Alessandro Capponi per il “Corriere della Sera - Roma”
colosseo quadrato (1)
«Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di trasmigratori» e, forse, di debitori: le ultime parole si potrebbero aggiungere alla dicitura lassù, in cima al Palazzo della civiltà italiana (poi ribattezzato «della civiltà del lavoro»), il cosiddetto Colosseo quadrato, uno dei simboli della nostra architettura. Perché adesso, per una questione di casse vuote dell’Eur spa — la società che amministra un patrimonio immobiliare da centinaia di milioni nel quartiere romano voluto dal fascismo — il palazzo è a rischio vendita. Come un bene immobile qualsiasi, come un appartamento di pregio, come un gioiello di famiglia da sacrificare per fare cassa. Il palazzo dell’incapacità italiana.
La Nuvola di Fuksas
Ecco, ci sono da finire i lavori della Nuvola di Fuksas, architettonicamente leggera ma economicamente pesante (costi lievitati, negli anni, da 270 a 400 milioni) e dunque di milioni, adesso, ne mancano 133. Dove trovarli? «Domani deciderà l’assemblea dei soci, cioè il ministero dell’Economia al 90 per cento e il Comune di Roma al 10 — spiega Pierluigi Borghini, dal 2009 presidente di Eur spa — perché qui o si ricapitalizza o dovremo vendere gli immobili».
cena di finanziamento del pd a roma ranucci raffaele
Tra questi, che però al momento sono vincolati, c’è il Colosseo quadrato: in città corre voce che ci sia un’offerta di 50 milioni del gruppo Arnault-Fendi, che lo ha già in affitto. Borghini conferma l’interesse: «C’è una disponibilità alla trattativa, ma 50 milioni è una cifra che rappresenterebbe un affare per l’acquirente». Ecco, sia chiaro: in molti pensano che, quale che sia la somma, certo la (s)vendita non sarebbe un affare per il Paese.
Roberto Morassut
Interrogazioni parlamentari (da quelle dei deputati Morassut e Marroni fino a quella di venerdì rivolta a Padoan dal senatore Raffaele Ranucci, Pd) e polemiche non mancano. Anche perché Eur spa è la società che ha visto amministratore delegato quel Riccardo Mancini, già braccio destro dell’ex sindaco Gianni Alemanno, a processo per la tangente da 600 mila euro (Breda Menarini) e indagato per «Mafia capitale».
Erano altri tempi: dicevano di voler far disputare all’Eur il Gran premio di Formula 1, solo per fare un esempio. E oggi il quartiere si ritrova con questi soprannomi imbarazzanti, «là c’è Beirut», là «Sarajevo nel ‘95», perché nella zona ci sono cantieri (per lo più fermi), scheletri architettonici, oltre a parcheggiatori abusivi e prostitute.
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Eur spa è in concordato, gestione ordinaria sospesa per 120 giorni. Tocca al Mef, domani nell’assemblea dei soci, decidere cosa accadrà, visto che il Campidoglio pare aver inserito il suo 10 per cento nelle quote da cedere. «Il Comune rimane inspiegabilmente in silenzio ma comunque è impensabile vendere il Palazzo della civiltà del Lavoro — commenta il senatore Ranucci — sarebbe come cedere un pezzo di storia: certo è nato in un’epoca negativa ma là hanno lavorato i grandi architetti italiani, è il luogo del razionalismo, celebrato nel mondo. La “Nuvola” va assolutamente completata ma bisogna trovare i soldi altrove, non vendendo un pezzo di storia». Il palazzo della (cosiddetta) civiltà italiana.