Riceviamo e pubblichiamo
La nota inviata dall'avvocato Niccolò Ghedini a "L'Espresso"
marina berlusconi
Le passate vicende in cui si inserivano le dichiarazioni dell’avvocato Mills da voi citate (peraltro estrapolando alcuni passaggi in maniera parziale e dunque fuorviante, senza dar conto delle successive dichiarazioni dello stesso Mills) chiarirono totalmente l’assoluta estraneità della signora Marina Berlusconi alla storia pregressa della società Bridgestone Properties Limited così come ad ogni atto men che lecito. Estraneità confermata dalle decisioni dell’autorità giudiziaria, che escluse qualsiasi coinvolgimento della signora Berlusconi.
La Bridgestone Properties Limited, cui fa capo unicamente la villa della signora Berlusconi alle Isole Bermuda, è una società immobiliare i cui beni sono ad esclusiva disposizione della proprietà, ovvero Marina Berlusconi. Compare regolarmente nella dichiarazione dei redditi che la signora Berlusconi presenta annualmente al fisco italiano, e su di essa vengono pagate tutte le le tasse e le imposte previste dal nostro ordinamento tributario.
MARINA E SILVIO BERLUSCONI
Non esiste dunque alcun beneficio fiscale o di altro tipo. Per quanto riguarda lo “yacht” da voi citato, l’unica imbarcazione utilizzata dalla famiglia alle Isole Bermuda è un vecchio motoscafo di circa 10 metri ormai da più di vent’anni in disuso e ricoverato in un cantiere navale della Bermuda stessa.
La signora Berlusconi, visti i suoi impegni, naturalmente non si occupa della gestione burocratica della società e della casa, avendo demandato in toto il compito ad un noto professionista monegasco, l’avvocato Maurizio Cohen, che agisce in completa autonomia.
La signora Berlusconi non ha alcun altro tipo di attività o proprietà intestate a società cosiddette offshore. Il suo giudizio sull’utilizzo di dette società è totalmente critico, quando non rispettino la legislazione fiscale nazionale e non adempiano ai loro doveri fiscali in Italia.
MARINA BERLUSCONI GIAMPAOLO ANGELUCCI PANDORA PAPERS
Ovviamente ogni illazione o ricostruzione non aderente alla realtà fattuale, così come ogni violazione della privacy, sarà perseguita nelle sedi più opportune.
Avv. Niccolò Ghedini
PANDORA PAPERS, DA MARINA BERLUSCONI AD ANGELUCCI ECCO I PERSONAGGI LEGATI ALLA POLITICA CON LE OFFSHORE AI CARAIBI
Estratto dell’articolo di Paolo Biondani, Vittorio Malagutti, Leo Sisti per https://espresso.repubblica.it/
silvio e marina berlusconi
Le azioni al portatore di Marina Berlusconi a Panama. Il condono fiscale e la tesoreria ai Caraibi dell’imprenditore ed editore Giampaolo Angelucci. Le casseforti panamensi di Alessandro Falciai, l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena.
Il trust a Singapore intestato all’ex ministro Gianni De Michelis, ma creato da sua moglie, Stefania Tucci, condannata per riciclaggio delle tangenti dell’amico Luigi Bisignani. La società esotica aperta del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, mentre era senatore di Forza Italia.
Giampaolo e Antonio Angelucci
Sono storie di offshore, finora sconosciute, che riguardano italiani che hanno trasferito una parte del proprio patrimonio nei paradisi fiscali. Sono affari che riguardano «Persone esposte politicamente» (Pep), così come le classificano le 14 società internazionali di gestione fiduciaria delle ricchezze dei vip che sono al centro dell’inchiesta giornalistica Pandora Papers.
BERNABO' BOCCA FEDERALBERGHI
Il marchio Pep è imposto dalle leggi anti-riciclaggio per segnalare i titolari di cariche politiche o ruoli pubblici e i loro familiari. L’etichetta dovrebbe far scattare verifiche sui beneficiari e sull’origine dei fondi incassati dalle loro offshore, con obbligo di comunicare nomi e cifre alle autorità interessate. Questi controlli, sulla carta, si fanno anche nei paradisi fiscali, ma restano un segreto professionale dei fiduciari. Di fatto nei Pandora Papers non si trova nemmeno una segnalazione sui Pep italiani.
STEFANIA TUCCI GIANNI DE MICHELIS
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ARTICOLO INTEGRALE:
Giampaolo Angelucci gianni de michelis by osho marina berlusconi pandora papers berlusconi putin