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    ALLA FINE CAROLA CE LA TENIAMO SUL GROPPONE - “IL CORRIERE: “È UN BLUFF L'ESPULSIONE IMMEDIATA DELLA RACKETE ANNUNCIATA IERI SERA DAL MINISTRO SALVINI. PERCHÉ IL PUBBLICO MINISTERO DI AGRIGENTO HA GIÀ NEGATO IL NULLA OSTA AL PROVVEDIMENTO E LO HA NOTIFICATO AL VIMINALE. E PERCHÉ LA COMANDANTE DELLA SEA WATCH DEVE RIMANERE A DISPOSIZIONE DEI MAGISTRATI CHE L'HANNO INDAGATA ANCHE PER FAVOREGGIAMENTO DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA”


     
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    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della sera”

     

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    È un bluff l' espulsione immediata di Carola Rackete annunciata ieri sera dal ministro dell' Interno Matteo Salvini. Perché il pubblico ministero di Agrigento ha già negato il nulla osta al provvedimento e lo ha notificato al Viminale. E perché la comandante della Sea Watch - nonostante il gip ieri sera abbia ritenuto infondate le accuse - deve rimanere a disposizione dei magistrati che l' hanno indagata anche per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina. Il decreto firmato dal prefetto non potrà dunque essere eseguito. Quanto basta per far salire il livello di scontro tra Salvini e le toghe in una polemica che nei prossimi giorni potrebbe aggravarsi ulteriormente viste le accuse esplicite rivolte dal ministro.

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    Anche perché la decisione del giudice di Agrigento, che accolto le tesi dell' avvocato difensore Alessandro Gamberini, potrebbe costituire un precedente importante anche per altri casi analoghi di navi delle Ong e questo spinge Salvini «a fare tutto il possibile per bloccarle», come ha ripetuto ieri sera.

     

    Sono le 20.50 quando Salvini annuncia che la comandante «sarà allontanata dal territorio e accompagnata alla frontiera». Chiarisce che il provvedimento deve essere convalidato dal giudice, ma in realtà non dice che il nulla osta è già stato negato perché il 9 luglio è fissato l' interrogatorio di Rackete. E in realtà la capitana rischia di rimanere in Italia ben più a lungo. Nelle prossime ore l' avvocato Gamberini depositerà un' istanza di rinvio perché proprio quel giorno ha un altro impegno professionale e dunque è possibile che il faccia a faccia con i magistrati possa slittare almeno di una settimana.

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    Fino a quel momento Rackete rimarrà libera in Italia. Un' eventualità che Salvini vorrebbe scongiurare. Ieri sera il ministro ha ribadito che «bisogna provarle tutte per far capire che in Italia le Ong non possono arrivare, i porti sono chiusi e chi vuole soccorrere in mare i migranti deve poi portarli altrove».

     

    In realtà la decisione del prefetto rischia di aprire una grossa falla su questa linea e dunque già oggi al Viminale saranno analizzati gli strumenti e le possibili misure di intervento proprio per impedire che altri possano essere tentati di imitare quanto fatto da Rackete forzando i blocchi navali e approdando nei porti del Sud Italia. Soprattutto perché la scelta del giudice di evidenziare come Libia e Tunisia non possano essere considerati «porto sicuro» potrebbe costituire un precedente anche per altri giudici.

     

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    I numeri degli arrivi continuano a essere molto bassi rispetto agli anni precedenti, ma nelle ultime settimane sono aumentati in maniera considerevole i cosiddetti «sbarchi fantasma». Il Viminale non fornisce numeri ufficiali su questo fenomeno, ma le stime parlano di almeno 600 persone approdate nell' ultimo mese a bordo di barchini e gommoni in Sicilia e nelle altre Regioni meridionali. Un andamento che preoccupa i responsabili del ministero dell' Interno, anche perché rischia di intensificarsi ulteriormente, smentendo l' efficacia della linea di fermezza che Salvini continua a rivendicare come arma vincente.

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