Davide Desario per leggo.it
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Troppo grossa. Poi troppo magra. Canzoni troppo sdolcinate oppure troppi tormentoni estivi. C’è perfino chi l’ha accusata, confondendo il nome, di essere la causa della separazione tra Totti e Ilary. Che palle! Noemi (all’anagrafe Veronica Scopelliti) a quarant’anni ha, invece, trovato un suo equilibrio. Sta bene con se stessa e con la sua musica. E si è visto anche come ha affrontato, alla vigilia del suo tour invernale nei teatri delle principali città, l’intervista in Tv a “Belve”.
È uscita bene dalla gabbia di Francesca Fagnani?
«Sì, dai. Mi ha fatto anche domande scomode. Ma è stata sensibile ed elegante. Poteva andare peggio».
Ora un tour invernale, perché?
«Perché sono stata così felice di come è andato quello estivo che ho voluto farne subito un altro. Ma diverso, nei teatri».
La data estiva che le è rimasta nel cuore?
«Peccioli, in Toscana. C’era un’atmosfera pazzesca: ho suonato in una cavea e sullo sfondo del palco una vallata. E delle statue giganti che sembravano emergere dalla terra. Emozionante».
E cosa cambierà a teatro?
NOEMI DA PICCOLA
«Tutto. C’è più intimità, ci sarà tanto buio e delle luci pazzesche curate da Jacopo Ricci. E finalmente il pianoforte al centro che suonerò molto e questo è un altro velo che cade tra me e il pubblico».
Però non parla di musica.
«È cambiata la scaletta. Abbiamo riarrangiato molti pezzi».
Quello che le piace di più?
«Non è mio, ma mi piace tanto. Ho deciso di suonare Il Chiaro di Luna di Debussy. Speriamo che me regge la pompa».
Poi?
«Suono anche un pezzo di Bill Evans e farò un medley delle mie hit».
Anche lei, come ormai fanno quasi tutti, avrà ospiti sul palco?
«Sì. È una cosa che da un lato mi piace perché crea una bella atmosfera, dall’altra mi mette sempre un po’ d’ansia».
Qualche nome?
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«Stiamo mettendo a punto le date. Spero in Carl Brave e Fiorella Mannoia a cui devo tanto».
Tre canzoni che non si stanca mai di ascoltare?
«Oddio, tre sono pochissime. Dico It could happen to you di Chet Baker, La Donna Cannone di Francesco De Gregori e il tema principale della colonna sonora di Michael Nyman del film Lezioni di piano».
Ha collaborato con tantissimi colleghi italiani, ce ne è uno con il quale vorrebbe fare qualcosa ma ancora non ci è riuscita?
«A me piace Giorgio Poi, è un figo».
E qualcuno con cui, tornando indietro, eviterebbe?
«Nessuno, davvero».
Nemmeno Neffa dopo quel duetto all’ultimo Sanremo?
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«Io credo che ogni passo ha un senso. Anche quello. Diciamo che non lo bisserei... (e scoppia a ridere ndr)».
A proposito di Sanremo, sarà in gara per la terza volta consecutiva?
«No, dai. Ne ho fatti sette. Se mi chiederanno di fare un duetto molto volentieri. Oppure se mi chiama Amadeus come ospite».
Si è laureata in critica cinematografica eppure c’è poco cinema finora nella sua vita.
«Non è vero, c’è. Ma non quanto vorrei. Voglio recuperare».
Come?
«Quest’estate sono stata giurata al Taormina Film Festival. Adesso farò una masterclass al Torino Film Festival».
Ok, ma fare cinema?
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«Ci sto pensando. Ma il grande schermo lo amo troppo e vorrei arrivarci gradualmente. Magari potrei cominciare con qualcosa sulle piattaforme di streaming come Netflix o Amazon Prime Video».
Il suo angolo del cuore a Roma?
«La discesa del Grillo, quella che collega via Nazionale a via Cavour con vista sui Fori Imperiali. La facevo spesso per tornare a casa quando andavo a scuola al San Giuseppe Demerode».
E a Milano?
«Corso Lodi. Lì c’è un pub che mi piace un casino: mi ricorda Londra».
Già, lei ha una casa anche a Londra. A questo punto mi dica anche il posto del cuore nella City.
«Barons Court, senza dubbio».
Al mondo siamo 8 miliardi. E lei ha scritto che invece pensa sempre alla pizza. Un figlio con suo marito, Gabriele Greco, no?
«Ho trovato un equilibrio. È un momento molto bello. Me lo sto godendo. Per fare un figlio vorrei sentirmi ancora più forte».
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