Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
jeff bezos e washington post
La decisione dei miliardari Jeff Bezos, proprietario del Washington Post, e Patrick Soon-Shiong del Los Angeles Times di non dare l’endorsement a nessuno dei due candidati per la Casa Bianca, anche se era già pronto in entrambi i casi l’articolo del loro staff editoriale in appoggio a Kamala Harris, ha suscitato polemiche e proteste dei giornalisti e dei lettori.
Dopo l’uscita di un articolo a firma del direttore William Lewis per dare la notizia e per affermare che l’assenza di endorsement non viola i valori del giornale perché era una tradizione relativamente recente (dal 1976 con Jimmy Carter) ed è giusto che i lettori decidano da soli, i giornalisti del quotidiano hanno pubblicato un articolo che chiarisce che a “bloccarne” la pubblicazione è stato il proprietario del giornale (e di Amazon) Jeff Bezos, il secondo uomo più ricco del mondo dopo Elon Musk.
William Lewis
L’opinionista Robert Kagan si è dimesso: «Chiunque faccia parte dell’economia americana quanto Bezos ovviamente vuole avere buoni rapporti con chiunque sarà al potere». Poco dopo l’annuncio del Post , Trump ha ricevuto i manager di Blue Origin, compagnia spaziale di Bezos che ha un contratto da 3,4 miliardi di dollari con la Nasa per portare gli astronauti sulla luna.
Bob Woodward e Carl Bernstein, che sul Post fecero lo scoop del Watergate, hanno definito la decisione «sorprendente e deludente», specialmente così vicino alle elezioni. Editorialisti premi Pulitzer hanno scritto sullo stesso giornale che è un terribile errore e temono per la futura obiettività del giornale.
carl bernstein e bob woodward
Stephen King ha cancellato l’abbonamento (e così altri lettori). Anche al Los Angeles Times ci sono state proteste: la giornalista alla guida del comitato editoriale del giornale si è dimessa; ma la figlia del proprietario, Nika, scrive sui social che è giusto non dare l’endorsement «a una candidata che sta supervisionando una guerra contro i bambini» (un apparente riferimento a Gaza) [...]
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