Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
vladimir putin
Vladimir Putin si aspetta dagli Stati Uniti e dai loro alleati «risposte immediate» alla sua richiesta di garanzie di sicurezza per la Russia, compresa la rinuncia ad allargare i confini della Nato all'Ucraina. Il presidente russo dice di non volere una guerra con Kiev, ma definisce «inaccettabile» ogni ulteriore espansione dell'Alleanza atlantica verso Est.
Conflitto in Europa orientale
Più che una conferenza stampa di fine d'anno, è stato un happening andato avanti per oltre 4 ore, anche se la platea era limitata per via del Covid e solo 507 giornalisti sono stati ammessi. Un appuntamento ormai tradizionale per il leader del Cremlino, che ha attinto a tutte le risorse del suo repertorio, alternando i toni suadenti alle minacce, la bonarietà al sarcasmo, la blandizia all'insulto appena velato.
volodymir zelensky con i soldati ucraini
La crisi in Ucraina è stata di gran lunga il tema dominante. La Russia ha ammassato 100 mila uomini a pochi chilometri dalla frontiera tra i due Paesi e Kiev accusa Mosca di preparare un’invasione.
Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e il G7 hanno messo in guardia il Cremlino che un'eventuale aggressione militare avrebbe «conseguenze massicce», comprese durissime sanzioni economiche e la definitiva cancellazione del Nord Stream 2, il gasdotto russo-tedesco che passa sotto il Mar Baltico, già completato ma non ancor operativo per ragioni di incompatibilità con le leggi europee sulla concorrenza.
escalation militare tra russia e ucraina
Il messaggio è stato ripetuto in toni molto netti a Putin dal presidente americano Joe Biden, in una telefonata ai primi di dicembre. La scorsa settimana Mosca ha presentato agli occidentali una serie di documenti, nei quali oltre alla rinuncia a far entrare l'Ucraina o altri Paesi dello spazio ex sovietico nella Nato, chiede il ritiro dei contingenti militari alleati di stanza nel Centro e nell'Est Europa e l'impegno a non svolgere più manovre ai confini della Russia.
soldati russi
Putin dapprima si è detto ottimista sui colloqui strategici con gli Stati Uniti, che inizieranno in gennaio a Ginevra, definendo «generalmente positive» le risposte iniziali che ha ricevuto. Ma di fronte all'incalzare delle domande, il presidente russo si è fatto via via più emotivo: «Siamo noi che abbiamo messo i missili vicino alle frontiere americane? No, sono gli Stati Uniti che sono venuti da noi con i loro missili, sono davanti alle porte di casa nostra e ora dicono che l'Ucraina deve entrare nella Nato. È troppo chiedere di non schierare sistemi d'arma offensivi ai nostri confini?».
vladimir putin
E qui Putin ha fatto un breve excursus storico, accusando l'Occidente di «aver palesemente mentito e truffato Mosca» nel 1990, quando diede un'assicurazione verbale che la Nato non si sarebbe allargata a Est in cambio del sì di Gorbaciov alla riunificazione tedesca.
Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca entrarono invece nell'alleanza nel 1999, seguite nel 2004 da Paesi baltici, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Slovenia. Putin ha anche accusato gli alleati occidentali di aver «continuamente fornito all'Ucraina armi moderne» ma soprattutto di «aver fatto il lavaggio del cervello alla popolazione, instillando sentimenti russofobi».
joe biden vladimir putin
Mentre Kiev, secondo il capo del Cremlino, non rispetta gli accordi di Minsk e starebbe addirittura preparando un'offensiva contro i separatisti filorussi del Donbass. Rispondendo a una domanda sull'Italia, il presidente russo ha definito le relazioni «buone e stabili anche se non esemplari».
E ha aggiunto che proprio per questo, «l'Italia potrebbe giocare un ruolo nella normalizzazione dei rapporti tra la Russia e l'Ue e anche in vista degli attesi colloqui tra Russia e Nato».