Edoardo Izzo per www.lastampa.it
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«Aiutatemi, mi hanno violentata». È la notte del 26 ottobre scorso e, in un reparto del Policlinico Umberto I, una ragazza di 20 anni corre in lacrime. Racconta di essere stata violentata in uno sgabuzzino. E il suo aggressore non è un paziente: «è stato l'infermiere esperto a cui sono stata affidata». Una rivelazione che fa gelare il sangue dei colleghi. Sul posto interviene la polizia. Identifica l'aggressore: si tratta di un 55enne. Oggi, a distanza di poco più di un mese e dopo aver accertato la dinamica dei fatti, l'uomo è stato arrestato e posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico.
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L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Roma. Tutto si consuma in pochi minuti tra le mura del Padiglione 29, al terzo piano, dove c'è il reparto di Urologia: l'infermiere, invita la tirocinante a entrare nello sgabuzzino del reparto, che fosse quella di degenza di un paziente necessitante di una terapia farmacologica, poi chiude la porta a chiave e abusa di lei. La ragazza cerca di resistere, non ce la fa. Non ha vie di fuga, crolla. Poi racconta tutto a una collega che chiama il 112. La polizia del II Distretto Salario Parioli, intervenuta ha identificato e sentito l'uomo. La giovane, a causa delle lesioni riportate, è stata sottoposta a cure mediche con prognosi di 10 giorni.
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Le condotte dell'infermiere, scrive il Gip, «fanno temere che simili episodi possano essere reiterati non solo nel luogo del lavoro, del quale come si è detto, l'indagato risulta aver approfittato violando i doveri della propria funzione sanitaria, ma anche al di fuori».
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