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    E GUARDO IL MONDO DA GOOGLE STREET VIEW - PARLA L’INGEGNERE VENEZIANO CHE MAPPA I LUOGHI PIU’ BELLI DEL GLOBO: “LAVORO CON 15 TELECAMERE SULLO ZAINO. O HAI LE SPALLE LARGHE O TE LE FAI PERCHÉ PER SEI ORE PORTI UN CARICO DI 18 CHILI”


     
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    DANIELE RIZZETTO GOOGLE STREET VIEW DANIELE RIZZETTO GOOGLE STREET VIEW

    Alessio Ribaudo per il “Corriere della Sera”


    «Mi chiamo Daniele Rizzetto, ho 45 anni, sono veneziano e mi occupo della mappatura dei luoghi più belli del mondo per Google Street View». Per farlo, indossa uno zaino ipertecnologico, chiamato trekker, che è alto un metro e venti e, all’estremità, sorretto da una robusta staffa, c’è una sorta di pallone verde all’interno del quale ci sono 15 telecamere digitali. Ogni due secondi e mezzo scattano delle foto che sono trasmesse a un hard disk contenuto in una tasca posteriore. 
     

    «Mi sono laureato in ingegneria informatica a Padova ma vi assicuro che il trekker lo può utilizzare chiunque, perché fa tutto in automatico. Devo solo camminare per riprendere i posti dove le auto di Street View non possono arrivare». La tecnologia rende semplice il compito del mappatore, d’accordo; però, occorre la resistenza di un maratoneta.

    RIZZETTO TREKKER RIZZETTO TREKKER

     

    «O hai le spalle larghe o te le fai, perché per sei o sette ore porti un peso di 18 chili. Devi mantenere una postura il più eretta possibile per evitare che il pallone verde con le telecamere sopra la tua testa possa oscillare troppo per via dell’andatura o del vento, come è avvenuto in questi giorni a Milano dove abbiamo mappato piazza Gae Aulenti». 
     

    Un lavoro che da oggi mostrerà, con pochi click, questo nuovo angolo di Milano agli utenti di tutto il mondo. Per realizzarlo sono stati macinati centinaia di chilometri, necessari per avere condizioni di luce identiche e scatti sempre perfetti che un algoritmo ha poi associato ed elaborato prima dell’ultimo — e imprescindibile — controllo «umano». 

     

    «Però le fatiche le dimentichi subito quando vedi tanto entusiasmo intorno a te da parte dei passanti, specialmente in Italia. Qui ti fermano per chiederti cosa fai o per il classico selfie ».

     

    VENEZIA GOOGLE STREET VIEW VENEZIA GOOGLE STREET VIEW

    In effetti, mentre Rizzetti cammina, decine di persone lo scrutano o si girano a guardarlo nascondendosi fra i tavoli dei bar. I più curiosi lo bloccano e chiedono informazioni. «È la parte piacevole del lavoro — sorride lui — ma non immaginate quanta fatica e quanti mesi occorrano prima di avere tutte le autorizzazioni burocratiche e poi per controllare che i volti dei passanti siano oscurati perché per Google rispettare la privacy è determinante e se ci sfugge qualcosa si può chiedere la cancellazione». 
     

    GOOGLE STREET VIEW TORCELLO GOOGLE STREET VIEW TORCELLO

    Daniele Rizzetti ha una visione completa di tutti i passaggi perché è il direttore della squadra europea che si occupa di Google Street View. L’evoluzione di Maps che è presente in 75 Paesi e consente, con un pupazzetto giallo (si chiama Pegman, vuol dire molletta), di esplorare virtualmente il mondo attraverso foto panoramiche, scattate a livello stradale, potendo ruotare la visuale a 360°. Per farlo in diversi punti del mondo l’ingegnere veneziano utilizza persone del suo team ma anche gente del posto, dopo un periodo di formazione.

     

    «Mi piace essere allenatore-giocatore perché quando segui le partite “dal campo” le vedi meglio». Di partite Daniele ne ha «giocate» molte da quando è stato assunto nel 2011 da Mountain View.

    DANIELE RIZZETTO GOOGLE STREET VIEW DANIELE RIZZETTO GOOGLE STREET VIEW

     

    «Il trekker ha consentito di rendere accessibili luoghi impossibili non solo per le auto ma anche per il Trike (un triciclo impiegato per le aree pedonali) o il trolley (usato per gli interni di musei e gallerie) e ci ha consentito di rendere immortali per sempre le calli e i canali di Venezia, il Gran Canyon, i sentieri italiani delle Dolomiti, le Piramidi egiziane o le rovine di Petra in Giordania». 
     

    Con buona pace degli attacchi terroristici. Perché così chiunque potrà fare per sempre passeggiate «virtuali» fra le bellezze del mondo. 
     

     

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