Giuseppe Guastella per www.corriere.it
il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone
Come un cancro lento ed inesorabile, per quasi cinque lunghissimi anni la corrosione ha intaccato e indebolito il tratto più delicato della fune traente della funivia del Mottarone finché essa ha ceduto alla «fatica» e si è spezzata la mattina del 23 maggio 2021 staccandosi dalla cabina numero tre che, a causa dei freni d’emergenza disinseriti con i «forchettoni», è precipitata dopo una corsa impazzita uccidendo 14 passeggeri che volevano trascorrere la domenica al sole. Solo la manutenzione periodica avrebbe potuto prevenire la rottura, ma nessuno si è mai preso la briga di fare un lavoro che non dura più di un paio di ore.
strage funivia del mottarone 2
Gli esami dei periti
A una settimana dal primo anniversario della tragedia, le prime notizie che trapelano sui risultati degli esami fatti dai periti che stanno accertando le cause e i sospetti degli investigatori che indagano sul disastro puntano sempre di più sulla manutenzione che le Funivie del Mottarone avevano affidato con un contratto da 150 mila euro l’anno alla Leitner di Vipiteno, il gigante mondiale nel settore degli impianti a fune che è indagato nell’inchiesta per omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime colpose e rimozione di sistemi di sicurezza con le stesse Funivie e 12 persone fisiche.
FUNIVIA STRESA MOTTARONE
I trefoli, la fune, la testa fusa
Gli esiti ufficiali della perizia disposta dal gip sui rottami della cabina arriveranno nelle prossime settimane, quando i tecnici avranno esaminato anche al microscopio elettronico i trefoli, i mazzi dei singoli fili d’acciaio che, intrecciati tra loro, costituivano la fune che trainava il carrello della cabina, al quale era agganciata attraverso la testa fusa, che è come un enorme pallino del filo del freno di una bicicletta.
funivia del mottarone 3
Alcune fonti sono già in grado di affermare che la fune si è rotta a meno di mezzo metro dalla testa fusa (che è integra) a causa della corrosione progressiva interna che la manutenzione avrebbe potuto individuare e fermare con un’operazione da fare ogni tre mesi smontando il manicotto che protegge la testa fusa, sostituendo il grasso in cui è immersa per proteggerla dalle infiltrazioni d’acqua piovana e verificando al tatto le condizioni della fune. Intervento che non è stato mai fatto dal 2016, quando fu realizzata la testa fusa, e che sarebbe avvenuto solo a novembre 2021 quando, passati 5 anni, doveva essere ricostruita.
Cosa ha corroso i fili
i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 2
Gli esami al microscopio elettronico diranno cosa ha corroso i fili, ma i tecnici hanno già un’idea su ciò che è successo. Lo conferma uno dei periti, il professor Antonello De Luca, il quale giovedì scorso, dopo l’ultimo sopralluogo sul Mottarone, ha affermato: «Oggi abbiamo un quadro più chiaro».
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Federico Samonini, legale rappresentante della Scf Monterosa srl incaricata da Leitner di diversi interventi di manutenzione, tra cui il rifacimento delle teste fuse (non quella della cabina caduta), interrogato come indagato dal procuratore di Verbania Olimpia Bossi e dal pm Laura Carrera, il 18 febbraio afferma di aver osservato il moncone della fune rimasto attaccato alla testa fusa nei laboratori di Trento dove è in corso la perizia.
incidente funivia stresa mottarone 1
Da tecnico, dice che deve essere avvenuto «qualcosa dall’interno», «per me il manto esterno è sempre stato omogeneo e dall’interno ha cominciato a deteriorarsi, fino a quando non ha avuto più l’efficienza per sostenere» il peso della cabina.
il forchettone dei freni di emergenza della funivia del mottarone
Un agente «altamente corrosivo»
Bossi gli chiede cosa potrebbe essere successo, lui risponde che la corrosione potrebbe essere stata dovuta all’acqua che è penetrata nella fune e l’ha arrugginita oppure ai residui della realizzazione della testa fusa in cui si usa cloruro di zinco, un agente «altamente corrosivo» che va eliminato con un accurato lavaggio.
incidente funivia stresa mottarone
Ma se i freni avessero potuto fare il loro lavoro, alla rottura della fune i passeggeri avrebbero avvertito un forte scossone ed avrebbero avuto solo paura mentre la cabina scivolava qualche metro indietro prima di fermarsi.
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