Davide Milosa e Ferruccio Sansa per “il Fatto quotidiano”
roberto maroni matteo salvini
Operazioni per oltre 450 mila euro compiute tra il marzo 2013 e l' aprile 2018, quando Matteo Salvini era segretario della Lega. Secondo i pm genovesi sarebbero una fetta dei 49 milioni che gli inquirenti cercano da anni nelle casse del Carroccio.
Nell' inchiesta sul tesoro scomparso della Lega arriva il primo indagato: Stefano Bruno Galli, assessore del Carroccio nella giunta di Attilio Fontana (Cultura e Autonomie), indagato per riciclaggio dai pm genovesi. Ieri la Finanza ha compiuto perquisizioni che, oltre a Galli - toccato dall' inchiesta in quanto presidente dell' Associazione Maroni Presidente - hanno riguardato le società Boniardi Grafiche srl e Nembo srl.
STEFANO BRUNO GALLI
Della prima è socio il parlamentare leghista Fabio Massimo Boniardi: è stato sequestrato materiale contabile, ma gli investigatori non hanno potuto acquisire il contenuto del pc e dei server aziendali perché Boniardi ha fatto valere le sue tutele in quanto la tipografia rientra tra le sue "residenze" e nella memoria sarebbero collocati file riservati relativi ad attività parlamentari.
bossi salvini maroni
Ecco l' ipotesi dei pm: tra il 2013 e il 2018 parte del tesoro della Lega, depositato presso la banca Aletti, sarebbe passata all' Associazione Maroni Presidente. Di qui quasi 500 mila euro sarebbero andati alle due società tipografiche per la realizzazione di campagne elettorali (soprattutto per il "sì" al referendum per l' autonomia di fine 2017).
ROBERTO MARONI ATTILIO FONTANA
Ma, sostengono i pm, poster e volantini non sarebbero stati stampati e il denaro sarebbe tornato nelle casse della Lega; sarebbe il provento della truffa ai danni del Parlamento. Di qui l' ipotesi di riciclaggio.
MATTEO SALVINI FABIO MASSIMO BONIARDI
La storia era scritta in un esposto di 30 pagine depositato alla procura di Milano nel febbraio 2018. A firmarlo l' ex consigliere regionale Marco Tizzoni eletto nel 2013 con la lista Maroni Presidente. Si leggeva: "Nello statuto dell' Associazione Maroni Presidente sono segnalati gli scopi e nessuno di questi risulta essere mai stato perseguito dai suoi membri Vi è il sospetto che l' associazione sia stata tenuta nascosta a noi consiglieri dovendo servire quale soggetto occulto di intermediazione finanziaria in favore della Lega o di terzi". Il fascicolo fu aperto e nel registro degli indagati venne iscritto Galli (appropriazione indebita) che poi ottenne l' archiviazione.
MARCO TIZZONI
Ma la Procura di Genova ha ripercorso la storia ritenendo di aver trovato traccia dei 49 milioni: nei bilanci dell' associazione si parla di quasi mezzo milione che risulta restituito al partito, senza che siano specificati i passaggi bancari. Ora i pm genovesi vogliono ricostruire il percorso del denaro che, in due fette da oltre 200 mila euro, è andato alle società perquisite (soci e amministratori non sono indagati). Da qui sarebbe tornato al partito.
giorgetti maroni salvini
Boniardi nega: "Abbiamo fornito alla Finanza la documentazione contabile richiesta. Il materiale di propaganda è stato realmente stampato e spedito per corriere". Ma è vero che una parte del materiale richiesto dagli investigatori è stata negata? "Nel mio pc e nel server aziendale c' erano file sulla mia attività parlamentare. Per questo mi sono opposto".
L' Associazione Maroni Presidente ha continuato a svolgere la sua attività anche dopo le elezioni 2013. Come racconta Boniardi e come risulta dal sito si è impegnata per il referendum del 2017 e ha sostenuto l' attuale governatore Fontana.
salvini maroni
Tra i fondatori, oltre a Galli, compaiono altri nomi noti del Carroccio (non toccati dall' inchiesta). Ci sono Andrea Cassani - sindaco di Gallarate indagato per turbativa d' asta nell' indagine milanese sulle tangenti legate a Nino Caianiello - e Aurora Lussana, ex direttrice della Padania e moglie di Nicola Molteni, ex sottosegretario di Matteo Salvini. Nel consiglio direttivo anche Stefano Candiani, sottosegretario agli Interni con Salvini ministro.