VIDEO - CARLO CALENDA: ''È LA PRIMA VOLTA CHE PARLO DAVANTI A MIA MAMMA. CHE QUANDO PARLO DI DONNE MI RIPRENDE PER IL FATTO STESSO DI ESSERE UOMO''
1. COMENCINI DAL FIGLIO CALENDA "È BENE CHE FACCIA LA SUA STRADA"
Michela Tamburrino per ''La Stampa''
A vederla, in versione mamma del politico, Cristina Comencini appare lievemente imbarazzata. Forse, si sarà detta, sarebbe stato meglio restarmene a casa invece di sedere in prima fila all' Auditorium Rieti di Roma, dopo le foto di rito e dopo il saluto del figlio Carlo Calenda. La stessa ritrosia che la regista e scrittrice, figlia del famoso cineasta Luigi, manifesta il giorno dopo, di corsa tra una riunione e l' altra, sotto un sabato di pioggia a dirotto: «Sono andata in incognito perché questo è lo stile della mia famiglia. Ma sono felice per lui e lo sostengo, lo sosterrò sempre».
FRANCESCA COMENCINI CARLO CALENDA
Una famiglia che ha più di un nome noto e che appunto ha preferito regolarsi come sostiene Cristina, per "non accavallarsi" e per naturale eleganza che si fa ritrosia: «Sono felice che faccia la sua strada ma ognuno di noi la segue senza coinvolgere gli altri. Siamo abituati così».
Che risponde esattamente a quello che ha sempre pensato e messo in pratica. In passato infatti disse: «Mio figlio Carlo farà quel che si sente. Le madri in Italia hanno troppo potere sui figli e invece è bene che i figli facciano la loro strada. E spesso le madri possono non sapere nulla di loro».
Lei però sembra saperne parecchio. Forse proprio per questo e per voler rimanere di sfondo rispetto a una vita non sua, che suo figlio quando decise ufficialmente di non volersi candidare, disse: «Non mi voterebbe neppure mia madre. Lei è troppo di sinistra».
Comencini ride: «Ma quella era una battuta di Denis Verdini e mio figlio che è spiritoso l' ha fatta sua». In effetti era stato Verdini a uscirsene così in un' intervista del giugno 2017. Battuta che Calenda riprese a luglio durante un convegno organizzato da «Forza Europa».
carlo calenda nel film cuore del nonno luigi comencini
E che venerdì ha rinverdito: «È la prima volta in cinque anni di carriera politica che mia madre assiste a un mio discorso» per poi aggiungere, «ogni volta che dico qualcosa vengo duramente ripreso da mia madre per il fatto di essere un uomo». E neanche a proposito del manifesto politico, un fronte repubblicano europeista, contro i populisti ma accusato di allargare troppo le braccia oltre il centrosinistra, nemmeno a quello mamma Cristina ha risposto, forse perché, ritiene il figlio, non essendoci donne promotrici, era un manifesto indegno d' essere commentato.
Molto si conosce dell' impegno della regista e scrittrice a favore delle donne; libri e film che le celebrano. Sempre dalla loro parte, anche con Asia Argento quando denunciò e si fece artefice di #metoo. Due mariti e tre figli, parla di loro, quasi mai. Quando ebbe modo di farlo, a proposito di Carlo tempo fa, sembrò come parlasse di se stessa attraverso uno specchio rovesciato: «Io arrivo alla chiarezza attraverso la confusione.
carlo calenda
Guardando le cose con calma, mi faccio un' idea mia. Anche Carlo riflette enormemente e si documenta moltissimo su tutto. Ma poi lui è un uomo d' azione, fa la politica che è pensiero e azione. E a quello, all' intelligenza dell' azione, bisogna esserci portati. Lo ammiro ma non lo invidio.
Lui è nato con questa caratteristica, io no».
2. CALENDA E LA LISTA UNITARIA CON IL PD "PUNTIAMO AI DELUSI DI SALVINI"
Giovanna Vitale per ''la Repubblica''
carlo calenda
Punta in alto Carlo Calenda: «L' obiettivo è superare il 30%, rivolgendoci anche a elettori del centrodestra delusi da Salvini. La chiave è la mobilitazione popolare: il Pd da solo non può rappresentare tutti i cittadini che vogliono restare in serie A in Europa». E se pure «i verdi non ci saranno ma non mi stupisce, quelli italiani sono ideologici, mentre penso che +Europa alla fine aderirà », non sarà un' ammucchiata senza storia né simboli. Anzi. «Il Pd deve rimanere, io non credo a chi dice leviamo il logo», incalza l' ex ministro dello Sviluppo. «La cosa semmai va fatta con la qualità nelle liste, che devono essere a prova di bomba. Quelle pd alle politiche erano talmente scadenti che hanno contribuito al risultato».
Parole che scaldano i circa trecento cuori dell' associazionismo civile e politico - dallo storico Beppe Vacca all' ex sindacalista Cisl Raffaele Morese - riuniti alle spalle di piazza Fiume per preparare la battaglia contro i nazional-populisti che «rischiano di isolare l' Italia».
FABIO CALENDA
(Quasi) tutti si ritrovano nel manifesto europeista di Calenda, in tanti l' hanno firmato «perché non si può più star fermi, è ora di impegnarsi, di fare cittadinanza attiva» spiega Manuela Sette, funzionaria in un' azienda privata, seduta fra le prime file. Ma «non chiamatela lista Calenda », si schermisce lui: dopo il flop del fronte repubblicano «ho imparato che le cose si costruiscono, si crea un consenso. Ci sono 150mila persone che mettono soldi, organizzano manifestazioni spontanee, davvero tanta roba».
cristina comencini
Si aspetta molto, la società civile venuta ad ascoltare «il leader che può riunire il centrosinistra», ma ha paura, anche. «Come faremo a spiegare con parole semplici concetti tanto complessi?» si chiedono in tanti. «Riusciremo a parlare agli operai, ai giovani, ai disoccupati?».
«Non rischiamo l' autoreferenzialità? ». L' ex ministro non si sottrae: «Il Paese ha bisogno di competenza, delle classi dirigenti che non solo élite: le élite lavorano per preservare se stesse, le classi dirigenti per il bene comune». Per un giorno nei panni di figlio, oltre che di "padre" del movimento in gestazione: «È la prima volta che parlo davanti alla mia mamma» esordisce strappando un sorriso alla platea e i lucciconi di Cristina Comencini, che alla fine dirà: «Mi pare che Carlo sia piaciuto a tanti, qui dentro, è questa la cosa più importante».
cristina comencini
Calenda racconta dove il Pd ha sbagliato, senza emendarsi: «A volte siamo apparsi arroganti. E chi anche oggi dice che il reddito di cittadinanza è come una vita in vacanza non sa come si parla di povertà ed è parte dei problemi che abbiamo avuto». Spiega perché le prossime europee «sono come le elezioni del 1948: definiranno dove vogliamo stare, se nell' Occidente aperto e liberale o con i paesi dell' area di Visegrád». Perciò occorre unirsi, volare più alto delle polemiche.
L' ultima ieri: il coordinatore dei comitati pro-Zingaretti ha invocato «discontinuità» rispetto ai governi dem sconfitti il 4 marzo. «Si continua a fare opposizione al Pd anziché a Lega e 5S», la replica amara del martiniano Nannicini.