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    DUE PESI E DUE STRESS TEST - I PARAMETRI HANNO FAVORITO LE BANCHE DI FRANCIA E GERMANIA - COMMERZBANK È ZEPPA DI CREDITI NAVALI, TRA I PIÙ TOSSICI AL MONDO, E DEUTSCHE BANK È REGINA DEI LEVEL 3, ATTIVI DI ALTO RISCHIO COME I DERIVATI


     
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    Andrea Greco per “la Repubblica

     

    Mario Draghi a Napoli Mario Draghi a Napoli

    Se importa il risultato, e non il colore del gatto, allora le banche italiane hanno un problema. Reduci dal terzo stress test europeo finito tra gli ultimi, punite dagli investitori che vendono alla rinfusa a Piazza Affari, dove ci sono otto banche italiane in coda ai 49 membri dell’indice Stoxx creditizio (-2%). Da settimane s’erano sparse voci zuccherose sull’esito dei test ai 15 gruppi domestici. Così non è stato.

     

    quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte

    È italiano il record di deficit dei 131 scrutinati (Mps, 2,11 miliardi). Italiano il primato delle coperture sui crediti dopo la revisione (Aqr), per cui la Bce imporrà nei bilanci 2014 ben 12 miliardi di euro — lo stesso ammontare degli aumenti dell’anno — contro 7,6 in Grecia, 6,7 in Germania, 5,6 in Francia, 3 in Spagna. Italiana anche la medaglia stress test, dove per il quadro macro l’Eba ha tosato i patrimoni tricolori di 35 miliardi, una manciata più che Francia e Germania, il doppio di Spagna e Grecia, con Irlanda a 12 miliardi e Portogallo a 6,7. Le banche italiane sono più brutte di quel che raccontano, o non sanno farsi capire oltreconfine?

     

    GRATTACIELO COMMERZBANK GRATTACIELO COMMERZBANK

    «Non da oggi alcuni sistemi creditizi riescono a fare squadra meglio del nostro, e l’Italia bancaria si trova a far la figura del vaso di coccio — nota Andrea Resti, docente della Bocconi e vicepresidente del comitato consultivo dell’Eba che ha svolto gli stress test — . Forse alcuni governi europei si sono immischiati nei criteri degli esami, e il nostro no.

     

    C’è poi un aspetto delicato che riguarda i riconoscimenti che Bankitalia ha avuto nel nuovo organismo di vigilanza, con due italiani nel supervisory board». Se a Fabio Panetta e Ignazio Angeloni si aggiunge Mario Draghi, ci sono tre italiani illustri a Francoforte. Ma non è stato garanzia di successo per le vigilate domestiche, anzi. Alligna una “sindrome degli italiani” che fa dire tutto bene quando poi bene non va.

     

    mps mps

    Gli operatori, ieri, hanno registrato con dovizia che le italiane lo fanno peggio. A volte per colpa loro, altre di regole e contesti dispari; l’effetto non cambia. Mediobanca Securities: «Le banche con grandi portafogli in azioni e bond sono finite meglio nell’Aqr, perché hanno ridotto più rapidamente gli attivi. Le banche tradizionali, in ritardo nel tagliare impieghi, hanno pagato prezzi più alti, vedi Mps, Ubi, Bpm». Anche i test di stress hanno graziato le banche di grandi impieghi e portafogli, più facili da smantellare.

     

    Si citano Commerzbank e Deutsche Bank come sorprese positive. La prima è zeppa di crediti navali, moloch da un centinaio di miliardi tra i più tossici al mondo, eppure la revisione Bce sullo shipping tedesco ha portato un solo miliardo di coperture (solo Commerz vi perde 600 milioni l’anno). Deutsche Bank è regina dei level 3, attivi di alto rischio come i derivati, trascurati dai controlli.

    BANCA CARIGE BANCA CARIGE

     

    Ma passi la potente lobby tedesca: «I test trattano in modo asimmetrico le banche periferiche: Spagna e Grecia vincono — continua Mediobanca — l’Italia perde per cattive stime macro, prospettive sui Btp, carenza di modelli interni».

     

    Le stime macro le ha scelte l’Esrb, organismo della Bce nato prima dell’idea di vigilanza unica. Erano pubbliche da mesi e pochi ebbero da ridire, salvo lamentarsi ora perché i bilanci delle 15 italiane sono stressati con cali del Pil dell’11,6% dal 2007, ben peggio di Spagna (-7,6), media Ue (-2,5), Francia (+0,8%), Germania (+1,3%).

     

    BANKIA BANKIA

    Lo scenario avverso dei test ha esasperato anche la crisi sovrana: 4 miliardi di impatto sulle banche italiane dal merito di credito, con tassi Btp risaliti al 5,8% dal 2,5% odierno, e usando il 2013 come dato di avvio, trascurando il successivo crollo dei tassi. Anche Ubs nota: «Germania sorprendentemente positiva, Spagna con forti livelli di capitale, Austria meglio delle attese, francesi vincitori relativi con rettifiche su crediti di soli 18 punti base contro 66 medi».

     

    BANCO ESPANA BANCO ESPANA

    Già, la Spagna bancaria, salvata l’anno scorso con 40 miliardi (10 italiani) e che vanta un percorso netto nei test, guidato dal Banco de Espana che nel 2011 quotò Bankia per 3 miliardi e un anno dopo ne attestò il buco di 19 cacciando il governatore.

     

    Forse le autorità volevano mandare un messaggio politico: «Malgrado i nuovi meccanismi di risoluzione comunitari per le banche, restano limiti alla mutualizzazione delle perdite: per questo la Bce ha usato una mano più ferma con le banche di paesi a rischio», dice un operatore. La Germania avrà pochi guai, se salta qualche Landesbank. Con buona pace dei mugugni dei banchieri italiani.

     

     

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