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    “E’ FINITO IL BENGODI” - DI MAIO ALZA IL TIRO SU WHIRLPOOL E REVOCA I FONDI ALLA MULTINAZIONALE USA: “INACCETTABILE CHE WHIRLPOOL VOGLIA DISIMPEGNARSI DA NAPOLI DOPO CHE DAL 2014 HA RICEVUTO BEN 50 MILIONI DI FONDI PUBBLICI” -  IL GRUPPO: “MAI DISDETTO GLI ACCORDI, L'ITALIA È CENTRALE”, IN BALLO CI SONO 27 MILIONI - AL MINISTERO DELLO SVILUPPO APERTI 150 TAVOLI DI CRISI CHE IN TOTALE INTERESSANO OLTRE 210MILA LAVORATORI DI CUI 60 MILA A RISCHIO...


     
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    Paolo Baroni per “la Stampa”

     

    luigi di maio incontra i vertici whirpool 1 luigi di maio incontra i vertici whirpool 1

    Luigi Di Maio alza il tiro su Whirlpool. E alla vigilia del nuovo incontro di oggi pomeriggio al ministero, firma in diretta Facebook tre distinti atti di indirizzo destinati agli uffici del ministero del Lavoro, dello Sviluppo economico e di Invitalia per revocare i finanziamenti dati in questo anni alla multinazionale Usa. «E' assurdo e inaccettabili che Whirlpool voglia disimpegnarsi da Napoli dopo che dal 2014 ad oggi ha ricevuto ben 50 milioni di fondi pubblici» annuncia il ministro dello Sviluppo. Che accusa l' azienda di non essere stata per nulla collaborativa dopo l' annuncio dell' altra settimana che ha messo a rischio 430 posti di lavoro del sito campano e di «non aver rispettato gli impegni presi».

     

    whirlpool whirlpool

    Il presidio continua Mentre a Napoli il presidio dei lavoratori arrivato al dodicesimo giorno si sposta sotto al Maschio Angioino, dove ieri era in programma una seduta monotematica del consiglio comunale, Whirlpool in una nota ribatte alle accuse ed esprime «rammarico» per le parole del vicepremier. La multinazionale Usa, in una nota, spiega di non aver mai disdettato gli accordi sottoscritti l' anno scorso. Ed «in linea con il piano industriale firmato lo scorso ottobre» fa sapere che «non intende procedere alla chiusura del sito di Napoli, ma è impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito». E quindi «riconferma la centralità dell' Italia e la volontà di continuare a lavorare con tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione condivisa» già a partire dall' incontro di oggi.

     

    luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool 1 luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool 1

    Di Maio, invece, si aspetta che i rappresentanti di Whirlpool Emea «possano venire a più miti consigli, perché qui è finita l' epoca del Bengodi dove si faceva quello che si vuole. E' finita l' epoca in cui le multinazionali firmano accordi, prendono i soldi dallo Stato e poi fanno quello che vogliono».

    Cgil e Fiom sostengono che «le sanzioni non bastano, ma che il ministero deve far rispettare gli accordi e non permettere chiusure di stabilimenti».

    Carmelo Barbagallo della Uil e Anna Maria Furlan della Cisl appoggiano invece la mossa di Di Maio: «Finalmente si fa qualcosa contro lo strapotere delle multinazionali», «bene la revoca dei contributi».

     

    whirlpool whirlpool

    La posta in gioco Ma cosa rischia in concreto Whirlpool? In ballo ci sono in tutto 27 milioni di fondi pubblici a fronte di oltre 800 milioni di investimenti effettuati dal gruppo Usa dal 2014 ad oggi.

    Di questi 27 milioni, però, circa 12 risalgono a più di 5 anni fa (quindi il Decreto dignità che rende possibili le revoche è inefficace). Dei restanti 15 ce ne sono solo 8 relativi agli investimenti su Napoli per i quali potrebbe scattare la richiesta di restituzione. Gli altri 7 sono invece relativi a investimenti su Melano (An) e Carinaro (Ce) ed al massimo verrebbero invece congelati. Whirlpool ha poi avviato domanda per un contratto di sviluppo per questi due ultimi siti che vale altri 5,4 milioni ed anche questi potrebbero essere bloccati. Nella lista ci sono poi un fondo di 1,9 milioni legato all' ex Indesit non ancora pagato ed altri 19,8 milioni relativi al 2014- 2018. Ma anche di questi solo 8 sono a rischio in quanto i 5 anni scadono a ottobre. Se si considera che il fatturato Whirlpool Emea, nonostante le difficoltà degli ultimi tempi, è pari a 4,5 miliardi di dollari (sui 22 complessivi), l' eventuale sanzione è davvero poca cosa. Per cui non è detto che l' altolà di Di Maio possa sortire effetti.

