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    E IL BULLETTO ABBASSÒ LE PENNE - RENZI DOPO LA SCONFITTA CAMBIA IDEA SULLA SCUOLA: ‘DIALOGHIAMO’ - E BLINDA MARINO A SUON DI MILIONI PER IL GIUBILEO. IL BONIFICO LO FA DIRETTAMENTE A CARMINATI?


     
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    . RENZI A GENOVA APRE SULLA SCUOLA “NON FACCIO TUTTO BENE, DIALOGHIAMO”

    Amedeo La Mattina per “La Stampa

     

    COFFERATI BURLANDO PAITA RENZI COFFERATI BURLANDO PAITA RENZI

    Renzi torna a Genova dopo la bruciante sconfitta elettorale e sale sul palco del teatro Carlo Felice per la «Repubblica delle Idee». Nel colloquio con Ezio Mauro, il premier apre sulla scuola. «Dialogheremo perché non si può fare una riforma senza il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, ma nessuno si illuda che ci piegheremo alle rendite di posizione, a chi dice che la scuola è intoccabile».

     

    Comunque Renzi si è reso conto che non può continuare a sfidare insegnanti, studenti e personale amministrativo. Arriva a fare pure un’autocritica ironica: «Ho fatto un capolavoro a farli arrabbiare tutti. Io non faccio tutto bene». Se sarà vera apertura si vedrà domani alla direzione del Pd. Un confronto importante con la sinistra Dem che potrebbe rasserenare i rapporti interni.

     

    LA SINISTRA CHE FA PERDERE

    paita con le ministre pd paita con le ministre pd

    L’occasione di essere il Liguria e di incontrare il nuovo governatore Toti al cantiere del Bisagno a Genova ha consentito a Renzi di precisare che «la lotta al dissesto idrogeologico non ha colore politico. I lavori devono andare avanti». Toti apprezza. Poi l’aspetto politico e l’amarezza per la sconfitta: «Mi dispiace molto per la Liguria, ma numericamente il Pd ha vinto e il Pd ha il consenso nel Paese, che nessuna sinistra europea ha». Certamente il Pd deve fare una riflessione, anche sulla bontà delle primarie per scegliere i propri candidati.

    PAITA PAITA

     

    «Se abbiamo perso in Liguria abbiamo sbagliato noi, chi trova alibi sbaglia. Se ha sbagliato ha sbagliato il Pd, da parte mia non sentirete mai una parola contro la Paita». Ma chi sta in una comunità politica deve rispettare le regole e il risultato delle primarie: non si può andare via e fare di tutto per far perdere chi rimane. Ma cosa succede se frana il Pd? Cosa c’è «fuori» il Pd? «Per caso c’è la coalizione sociale di Landini, il Podemos italiano, Pastorino? No fuori dal Pd ci sono Salvini e il centrodestra». Insomma il Pd rimane il baluardo al populismo.

     

    APERTURE SULLE RIFORME

    ezio mauro ezio mauro

    Difende il Jobs Act, l’Italicum e la riforma costituzionale. Le prime due riforme sono ormai leggi dello Stato. La terza sta tornando in aula al Senato e sarà un’altra occasione di confronto con la minoranza Pd. «Ho messo la sinistra in un angolo? Sì, sull’Italicum perché dopo anni di rinvii arriva il momento che se hai il coraggio fai le cose altrimenti non sei credibile. Sul lavoro? Sì, perché le nostre riforme sono molto più di sinistra di quelle che sostiene la sinistra che non le ha fatte».

     

    VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

    Sulla riforma del Senato invece c’è un’apertura. «Bisogna trovare dei punti di equilibrio, ma la chiuderemo». Bisogna andare avanti, non fermarsi. Anche al Sud «se falliamo è colpa solo del Pd , ecco perché la svolta in Campania è cruciale». Ma a De Luca non verranno fatti favoritismi, il «tempo delle leggi ad personam è finito». Scherza su Roma, «abbiamo un problema grande non come una mucca, come dice ElleKappa, ma come un elefante... Io mi vergogno quando leggo certe intercettazioni».

     

    Ma Renzi dice che nel Pd si sta facendo pulizia e «chi è stato condannato o verrà condannato deve uscire definitivamente dalla politica». Questo però non significa che chi riceve un avviso di garanzia sia già condannato. «Io ho anche un padre indagato a Genova. Ho 5 sottosegretari indagati, io credo che un cittadino è innocente fino a prova contraria. Non chiederò mai le dimissioni per un avviso di garanzia». Il sottosegretario Ncd Castiglione può dormire sonni tranquilli?

