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    UN’APP CI ROTTAMERÀ - DAI PROGRAMMI CHE LEGGONO ROMANZI A QUELLI CHE GIOCANO (E PENSANO) AL POSTO NOSTRO, STIAMO DELEGANDO ALLA TECNOLOGIA ANCHE IL NOSTRO TEMPO LIBERO - CON “URBAN FITNESS” BASTA INDOSSARE UNA TUTA E COLLEGARSI A UNA MACCHINA: IN 20 MINUTI I RISULTATI DI 4 ORE DI PALESTRA


     
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    Stefano Chiale per il “Corriere della Sera”

     

    Alzi la mano chi, davanti al frigo vuoto alle otto di sera, non ha tirato un respiro di sollievo aprendo l'app per fare la spesa da casa. La vita è troppo frenetica per intraprendere una lotta anacronistica con la tecnologia, che è utile, quando non indispensabile.

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    Abbiamo imparato a delegare agli altri e alla tecnologia gli impegni della nostra vita quotidiana. Dalle app per pagare le bollette a quelle per trovare baby sitter, dog sitter (a Los Angeles hanno appena lanciato un servizio per raccogliere la cacca dei cani altrui), ma anche colf dell' ultimo minuto e codisti (chi si mette in coda al posto tuo): semplificano la vita e ci regalano un po' di tempo libero. E se iniziassimo a delegare pure quello?

     

    Sta già succedendo. Lo scorso giugno la giornalista del Guardian Diane Shipley ha letto Dal big bang ai buchi neri di Stephen Hawking, il saggio di uno tra i più celebri fisici del nostro tempo. Non ha comprato il volume, cartaceo o e-book: oltre 200 pagine sulla teoria cosmologica, il principio di indeterminazione, le particelle elementari.

     

    What would I say What would I say

    L'ha letto sull'app Blinkist, in 15 minuti. E ha anche capito che «le particelle si comportano come le onde, e che un gemello che vive in montagna invecchia prima di un gemello che vive al mare». Shipley ha voluto provare l'app che offre, via abbonamento, versioni condensate per leggere (o dare per letti) libri che non avremmo tempo, o voglia, di leggere.

     

    In Italia, dove le persone che non leggono neppure un libro all' anno sono il 58% della popolazione, il fenomeno potrebbe avere un' utilità persino pedagogica. Ma dove finisce la soddisfazione della lettura? E le parole sacre degli autori? Per non parlare delle proprie: «What would I say?» è l'app che pensa al posto nostro. Non è fantascienza: a partire dai nostri post su Facebook, genera nuovi status per esprimere addirittura cosa stiamo pensando.

     

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    «C'è una vecchia battuta di Totò - dice il sociologo Enrico Finzi -: "Non ho tempo e quindi delego te, amico mio, a intrattenere mia moglie!"». Finzi individua due livelli di analisi. «Il primo è la tendenza a vantarsi di certe prestazioni in pubblico: un fenomeno permanente, aggiornato dalla tecnologia. Prima di Blinkist c'era la Selezione del Reader's Digest , versione italiana della statunitense Reader's Digest .

     

    La rivista offriva una selezione di articoli internazionali sintetizzati e un "libro condensato": la versione ridotta di un classico o di un best-seller. Il lettore poteva farsi un' idea dell' opera, ma soprattutto sfoggiare una lettura in realtà non fatta. Un secondo livello di analisi, più preoccupante, è la tendenza alla passivizzazione. La nostra è una società sempre più visuale e delegante: il rischio è quello di diventare intellettualmente sedentari».

     

    POKEMON GO POKEMON GO

    C'è chi delega anche il passatempo-fenomeno mondiale dell' estate 2016: Pokémon Go, l'app per catturare i Pokémon sullo smartphone che in meno di un mese è stata scaricata da 350 milioni di persone. Per giocare, bisogna cercare e catturare i mostri. Servono abilità e, soprattutto, molto tempo libero: se manca, qualcuno oggi può farlo per noi.

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    Se tutto è delegabile, perché trascorrere ore in palestra, al parco, in piscina quando una macchina lo può fare al posto nostro? Urban Fitness ha ormai 1500 centri in Europa ed è un nuovo modo di trascorrere il nostro tempo libero facendo sport, senza perdere tempo. Basta indossare una tuta speciale e collegare i sensori alla macchina. Con semplici movimenti in 20 minuti si ottengono i risultati di 4 ore di palestra, e basta una seduta a settimana. Chissà, delegando e delegando, cosa ci rimarrà da fare nel tempo libero... forse potremmo andare in vacanza?

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