Giuseppe Del Bello per la Repubblica
CARDARELLI LETTINO DEL DEFUNTO
Il paziente muore in corridoio. E invece di trasferirlo nella morgue, lo sistemano in medicheria, accanto al bagno utilizzato dai ricoverati in barella. Ci resta per un' ora poi, finalmente, va in camera mortuaria. Succede all' ospedale Cardarelli, in Chirurgia d' urgenza, reparto dove vengono curati (e salvati) centinaia di pazienti, ma dove ieri mattina è andato in scena l' inverosimile. A denunciarlo sulla sua pagina Facebook è Daniela B., figlia di un' altra paziente, anche lei ricoverata in barella per tutta la notte. Ma il manager del Cardarelli smentisce e i Nas gli danno ragione: «Tutto in regola».
«Quando la realtà supera la fantasia - scrive la donna - C' è un unico bagno a disposizione e muore un ricoverato. Dove lo mettono? Vicino alla porta del bagno». È lì che il defunto è rimasto parcheggiato dalle 10 alle 10,50: quasi un' ora in stand-by. Solo che, in attesa del trasferimento definitivo, il bagno è rimasto aperto e senza neanche un cartello con la scritta "inagibile". Daniela racconta: «Siamo state sette ore in pronto soccorso, aspettando il ricovero. Finalmente alle 20 andiamo in Chirurgia d' urgenza, sulla barella, in corridoio. Accanto a mia mamma c' era un' altra lettiga con sopra un uomo moribondo. È morto alle 10 circa. E di lì, è stato portato appunto nel bagno-medicheria.
ospedale cardarelli
Stavo per entrare, quando la figlia di un' altra ricoverata in barella mi avverte: "Non andare lì. C' è un cadavere. Cerca un' altra toilette". Difficile, con mia madre che cammina solo con la stampella». Fretta, incuria, carenza di personale sarebbero le ragioni dell' accaduto. «Stavo per svenire. Poi, ho deciso di denunciare tutto», dice Daniela. Subito dopo il locale con annesso servizio igienico è stato pulito e chiuso a chiave per circa un' ora. Alle 12 era di nuovo agibile. Daniela avverte però di non liquidare l' episodio come malasanità. Premette: «Solo ufficialmente quell' ambiente è una medicheria, di fatto serve al passaggio delle persone (ricoverate e familiari) per accedere al bagno».
CARDARELLI NAPOLI
Aggiunge: «Nessuna speculazione: i medici e tutto lo staff sanitario sono stati impeccabili. Non bisogna prendersela con loro, che stimo e rispetto». «Ad essere gentili talvolta si sbaglia», commenta un medico. Infatti, per i parenti dei pazienti, il bagno più vicino si trova nel piano inferiore. «Chi ha concesso la possibilità di usare quei servizi igienici non sapeva che lì era stata temporaneamente sistemata la salma». Il manager del Cardarelli Ciro Verdoliva smentisce tutto: «Il paziente deceduto è arrivato al pronto soccorso in codice giallo alle 16,46 e ricoverato in Chirurgia d' urgenza alle 20,30. Le sue condizioni erano disperate, la sua patologia di base lo caratterizzava come "in fase terminale". È deceduto alle 10 dopo assistenza medica e rianimatoria iniziata dalle 9».
MEDICI
E la sistemazione del defunto in medicheria? Si è proceduto così, risponde il manager «per permettere la composizione della salma ed evitare che restasse nell' area di degenza. E la medicheria è zona inibita al pubblico». È scattata un' indagine interna, mentre una verifica dei Nas avrebbe confermato la tesi del manager. Interviene il presidente della Regione, Vincenzo De Luca: «Saremo inflessibili nell' affrontare i problemi reali, ma inflessibili anche nel contestare le diffamazioni e l' abitudine a rilanciare false notizie».