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    GIU’ LE MANI DAI NOSTRI CANNONI - DRAGHI METTE IN CAMPO LA CDP PER SOSTENERE FINCANTIERI NELL’ACQUISTO DI OTO MELARA E WASS DA LEONARDO - L’AD GIUSEPPE BONO POTREBBE ESSERE PRONTO A SUPERARE ANCHE ECONOMICAMENTE L'OFFERTA DEL CONSORZIO FRANCO-TEDESCO KNDS, ARRIVANDO AI 700 MILIONI RICHIESTI DA PROFUMO - L'ITALIA, IN VISTA DEL PROGETTO EUROPEO DI DIFESA, VUOLE ARRIVARE AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE CON TUTTI I SUOI GIOIELLI NEL TASCHINO... 


     
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    PROFUMO, STAI BONO! - IL GOVERNO HA DETTO NO A LEONARDO CHE, PUR DI FAR CASSA, ERA DISPOSTO A VENDERE OTO MELARA (CANNONI) E WASS (SILURI) AL CONSORZIO FRANCO-TEDESCO KNDS. IN VISTA DEL FUTURO POLO EUROPEO DELLA DIFESA, I MINISTRI GIORGETTI E GUERINI, UN PO’ MENO FRANCO, AL FINE DI SALVAGUARDARE GLI ASSET STRATEGICI, SOSTENGONO L’OFFERTA DI FINCANTIERI BY GIUSEPPE BONO, INFERIORE DI 100 MILIONI A QUELLA DI KMW – LA MISSION DI LEONARDO: FATE L’AMORE, NON FATE LA GUERRA…

    https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/profumo-stai-bono-governo-ha-detto-no-leonardo-che-pur-far-293167.htm

     

    lorenzo guerini lorenzo guerini

    OTO MELARA, IL GOVERNO CON FINCANTIERI UN'OFFERTA PER BATTERE PARIGI E BERLINO

    Simone Gallotti per “la Stampa”

     

    Alla fine il governo si è mosso e ha messo in campo Cdp sulla cessione di Oto Melara e Wass. La mossa non è ufficiale, ma Fincantieri è convinta di avere già in tasca l'appoggio del colosso per poter chiudere l'operazione di acquisizione, evitando così che le due aziende finiscano nelle mani del consorzio franco-tedesco KMW+Nexter Defence Systems (Knds). Lo hanno ribadito ieri diverse fonti governative che hanno anche confermato la linea sostenuta dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini che aveva spiegato come il governo fosse pronto a ricorrere anche alla normativa Golden Power per proteggere gli asset strategici.

     

    Giuseppe Bono Giuseppe Bono

    Sul piatto, secondo Reuters, Fincantieri è pronta a mettere sino a 550 milioni, con la necessità di un probabile aumento di capitale per sostenere l'investimento. Altre fonti industriali dicono che il gruppo guidato da Giuseppe Bono sia pronto a superare anche economicamente l'offerta del consorzio, arrivando a 700 milioni. È una cifra che sarebbe emersa nel corso di uno dei diversi incontri tra Bono e Alessandro Profumo, numero uno di Leonardo.

     

    alessandro profumo hensoldt alessandro profumo hensoldt

    A quei tavoli, complice anche il carattere dei due protagonisti, la discussione è stata spesso accesa, a testimonianza della lontananza tra le posizioni. Ma la discesa in campo quasi certa di Cdp (che ieri non confermava né smentiva l'alleanza con Fincantieri) fa segnare un punto a Bono. Non tanto - e non solo - nell'operazione sulle due aziende di Leonardo, quanto nella vera partita nemmeno troppo nascosta, dietro al caso Oto Melara. Il vero obiettivo è la nuova governance di Fincantieri che dovrà arrivare con il bilancio: la scadenza dell'eterno mandato di Bono è in Primavera.

     

    oto melara oto melara

    L'inossidabile ultimo boiardo di Stato ha plasmato l'azienda a propria immagine e somiglianza e ora, alla soglia dei 78 anni, non ha intenzione di mollare. Perché in fondo la rinascita di quell'azienda porta la sua firma, come gli riconoscono persino i detrattori. Senza di lui Fincantieri sarebbe destinata a cambiare pelle, perché così «potrebbe persino essere ingovernabile senza di lui» racconta quasi preoccupato un funzionario di governo. È anche vero che il clima politico è cambiato e al timone del Paese adesso c'è Mario Draghi.

    oto melara oto melara

     

    I rapporti tra i due sono buoni, ma il numero uno del gruppo ha messo in campo anche un supporto politico: Letta, Salvini, Di Maio, Amato e persino Renzi sarebbero dalla sua parte. Certo a qualcosa l'attuale ad sarà costretto a rinunciare e infatti la poltrona che ha puntato è quella di presidente, con deleghe operative. E come Ceo vorrebbe Fabio Gallia, l'uomo della continuità. La corsa al vertice è però a due e il contendente più accreditato è Giuseppe Giordo, l'uomo forte del militare.

     

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    Piace al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla parte "militare" del Pd. Ma la posizione "nazionalista" esternata in Parlamento dal ministro Guerini, potrebbe aver cambiato gli equilibri. E poi c'è Eugenio Massolo, attuale presidente di Fincantieri che dovrebbe far spazio a Bono. L'ambasciatore è sempre in lizza per un ruolo di peso nella politica estera del Paese. Magari con il prossimo esecutivo. -

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