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— Emei Markus (@EmeiMarkus) November 24, 2022
Estratto dell'articolo di Stefano Cappellini per “la Repubblica”
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Chi è Aboubakar Soumahoro? La domanda comincia ad avere un fascino letterario: un idealista ingenuo e un po' naïf? Un volgare imbroglione? La sua è la storia di un accidentale e inconsapevole inciampo o è la truffa politica del decennio?
Il fascino sta ovviamente anche nella possibilità che una pista non escluda del tutto le altre, come sa chi ha amato L'impostore di Javier Cercas, libro che racconta la vicenda umana e politica di Enric Marco, militante antifranchista, capo del sindacato anarchico negli anni Settanta e presidente dell'Associazione spagnola dei sopravvissuti ai campi di sterminio, dove in realtà - a dispetto dei suoi racconti inventati - Marco non aveva trascorso un solo giorno della sua vita.
Abou, come lo chiamano gli amici, diventa un personaggio pubblico nel 2009, quando interviene da oratore a una manifestazione antirazzista e colpisce molti per la nettezza della denuncia dello sfruttamento e per il suo italiano forbito, lui arrivato a 19 anni dalla Costa d'avorio e laureato in sociologia alla Federico II di Napoli.
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Si arruola nell'Usb, piccola ma agguerrita sigla del sindacalismo di base, occupandosi di braccianti e caporalato. I media si accorgono presto di lui. Propaganda Live , tempio della sinistra catodica, lo elegge punto di riferimento per la ricostruzione del campo di valori e programmi del disastrato progressismo nazionale. Una copertina dell'Espresso lo mette a fianco di Matteo Salvini, allora ministro dell'Interno, sopra il titolo Uomini e no. Intellettuali, artisti, influencer lo aiutano e finanziano.
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Quindi Abou lascia l'Usb, già accompagnato dalle accuse dei suoi compagni su scarsa trasparenza e affarismo, e fonda la Lega dei Braccianti, mezzo sindacato e mezzo associazione per i diritti, che aveva sede proprio alla Karibu, la coop di suocera e moglie con sede a Latina, dove sotto i suoi occhi - inconsapevoli secondo la versione familiare, omertosi o complici secondo la logica - accadeva molto di ciò che Abou dichiara di combattere da sempre: stipendi non pagati o in nero, uso opaco di fondi pubblici, maltrattamenti e condizioni indegne di un'accoglienza umana e solidale agli immigrati.
«Sapevo solo degli stipendi non pagati, avrei dovuto viaggiare meno e visitare più spesso la struttura», è stata la versione difensiva data ieri a Piazzapulita . Il conduttore Corrado Formigli gli ha anche chiesto: «Ma lei come si manteneva?». La risposta: «Ho scritto un libro». La replica: «E con i soldi di un libro ha comprato una casa?». La risposta: «Insieme a mia moglie».
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Come una slavina che aspettava solo un varco per precipitare a valle, sono spuntate altre denunce su episodi poco chiari della biografia politica di Abou. Improvvisamente pare tutti sapessero che qualcosa non tornava. Cominciano ad affastellarsi episodi oscuri, alcuni già pubblici e altri no: bonifici della coop di famiglia verso il Ruanda, dove il cognato di Abou ha aperto un resort, una sottoscrizione per portare cibo nei ghetti in pandemia - oltre 250 mila euro raccolti che non si capisce bene se e come sia stata spesa. Caritas e Cgil locale raccontano di come nel 2020 squadracce agli ordini di Abou abbiano impedito con la violenza l'avvio di un programma di lezioni di italiano agli immigrati di Borgo Mezzanone.
Un prete della Caritas, don Pupilla, spiega di aver avvisato Nicola Fratoianni che Abou non era quello che sembrava e che sarebbe stato un "autogol" candidarlo. Fratoianni, che alla fine Abou l'ha portato in Parlamento insieme al leader del Verdi Angelo Bonelli, spiega di essersi perso il messaggio di don Pupilla su Instagram e di aver chiarito al telefono con lui l'equivoco solo due giorni fa.
MEME SUGLI OSPITI DI ZORO FINITI MALE
Dalla Flai, ramo braccianti della Cgil arriva un'accusa addirittura più grave: gli uomini della Lega braccianti a Borgo Mezzanone sono quelli che hanno in mano la gestione del caporalato locale. Accuse da provare, e che potrebbero anche rientrare nella furia dello scontro sindacale. Intanto i giornali della destra banchettano. La nemesi di Soumahoro è che ora la sua parabola si rovescia nella legittimazione del peggiore repertorio sovranista: il buonismo come copertura di attività lucrose, il progressismo come falsa coscienza. Bel danno per chi a queste tesi continua a dare il nome che meritano.
Fratoianni e Bonelli hanno incalzato Abou nel corso di un colloquio l'altroieri alla Camera. Gli hanno chiesto: sapevi o no dei guai combinati dalla coop di tua suocera e tua moglie? I due leader di partito sono usciti dal confronto frastornati dal dubbio di essere rimasti vittima di un abbaglio collettivo, del quale però sanno di portare una quota di responsabilità. Comunque hanno insistito: devi spiegare nel merito, c'è un problema politico che non riguarda gli eventuali aspetti penali della vicenda.
ANGELO BONELLI ABOUBAKAR SOUMAHORO MEME BY EDOARDO BARALDI
Questo è uno dei punti più spinosi, perché molti dei sostenitori a oltranza di Abou si fanno scudo della mancanza di avvisi di garanzia, parlano di "macchina del fango" e invocano il garantismo, senza rendersi conto di praticare una forma ancora più subdola e letale di giustizialismo, quella per la quale si può istruire una valutazione politica dei fatti solo se e quando ci sia una carta giudiziaria a consentirlo. In pratica, il dibattito pubblico trasformato in un enorme virtuale ufficio del gip.
Il famigerato video di autodifesa in cui Abou sovverte anche la logica delle emozioni, parte piangendo e chiude sbraitando e lanciando accuse a imprecisati centri di complotto contro di lui, cerca di portare la sua vicenda sul piano che conosce meglio, la guerra mediatica, che ora però rischia di sfuggirgli di mano, perché anche qui, come sulle minacce di querela, la distonia culturale ha spiazzato tanti: lo show a favore di telecamera faceva più D'Urso che Zoro. «Non lo rifarei mai più il video, è stato un momento di debolezza, me ne scuso», ha detto sempre a Piazzapulita .
ABOUBAKAR SOUMAHORO VESTITO DA BABBO NATALE
Nel frattempo Abou è tornato in Puglia, si è fatto fotografare di spalle, ritto come un fuso davanti a un bracciante che raccoglie olive, con gli stessi stivali di gomma che indossava il giorno del debutto in Parlamento e che un suo ex socio della Lega, espulso, sostiene essere i suoi («Me li restituisca, a lui non servono, io ci devo lavorare»). Infine, ieri, si è autosospeso dal gruppo parlamentare Si-Verdi.
Con una mossa in cui è difficile distinguere tra sprezzo del pericolo e sprezzo del ridicolo, Abou ha detto di voler fondare un nuovo partito della sinistra, mettendosi in proprio come ha fin qui fatto ogni volta che gli è riuscito di salire uno scalino politico. (...)
aboubakar soumahoro vestito da babbo natale a Borgo Mezzanone Aboubakar Soumahoro meme by giacomo manzotti liliana murekatete 3 lacrime di Soumahoro meme liliana murekatete MARIE THERESE MUKAMITSINDO liliana murekatete 2 liliana murekatete liliana murekatete LILIANE MUREKATETE servizio di striscia la notizia su soumahoro 4