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    È MORTO A MILANO BRUNO ERMOLLI, EX SUPERCONSULENTE DI BERLUSCONI - CAVALIERE DEL LAVORO, A LUNGO VICEPRESIDENTE DELLA SCALA, ERMOLLI ERA NATO NEL 1939: NEGLI ANNI OTTANTA DIVENNE UNO DEI PIÙ NOTI CONSULENTI AZIENDALE LAVORANDO PER LE MAGGIORI SOCIETÀ ITALIANE. IL LAVORO DI RIASSETTO IN MEDIASET E MONDADORI LO AVVICINÒ A SILVIO BERLUSCONI, CHE GLI CHIESE PIÙ VOLTE DI FARE IL MINISTRO. DIETRO A MOLTE SCELTE ECONOMICHE DEL CAV, PER DIVERSI ANNI, C’ERA LUI…


     
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    Pierluigi Panza per www.corriere.it

     

    bruno ermolli silvio berlusconi bruno ermolli silvio berlusconi

    È morto questa notte, a Milano, Bruno Ermolli, Cavaliere del Lavoro, consulente aziendale a lungo vicepresidente della Scala. Era malato da tempo. Ermolli era nato a Varese nel 1939 e nel 1970 costituisce Sin&rgetica, primaria società nel settore della Consulenza di strategie di impresa, finanza e management. Dal 1980 al 1982 ha presieduto l’Associazione Nazionale delle Società di Consulenza di Direzione ed Organizzazione nell’82 è stato promotore della nascita della Federazione Nazionale del Terziario Avanzato della quale è stato Presidente.

     

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    Negli anni Ottanta è diventato uno dei più noti consulenti aziendali e ciò lo ha portato a lavorare per le maggiori società italiane, spesso ricoprendo cariche nei Consigli di amministrazione come in Camera di Commercio di Milano, Mediaset, Mondadori, Università Bocconi; Politecnico, FAI (Fondo Ambiente Italiano), Fondazione Milano per la Scala… Il lavoro di riassetto in Mediaset e Mondadori lo avvicinò a Silvio Berlusconi, che a più riprese gli chiese di fare il ministro; ma Ermolli preferì continuare con il suo lavoro di consulente anche per Multinazionali, Fondazioni, onlus e nei grandi Enti e nella Pubblica Amministrazione. Questo gli consentì di lavorare, anche a Milano, con sindaci di diverso orientamento politico.

     

    SCALA ERMOLLI SCALA ERMOLLI

    Comunque, dietro a molte scelte economiche di Berlusconi per diversi anni ci fu Ermolli. In alcune legislature fu anche chiamato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in qualità di esperto. Anche per gli oppositori di Forza Italia, Ermolli rimase sempre l’uomo con cui «si poteva dialogare».

     

    Anche per questo è stato il più longevo e operativo vicepresidente del Teatro alla Scala, promotore del progetto della Scala su più poli (Piermarini, Arcimboldi, Ansaldo), già nel consiglio di amministrazione ai tempi del restauro del Piermarini di Mario Botta e al fianco dei successivi due sovrintendenti che scelse: Stéphane Lissner e Alexander Pereira.

     

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    Fu anche tra i promotori delle iniziative pucciniane a Torre del Lago: Puccini era il compositore che più apprezzava. Nel 2001 aveva ricevuto l’onorificenza dell’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano e nel 2002 il cavalierato per il lavoro. È stato anche docente di corsi e seminari, ma era un uomo operativo con grandi capacità di mediazione e abilità nel trovare soluzioni senza mettersi in mostra. In questo rappresentava un rinnovato volto di quella parte di borghesia ambrosiana che, dopo il boom industriale, si era impegnata anche nel mondo finanziario e della consulenza strategica d’impresa.

     

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    Nell’età adulta ha sempre vissuto a Milano, ma non aveva tagliato i legami con Varese, dove ogni anno organizzava un concorso ippico in memoria del padre. In Costa Azzurra, dove trascorreva le estati, aveva dei vigneti da quali ricavava un delicato rosé. Era sposato con due figli di cui uno, Alessandro, continua l’attività paterna. I funerali sono previsti per martedì pomeriggio nella Chiesa di San Marco, che vedeva ogni giorno dal suo ufficio.

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