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    MENO SPOCCHIA, PIU' EMPATIA - DOPO AVER PERSO QUATTRO PUNTI DI CONSENSO PERSONALE IN VENTI GIORNI (LE SMANIE QUIRINALIZIE SI PAGANO), DRAGHI E' COSTRETTO A SCENDERE DAL PIEDISTALLO - MARIOPIO LANCIA "L'OPERAZIONE SIMPATIA": SI FARA' VEDERE DI PIU' E HA GIA' DUE INTERVISTE IN CANTIERE (DI CUI UNA A RAIUNO) - IL SUO STILE PREVEDEVA UN PROTOCOLLO RIGIDISSIMO SULLE USCITE, E NEI RAPPORTI TANTO CON LA STAMPA QUANTO CON L'OPINIONE PUBBLICA - ANCHE MARIO MONTI SI SOTTOPOSE A UN RESTYLING (ANDO' DALLA BIGNARDI CON IL CANE IN MANO) MA POI SI CANDIDO'…


     
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    Ilario Lombardo per "la Stampa"

     

    mario draghi in conferenza stampa 2 mario draghi in conferenza stampa 2

    A nessuno farebbe piacere leggere su un giornale di avere perso oltre quattro punti di consenso personale in venti giorni. Tanto più se sei Mario Draghi, un presidente del Consiglio «celebrato», per usare il termine utilizzato ieri da Alessandra Ghisleri sulla Stampa, per aver predisposto un piano contro la pandemia e aver spinto al massimo sugli investimenti del Piano di ripresa. Un calo, una frenata, un inciampo, in qualche modo prevedibili dopo la settimana di furore sul Quirinale.

     

    mario draghi g20 straordinario sull afghanistan mario draghi g20 straordinario sull afghanistan

    E infatti: a Palazzo Chigi avevano fiutato l'aria e attendevano a tal punto un contraccolpo sull'immagine del presidente del Consiglio, dopo la corrida in Parlamento, che si sono subito attrezzati. Il secondo tempo del governo Draghi ha un nuovo racconto, nuove location, una sceneggiatura che si vuole più coinvolgente. Trattandosi di Draghi, la svolta assume la forma di una piccola rivoluzione mediatica, pare consigliata da qualcuno, un esperto amico, chiamato per una consulenza informale, che gli avrebbe suggerito di farsi vedere di più.

     

    mario draghi mario draghi

    Non una ma ben due interviste sono in cantiere: una a un quotidiano, l'altra su Raiuno. Ci stanno già lavorando gli uomini dello staff nel massimo riserbo. In dodici mesi aveva concesso solo qualche minuto al Tg1, nei giorni drammatici della conquista talebana dell'Afghanistan. Lo stile Draghi prevedeva un protocollo rigidissimo sulle uscite, e nei rapporti tanto con la stampa quanto con l'opinione pubblica.

     

    Modello Banca centrale europea: comunicazione controllata, conferenze stampa, pochi eventi, poche o nessuna improvvisata, contatti con i cittadini il minimo indispensabile. Tutto cambia dopo la delusione dell'elezione mancata al Colle. In quei giorni è emersa dalle cronache la voglia matta dei parlamentari di vanificare le ambizioni quirinalizie del premier. L'operazione immagine parte subito dopo. Con un obiettivo: mostrarsi protagonista dell'Italia che riparte.

    MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

     

    A Genova, Draghi si piazza alla guida della pilotina della Guardia di Finanza. Visita il porto, incontra i familiari delle vittime del Ponte Morandi, indossa l'elmetto ai cantieri del Terzo Valico. Altra visita, altri elmetti attorno a lui: i laboratori nazionali dell'Istituto di fisica nucleare nel Gran Sasso. Il discorso, dentro e fuori: «Siete l'eccellenza del Paese». Questo è il senso del Grand Tour di Draghi. L'idea di patrocinare le eccellenze italiane, il Made in Italy nelle sue mille declinazioni. Ieri è stato il design della mostra "Italia geniale" inaugurata a Palazzo Piacentini, a Roma.

     

    mario draghi funerale david sassoli 7 mario draghi funerale david sassoli 7

    Oggi è la moda di Ferragamo, a Firenze, dove il premier visiterà lo stabilimento produttivo del marchio nato dal genio del «calzolaio dei sogni» Salvatore. Nel capoluogo toscano Draghi incontrerà i vescovi, farà tappa ai cantieri del Teatro del Maggio musicale, e vedrà gli stakeholders locali.

     

    Alla ricerca di una sintesi tra arte e produttività, o, come ha detto ieri nelle sale invase da brevetti e icone novecentesche, «bellezza e funzionalità», le visite in giro per l'Italia da una al mese sono diventare una, due a settimana. Draghi segue i consigli e si lascia conoscere di più. A quanto pare, a breve anche in televisione. Sono format inediti o quasi per l'ex banchiere, ma che fanno subito scattare un paragone immediato a chi nel palazzo di governo lavora da anni, e da anni assiste alle trasformazioni dei suoi inquilini.

     

    MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

    Nei corsi e ricorsi della storia non sono pochi i testimoni diretti a evocare la strategia comunicativa che portò l'austero professor Mario Monti dalle celebrazioni del loden al cagnolino che Daria Bignardi gli piazzò in braccio negli studi tv delle Invasioni barbariche. «Operazione empatia» la chiamarono. Il cucciolo Empy - appunto - doveva servire a scongelare qualche rigidità di troppo dell'economista venuto a salvare l'Italia dal malvagio spread. Ma dici anni fa Monti stava cercando consenso da canalizzare dentro il suo nuovo partito a poche settimane dal voto.

     

    MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE

    Draghi non vuole ripetere quel precedente e chi lo conosce, invece, è pronto a scommettere sulla sua spontaneità, su quella disincantata romanità che spunta qua e là quando si lascia andare un po' e che ha mostrato ai ragazzi del "Punto Luce" di Save the Children quando a novembre raccontò del suo amore per il basket. Un aspetto che deve assumere una maggiore dimensione pubblica. Va costruito, però, e bisogna capire fino a che punto Draghi si spingerà a farlo. Di certo, il fotografo ufficiale di Palazzo Chigi ha molto più da scarpinare e foto da scattare rispetto a qualche mese fa.

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