    luigi di maio incontra i vertici whirpool luigi di maio incontra i vertici whirpool

     

    I TAVOLI DI CRISI SONO CENTOCINQUANTA "NIENTE PASSI AVANTI E L' ITALIA ARRETRA"

    P. Bar. per “la Stampa”

     

    Sommersi dalle critiche al Mise dall' altra settimana si son messi a convocare tavoli di crisi a raffica. In un colpo solo l' altro venerdì son partite ben otto convocazioni in una volta sola: innanzitutto per Whirlpool, e poi per Ast Terni, Iveco Defence (dove 750 dipendenti sono in cig dal 2016), Csp (500 dipendenti a rischio nel settore informatico), Semitec (installazione di impianti di telefonia mobile con 700 occupati tra Umbria e resto d' Italia), la Blutec di Termini Imerese, Sider Alloys Italia (l' ex Alcoa di Porto Vesme) e Abb a sia volta alle prese con chiusure di reparti e tagli.

    luigi di maio incontra i vertici whirpool 2 luigi di maio incontra i vertici whirpool 2

     

    Tempo tre giorni ed alla lista si aggiungono Treofan (società campana che produce film in polipropilene finita al gruppo indiano Jindal), Auchan-Sma e Jp Industries. Insomma un mix esplosivo fatto di vertenze vecchie e meno vecchie, crisi che si trascinano da anni, imprese dismesse o cedute, ristrutturazioni infinite e nuove emergenze.

     

    maurizio landini maurizio landini

    Manca una politica industriale Tavoli, che secondo Maurizio Landini, sono per lo più inutili. «Sono sempre di più e sono di tanti settori, tra cui anche quello metalmeccanico, ma non solo, c' è anche il Mercatone Uno e altri» ed è «il segnale che il nostro Paese, ed è sotto gli occhi di tutti, sta arretrando» ha spiegato ieri il leader della Cgil. Più che convocare tavoli dove succede poco o nulla, insomma a suo parere il governo dovrebbe mettere in campo «un piano straordinario di investimenti pubblici senza il quale non c' è crescita del Pil né dell' occupazione e una politica industriale diversa che possa portare la presenza dello Stato nell' economia». Per Landini «se non c' è una ripresa di una politica industriale e non ripartono gli investimenti pubblici c' è il rischio di una nuova fase di regressione. Non a caso venerdì ci sarà uno sciopero generale proclamato dalla categoria dei metalmeccanici che al centro ha il problema delle politiche industriali».

     

    luigi di maio incontra i vertici whirpool 3 luigi di maio incontra i vertici whirpool 3

    Via la tour de force Il calendario stilato dalla task force sulle crisi d' impresa del Mise solo oggi prevede ben tre incontri - alle 10 il tavolo su Terni, alle 14 quello su Iveco e alle 17 quello su Whirlpool - ed arriva sino a tutto il 4 luglio. In aggiunta per il 24 è stato anche convocato il tavolo sviluppo di Termini Imerese, dove in ballo ci sono circa mille posti di lavoro (tra i 700 diretti ed i 300 dell' indotto) e dove dopo l' arresto di presidente ed ad che avrebbero distratto i fondi per il rilancio la situazione si è fatta particolarmente complicata. Difficile da gestire anche il dossier Jp Industries, ovvero l' ex Merloni, 2 stabilimenti a Fabriano ed uno in Umbria che occupano 600 dipendenti e che di qui a 7 mesi avranno esaurito gli ammortizzatori sociali, mentre la proprietà cerca ancora un partner finanziario e di aggiustare le pendenze con le banche. In termini numerici, perché interessa ben 18mila dipendenti, la partita più grossa è quella di Auchan, Sma e Simply che ha deciso di cedere la sua rete di 1.600 punti vendita a Conad.

    calenda bentivogli calenda bentivogli

     

    Da settimane i sindacati sono in allarme perché sugli oltre 150 tavoli di crisi aperti al Mise, che in totale interessano oltre 210mila lavoratori di cui 60 mila a rischio, non si fanno passi avanti. Tranchant il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli: «Il problema - spiega - è che tra una riunione l' altra non succede nulla. Tra un incontro e l' altro non vengono fatte istruttorie, non c' è nessuno che ci lavora, insomma non si fanno passi avanti. E quindi ogni volta ci ripetono sempre e solo le stesse cose. Una vergogna»

    luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool

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