioni del virus e si discute dei vaccini necessari a debellarlo, c’è un settore che più di ogni altro sta scontando gli effetti della crisi ed è ormai avviato a grandi passi verso una crisi strutturale senza precedenti.

     

    Turismo, ristorazione e ospitalità sono al centro di una crisi di proporzioni immani che crea un terreno fertile per la criminalità, che grazie alle attività illegali dispone di ampie quantità di denaro da «investire» nelle società in difficoltà finanziaria.

     

    protesta dei commercianti del centro di roma 7 protesta dei commercianti del centro di roma 7

    Proprio i ristoranti e in generale tutte le aziende legate al mondo dell’ospitalità e dei viaggi sono già tradizionalmente esposte al pericolo di infiltrazioni criminali, non è un caso quindi se attualmente in Italia - complice la pandemia e la crisi economica che ne è derivata - ci sono quasi 10 mila ristoranti esposti al rischio di infiltrazioni criminali e/o riciclaggio di fondi illeciti.

     

    RICICLAGGIO DENARO RICICLAGGIO DENARO

    Nella stessa situazione si troverebbero anche quasi 2 mila alberghi e 1.800 agenzie di viaggio. A fotografare la drammatica realtà di questi settori è l’agenzia di informazioni commerciali e di rating Cerved che proprio di recente ha aggiornato la «mappa» delle attività più esposte a rischio di usura o riciclaggio.

     

    cafiero de raho foto di bacco cafiero de raho foto di bacco

    Sotto la lente problemi di liquidità, variazioni anomale delle strutture societarie, verifiche del titolare effettivo e presenza di persone segnalate da autorità giudiziarie. «La previsione che le mafie potessero infiltrarsi in un momento di grave emergenza è fondata sull’esperienza. In ogni momento di emergenza le mafie ne hanno approfittato, trovando gli spazi per poter trarre ulteriore arricchimento e soprattutto consolidare le loro liquidità - ha più volte ribadito in questi mesi il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho -. Nessuno è al di fuori e al di là del rischio d’infiltrazione delle mafie».

     

    IL RISTORO - VIGNETTA SU ITALIA OGGI IL RISTORO - VIGNETTA SU ITALIA OGGI

    E l’analisi del Cerved – basata solo sulle le società di capitali, numericamente inferiori rispetto al totale delle aziende iscritte alle Camere di commercio ma titolari della gran parte del fatturato dei settori coinvolti - non fa che confermare le più nere previsioni.

     

    Il settore maggiormente a rischio – con numeri impressionanti - è senz’altro quello della ristorazione, già in precedenza altamente a rischio riciclaggio per uso frequente di contante, per gli alti livelli di manodopera irregolare, per l’opacità della struttura proprietaria, per gli alti livelli di infiltrazione della criminalità organizzata.

     

    MAFIA SOLDI MAFIA SOLDI

    Con il lockdown i mancati pagamenti della ristorazione si sono impennati fino ad un massimo del 73%; i ricavi nel 2020 hanno registrato un calo del 56%. Risultato: la pandemia ha lasciato al tappeto 15 mila ristoranti a rischio di default sui 33mila che operano come società di capitale.

     

    La mappa del disagio copre un po’ tutto il Paese: il numero maggiore delle attività a rischio si concentra nel Lazio (2.116), in Lombardia (1.370) e in Campania. Ma rispetto ai ristoranti attivi sul territorio, le regioni più a rischio sono la Calabria e la Sicilia (38%).

     

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    Situazione drammatica anche per gli alberghi: con il lockdown i mancati pagamenti hanno raggiunto un massimo del 78,8% e degli 8 mila hotel che operano come società di capitale, quelli a maggiore rischio default sono quasi 3 mila. Dei quasi 2 mila ritenuti più vulnerabili ad infiltrazioni criminali il numero più alto si concentra ancora una volta nel Lazio (325) e in Campania (236): rispetto agli alberghi attivi sul territorio, le regioni più a rischio sarebbero invece la Calabria, la Sicilia e l’Abruzzo.

     

    Altrettanto drammatico il bilancio relativo alle agenzie di viaggio, i cui mancati pagamenti col lockdown hanno raggiunto l’incredibile record dell’84,8%. Delle 4.300 agenzie di viaggi che operano come società di capitale, oltre 2 mila sarebbero a rischio di default con un dato regionale drammaticamente monotono: quelle più a rischio sono nel Lazio (325), in Lombardia (308) e in Campania (205). La regione con le agenzie di viaggio rese finanziariamente più fragili dalla pandemia è invece la Puglia (68%), ma gli alert sui potenziali rischi di riciclaggio riguardano soprattutto Basilicata e Sardegna.

     

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    «Lazio e Lombardia sono effettivamente molto a rischio, ma l’attività di riciclaggio risulta generalmente in crescita nelle regioni del Nord. E non c’è dubbio che bar, ristoranti e alberghi sono i più esposti a questo tipo di rischio. Ma c’è anche una crisi delle élite economiche», spiega Rocco Sciarrone, docente di sociologia della criminalità organizzata all’ateneo di Torino.

     

    «Oggi i contatti tra economia reale e criminalità non hanno neanche bisogno del riciclaggio nel senso penale del termine. Il problema è l'area "grigia": è qui che nasce il patto tra imprenditore e mafia. Una domanda di servizio alla mafia. E su questo ci si focalizza poco. Non si viene catturati dal riciclaggio, perché il denaro è formalmente pulito. E questo è il vero problema».

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