     

     

    2. DOPO MAFIA CAPITALE L’ASSIST DEL PREMIER AL SINDACO DI ROMA

    Fabio Martini per “La Stampa

     

    IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI

    Così diversi uno dall’altro, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il primo cittadino della Capitale Ignazio Marino non si sono mai capiti né amati, ma da qualche giorno hanno deciso di salire assieme sulla stessa barca, politicamente remando nella stessa direzione.

     

    A Palazzo Chigi è stato stabilito che il sindaco di Roma - emerso dalle intercettazioni come nemico numero uno dei capi-clan di Mafia Capitale - va difeso, anche perché arrendersi in questo momento «rischierebbe di aprire le porte di Roma alle forze anti-sistema, Cinque Stelle in testa», come ha confidato in queste ore il presidente del Consiglio.

     

    IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IN CAMPIDOGLIO

    Un’analisi che ha un nesso solo indiretto con la novità destinata a maturare nelle prossime 48 ore: il governo ha deciso di sbloccare risorse e poteri straordinari, da destinare a Roma in occasione del Giubileo, che si aprirà il prossimo 8 dicembre, per chiudersi il 20 novembre 2016. Naturalmente l’erogazione di risorse straordinarie - fisiologica in qualsiasi capitale europea chiamata a fronteggiare grandi eventi - era nelle cose da diverse settimane e il varo non è da mettere in relazione diretta col rischio-Grillo. E tantomeno con l’indagine Mafia Capitale. È un investimento che il governo aveva programmato da due mesi, ma che ora si definisce, trovando un attore chiamato ad interpretare la parte del protagonista: il sindaco di Roma.

     

    I DUE PROTAGONISTI

    RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

    Un investimento che il governo ha deciso, anche se il premier non ha mai avuto un feeling con il sindaco. Cattolici di radici diverse (più tradizionalista il primo, «adulto» il secondo); politico di professione Renzi, ex chirurgo Marino; quarant’anni il primo, sessanta il secondo; ma ciò che più divide i due è il diverso approccio comunicativo. In Renzi istintivo e «naturalmente» empatico; in Marino ogni tanto sopra le righe, talora foriero di messaggi ambivalenti. Come confermano i funerali di ieri della filippina Corazon Abordo: la solidarietà umana, materiale e di vario tipo offerta dal sindaco ai familiari, ha indotto Marino a presenziare ai funerali, ma senza mettere nel conto che un dettaglio (in questo caso le urla di quattro, cinque persone) si sarebbe tradotto nei titoli delle agenzie e persino di alcuni Tg Rai, nella sintesi: Marino contestato.

    BUZZI CARMINATI BUZZI CARMINATI

     

    CENTINAIA DI MILIONI

    Un approccio «senza rete», quello del sindaco di Roma, oramai proverbiale, ma che non ha impedito a Renzi di convergere a sostegno del Campidoglio. Negli ultimi giorni i due si sono parlati anche di persona, provando a prevedere ciò che più inquieta: sono immaginabili ulteriori sviluppi sul consiglio e sulla giunta capitolina?

     

    Se ci fossero, diventerebbe difficile per tutti resistere, ma in attesa il capo del governo ha deciso di varare - quasi certamente martedì - il decreto legge a sostegno di realtà bisognose di sostegni (terremotati dell’Aquila, dell’Emilia, ecc.) nel quale sono contenute anche le norme che conferiranno al sindaco di Roma poteri speciali (ma non l’incarico di commissario), destinati a snellire le procedure dei lavori e un’erogazione una tantum di alcune centinaia di milioni (400? 500? Di più? Si decide martedì) finalizzati a fronteggiare in particolare l’igiene pubblica a fronte dell’afflusso di milioni di pellegrini in più.

     

    BERGOGLIO - RENZI BERGOGLIO - RENZI

    Dovrebbe essere inoltre annunciata l’assunzione di 2500 fra carabinieri, polizia e guardia di finanza, tutti da impiegare nel Giubileo. Se nella preparazione del Cdm di martedì non ci saranno cambiamenti sostanziali, il pacchetto Renzi per il Giubileo è destinato ad inaugurare la stagione decisiva per Ignazio Marino: dopo due anni trascorsi nel cambiar verso a uomini e abitudini che erano penetrati nella vita amministrativa del Campidoglio, il sindaco di Roma avrà strumenti e risorse per provare a lasciare il segno.

     

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