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    AVVISATE ERDOGAN CHE PUÒ TORNARE A FARE AFFARI, È RIPARTITA LA ROTTA TURCA DEI MIGRANTI - SONO RIPRESI GLI SBARCHI IN SICILIA, A BORDO CI SONO I PROFUGHI CHE ATTRAVERSANO EGEO E MEDITERRANEO ORIENTALE PER GIUNGERE FINO IN GRECIA O IN ITALIA - ARRIVANO DA AFGHANISTAN, SIRIA, IRAQ E IRAN, NEL SOLO MESE DI SETTEMBRE SONO STATI REGISTRATI 1.590 ARRIVI, IL 18% IN PIÙ RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2020...


     
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    Fabio Albanese per "La Stampa"

     

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    Li hanno trovati nella notte, infreddoliti, tutti ancora sull'imbarcazione incagliata tra gli scogli, nel mare tra Aci Trezza e Capo Mulini, i luoghi di Giovanni Verga e del naufragio della barca dei «Malavoglia»: 84 migranti; tra loro dieci donne, una delle quali incinta, e otto bambini.

     

    Erano su un veliero, uno dei tanti che attraversano Egeo e Mediterraneo orientale per giungere fino in Grecia o in Italia. Sono tutti salvi ma il loro sbarco avrebbe potuto avere esiti drammatici per via del maltempo che in quelle ore ha sferzato l'intera Sicilia e perché la barca avrebbe potuto essere squarciata dagli scogli di pietra lavica.

     

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    Come primo rifugio, i naufraghi sono stati portati in una struttura messa a disposizione dal comune di Aci Castello. Arrivano da Afghanistan, Siria, Iraq e Iran. Due elicotteri della Guardia costiera hanno sorvolato per ore quel tratto di mare, per la preoccupazione che qualcuno dei migranti fosse in acqua; ma non è stato trovato nessuno.

     

    Uno sbarco «autonomo» nel Catanese non si registrava da molto tempo, anche se la rotta da cui provengono i migranti è di nuovo molto battuta, soprattutto nelle ultime settimane. E se prima finiva sulle spiagge a Sud di Siracusa, ora spesso si conclude su quelle della Locride, in Calabria, dove l'ultimo sbarco di questo tipo è stato registrato appena mercoledì scorso: 114 persone.

     

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    Martedì ne erano arrivati 78, lunedì 80. Tutti velieri, che da lontano possono essere scambiati per imbarcazioni da diporto ma poi sottocoperta sono stipati di migranti, e tutti partiti dalla stessa area, in Turchia, infine intercettati poco al largo di Roccella Jonica dalla Guardia costiera o dalla Guardia di finanza e scortati in porto.

     

    In poco più di tre mesi sono una quarantina gli sbarchi di questo tipo nella Locride. E d'altronde, che la «vecchia» rotta del Mediterraneo orientale si sia riattivata, lo certificano i dati di Frontex, l'agenzia per le frontiere esterne dell'Ue, secondo cui nel solo mese di settembre sono stati registrati 1590 arrivi di migranti, il 18% in più rispetto allo stesso mese del 2020.

     

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    Un trend in crescita, nonostante nel complesso dei primi nove mesi dell'anno si registri un -17% complessivo di arrivi rispetto all'anno scorso: 13.190 persone. Le nazionalità di chi affronta questo viaggio, lungo e però meno pericoloso di quello attraverso il Mediterraneo centrale e che non sempre finisce in Italia, sono una sorta di mini compendio di geopolitica mediorientale: Siria, Afghanistan, Iran, Iraq, Palestina, Turchia. Ma ci sono anche eritrei e somali.

     

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    I numeri più alti sono quelli degli afghani, cominciati ad aumentare a partire dal mese di aprile: 1067, poi 1336 a maggio, quindi 1454 a giugno, 1326 a luglio, 1375 ad agosto, 1372 a settembre, in totale 10.043.

     

    Il secondo gruppo più numeroso è quello palestinese, 527 solo in settembre. Nelle statistiche del Viminale, che alla data del 13 ottobre contano 48.987 persone giunte in Italia nell'anno, i numeri che riguardano i migranti della rotta dalla Turchia sono ancora bassi.

     

    Le prime tre nazionalità sono riferite a migranti che hanno attraversato la rotta del Mediterraneo centrale: Tunisia con 13.610, Bangladesh con 6226, Egitto con 5069. Dall'Iran sono arrivati in 2824, dall'Iraq in 1953.

     

    erdogan turchia erdogan turchia

    Nel 2021 tutte le rotte migratorie verso l'Europa registrano aumenti. Come ha sottolineato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri al comitato Schengen del Parlamento italiano, «da gennaio a settembre 2021, gli Stati Ue dell'area Schengen hanno segnalato circa 134 mila attraversamenti illegali delle frontiere Ue, con un aumento di circa il 68% rispetto allo stesso periodo del 2020».

     

    Un fenomeno dunque che non riguarda solo l'Italia, sebbene la rotta del Mediterraneo centrale registri un +87% rispetto a un anno fa, e non solo le frontiere marittime. Basti pensare a quanto sta accadendo sulla rotta «terrestre» tra Bielorussia da una parte, e Lituania, Lettonia e Polonia dall'altra, dove a tentare di attraversare i confini sono per la maggior parte iracheni, afghani e congolesi.

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