Massimo Rebotti per il “Corriere della Sera”
Non è la prima volta che i vertici del Movimento 5 Stelle evocano l’ipotesi di dimissioni di massa ma, rispetto alla precedente (era inizio gennaio), ci sono due fatti nuovi: «Lo schiaffo di Renzi a tutte le opposizioni sulle riforma costituzionale e un nuovo presidente al Quirinale».
BEPPE GRILLO AL QUIRINALE
Un post sul blog di Beppe Grillo ha chiesto lo scioglimento di un Parlamento «illegittimo» perché scaturito da una legge elettorale «incostituzionale», auspicato nuove elezioni «entro la primavera» e, soprattutto, chiamato le altre opposizioni, che sono uscite dall’Aula durante il voto sulle riforme, a un’azione «congiunta»: dimettersi per ottenere lo scioglimento delle Camere.
«È una sfida agli altri, una provocazione» dice il senatore cinquestelle Michele Giarrusso «se sono così indignati con Renzi, che lo dimostrino». E qui entra in scena il secondo elemento di novità su cui punta il M5S, il capo dello Stato: «Quando lo incontreremo gli chiederemo cosa pensa di quello che è successo alla Camera e, soprattutto, di verificare se Renzi ha ancora la maggioranza in Parlamento».
MAURIZIO BUCCARELLA
Sulla stessa linea il senatore Maurizio Buccarella: «L’ipotesi di dimissioni è un messaggio al presidente, lui è un garante per tutti. Ora ci sono le premesse per avere più sintonia con il Quirinale, e poi abbiamo particolarmente apprezzato questa scelta di Mattarella di viaggiare con un volo di linea».
La riunione del gruppo cinquestelle al Senato è convocata per domani mattina: «Credo proprio che ne parleremo — dice Buccarella —. Bisogna verificare se questa mossa delle dimissioni è tecnicamente praticabile. Ma dal punto di vista politico è un atto molto forte, il più forte che si possa immaginare».
Il presidente del gruppo a Palazzo Madama è Andrea Cioffi: «Sergio Mattarella arriva dalla Corte costituzionale, gli chiederemo come intende salvaguardare la Repubblica parlamentare e la Costituzione dopo quello che è successo in Parlamento: le opposizioni che escono mentre si vota per cambiare la Costituzione, se non è un problema democratico questo».
MATTARELLA QUIRINALE
L’incontro con il capo dello Stato non è ancora in calendario «ma già durante il ricevimento al Quirinale io gli ho detto che siamo ansiosi di vederlo, senza tirarlo per la giacchetta, per carità». Nel Movimento 5 Stelle c’è pochissima fiducia negli eventuali alleati in questa battaglia: «A Forza Italia che dice “vi faremo vedere i sorci verdi” io non credo affatto» sorride una giovane deputata. «Nemmeno Sel e la Lega sono convincenti» aggiunge Cioffi, «la realtà è che sono tutti troppo attaccati alla poltrona» rincara Giarrusso .
Ma a dimettersi da soli i Cinquestelle non ci pensano: «La mossa serve solo se si scioglie il Parlamento e si va a elezioni». «Noi comunque siamo pronti» aggiunge il senatore Buccarella «anche se ci sarebbero tante cose lasciate a metà, come le norme anticorruzione, sarebbe un peccato...».
MARIO MICHELE GIARRUSSO
Nessun rimpianto per un’eventuale addio al Parlamento tra altri deputati, più giovani: «Non sarebbe una sconfitta nostra, ma del Paese». L’ipotesi, comunque, non è realmente sul tavolo, «mettiamo gli altri alla prova, chiacchierano o sono disposti ad atti concreti?» si chiede Giarrusso.
Le vere aspettative politiche del M5S si concentrano sulla primavera, quando le riforme costituzionali torneranno in Senato: «Lì per Renzi i numeri sono complicati — conclude il capogruppo Cioffi —. Se il premier si crede Cesare, sappia che dopo arrivano sempre le Idi di marzo...».