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"Durante l'epidemia di coronavirus gli acquisti su canali di e-commerce per il settore delle bevande alcoliche ha conosciuto un'impennata tra il 181 e il 250% nell'home delivery, con un aumento dei consumi domestici registrati".
E' quanto emerge dai dati diffusi all'Istituto Superiore di Sanità, in cui si evidenzia che "il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e meno controllati relativamente al divieto di vendita a minori".
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Lo stare rinchiusi in casa, spiega l'Iss, ha portato a "un incremento di consumo incontrollato, anche favorito da aperitivi digitali sulle chat e sui social network, spesso in compensazione della tensione conseguente all'isolamento, alle problematiche economiche, lavorative, relazionali e dei timori diffusi nella popolazione resa sicuramente più fragile dalla pandemia".
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D'altro canto, i servizi di alcologia e i dipartimenti per le dipendenze e di salute mentale, a causa delle chiusure obbligate, precisa l'Iss, "hanno registrato una crescita di difficile gestione prima, durante e dopo i lockdown per la scarsità delle risorse a disposizione, per la quantità di richieste inevase a causa delle restrizioni anti-Covid-19 e per l'impreparazione relativa a soluzioni digitali, solo tardivamente introdotte".