MEDIORIENTE: MINISTRO ESTERI LIBANO, PRONTI A FIRMARE TREGUA MA IDF SI RITIRI
BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA
(LaPresse) - Sul cessate il fuoco in Libano "noi siamo pronti, ora dipende dagli israeliani". Lo afferma il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Rashid Bou Habib, in un'intervista a La Repubblica. "Abbiamo detto agli americani che siamo pronti a implementare completamente la risoluzione 1701, ora dipende dagli israeliani", aggiunge, "ci sono segnali positivi ma non sono finali. Il Libano ha bisogno di pace, non vogliamo più morti e distruzione".
Alla domanda sul come verrà fatta rispettare la risoluzione, Habib risponde: "Siamo pronti a mandare 5 mila soldati in più dell’esercito libanese (Laf) a sud per collaborare con le truppe dell’Unifil e garantire che nessun’altra autorità, al di fuori del governo libanese, operi nell’area, che non ci siano altre armi se non quelle dell’esercito".
raid israeliano su beirut 8
"A condizione, certo", sottolinea, "che anche gli israeliani rispettino la risoluzione, perché da sempre violano i nostri confini, per aria, terra e mare. Ci saranno 60 giorni per il ritiro completo". "Se Israele continua a occupare nostre terre la resistenza tornerà, tra 2, 5 o 10 anni.
Fin quando ci sarà l’occupazione ci sarà la resistenza", dice ancora il ministro libanese, "noi vorremmo fortissimamente che in questi 60 giorni Israele negozi con noi su tutto il confine". E sulla reale possibilità di disarmare Hezbollah assicura: "Non ci saranno armi senza il consenso del governo libanese e nessuna autorità diversa da quella del governo libanese".
LIBANO, VERSO IL CESSATE IL FUOCO MA PESA IL PATTO SEGRETO USA-ISRAELE
Estratto dell'articolo di Fabio Tonacci per "La Repubblica"
BENJAMIN NETANYAHU A GAZA
Gli Stati Uniti ci credono. La Francia ci crede. Persino Netanyahu dichiara di aver accettato «il quadro generale» della proposta americana per il cessate il fuoco, già approvata dalla controparte libanese. Si può esser certi, dunque, che oggi Biden e Macron daranno l’annuncio della tregua tra Israele e Hezbollah, come vogliono le voci diffuse in forma anonima da consiglieri governativi e portavoce di New York, Gerusalemme e Parigi? No. Perché in Medio Oriente ogni bozza di accordo porta in seno il dettaglio che la può far saltare. E in questo caso il dettaglio si chiama “documento allegato”.
Andiamo con ordine e partiamo dall’ottimismo. C’è n’è tanto, dopo che domenica sera la riunione ristretta di ministri e intelligence militare convocata dal premier israeliano ha dato parere positivo alla proposta avanzata dall’inviato americano Amos Hochstein e già approvata da Nabih Berri, il presidente del Parlamento libanese che tratta a nome di Hezbollah. Nel pomeriggio la bozza per l’armistizio sarà discussa e votata dal Gabinetto di guerra israeliano, cui spetta l’ultima parola: nel caso di luce verde, i cannoni potrebbero tacere entro le 36 ore successive alla delibera.
BENJAMIN NETANYAHU A GAZA
[...] Tuttavia il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca ha ridimensionato le aspettative: «L’accordo è vicino ma non sarà finalizzato fino a che non saranno concordati tutti i dettagli», ha detto John Kirby. E il dipartimento di Stato ha ribadito che «l’intesa non c’è ancora».
Secondo la bozza Hochstein, dopo il cessate il fuoco l’Idf ha 60 giorni (il cosiddetto periodo di prova) per lasciare il Libano. Nello stesso lasso di tempo i miliziani devono ritirarsi a nord del fiume Litani, mentre l’esercito regolare libanese, riarmato dagli occidentali, insieme coi caschi blu di Unifil, si posizionerà lungo il confine con il compito di ripulire la regione dalle postazioni di Hezbollah che l’Idf, in più di un anno di bombardamenti e 3.000 vittime, non è riuscito a distruggere. I soldati saranno chiamati a prevenire il traffico di armi dalla Siria.
netanyahu bergoglio papa francesco
A un comitato militare internazionale, a guida Usa e con la partecipazione della Francia (inizialmente Netanyahu non voleva per via del sostegno di Macron al mandato di arresto dell’Aia), della Germania e della Gran Bretagna, spetterà vigilare sull’accordo, valutando eventuali violazioni. Ed è qui, sul concetto di violazione, che gira tutto. Perché se la cornice è accettata da entrambe le parti, non lo sono i particolari. Netanyahu ha detto che «tutto dipende da cosa si intende per violazione». Ecco che si arriva al “documento allegato”.
unita speciali radwan di hezbollah
È un testo siglato solo da americani e israeliani, non rientra nella bozza per la tregua e garantisce all’Idf libertà di azione per intervenire in Libano di fronte a minaccia immediata, come nel caso di lancio di missili. A patto, tuttavia, che esercito libanese e Unifil non intervengano prima. È la clausola che gli sciiti di Hezbollah, ma anche le istituzioni libanesi, non accettano di buon grado, perché di fatto introduce una limitazione della loro sovranità. [...]
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