Carlo Pizzati per “la Stampa”
corea sud
Errori ne ha commessi tanti, il presidente sudcoreano Moon Jae-in. Ha annunciato che il coronavirus sarebbe stato contenuto facilmente, non ha bloccato i voli dalla Cina, non s' è accorto che nella setta di Shincheonji esplodeva un contagio con il 75 % degli infetti sudcoreani. La Corea del Sud è diventata quindi uno dei Paesi più colpiti al mondo. Allora il presidente ha annunciato una strategia di massimo contenimento nella città del quartier generale della setta, Daegu. Ma sotto pressione dall' opposizione ha fatto marcia indietro, costringendo il suo portavoce a dimettersi.
Finalmente, vedendo che le firme raccolte contro di lui arrivavano quasi a un milione, ha corretto il tiro ed ha stanziato 22 miliardi di euro per la Fase 2 della guerra al virus, che sta dando risultati migliori: ieri i nuovi casi erano solo 96, il più lento tasso di incremento negli ultimi 11 giorni.
test anche ai guidatori
Prima di tutto, quarantena più severa, concerti K-pop e incontri sportivi rimandati, scuole sospese per tre settimane, messe religiose on-line. Poi test su larga scala in cliniche «drive-thru», riuscendo ad effettuare almeno 140 mila test dal 20 gennaio a oggi, con una media di tempo di diagnosi di 15 minuti. Negli Stati Uniti, nello stesso periodo, ne sono stati fatti appena 1500.
sanificazione in corea del sud
Ora la Corea del Sud dichiara che sta facendo diecimila test al giorno grazie a un sistema che funziona come un autolavaggio: addetti al test, vestiti di tute e maschere protettive, circondano la vettura dove vengono controllate temperatura e difficoltà respiratorie dei passeggeri. Le cliniche-automobilistiche stanno spuntando in molte zone del Paese.
Secondo l' Oms, fare più test può portare a un abbassamento del tasso di mortalità perché circa l' 80 % dei casi di Covid-19 sono moderati.
Si intercettano così più possibili contagi, invece di limitarsi ai casi gravi, scoperti ormai in ospedale. Il minor numero di test spiegherebbe infatti l' alto tasso di mortalità del virus negli Stati Uniti, circa il 5%, in rapporto ad esempio al 4 % in Cina.
Certo anche la Cina ha commesso errori, occultando e gestendo male la prima esplosione a Wuhan.
Ma, stando alle cifre di Pechino, ora si sta riuscendo a tenere la situazione sotto controllo.
Sabato ci sono stati solo 99 nuovi casi, dato positivo se si pensa ai 2 mila nuovi casi al giorno di poche settimane fa. Per due giorni di fila non ci sono stati nuovi casi nella provincia di Hubei.
in corea del sud tutti con le mascherine
La Cina sostiene che è grazie al lock-down di 60 milioni di abitanti a Hubei, al regime di quarantena severissimo e al divieto di viaggiare per milioni di cittadini e stranieri.
Il vero test di sostenibilità, ora, sarà se il virus s' infiammerà di nuovo quando gli alunni torneranno a scuola, gli operai in fabbrica e i pendolari nelle metropolitane.
Le domande aperte infatti sono: il virus è contenuto o solo momentaneamente soppresso? Se non ci fosse stato l' occultamento, si sarebbe potuto evitare il lock-down? Il prezzo da pagare in termini di libertà e di perdite economiche è valso la pena o la cura si rivelerà peggiore della malattia?
Secondo la dottoressa Jennifer Nuzzo, del centro per la sicurezza della salute della John Hopkins University, le misure più efficaci sono state quelle di Hong Kong e Singapore dove i governi hanno adottato quarantene mirate e non hanno chiuso i luoghi di lavoro, dando la possibilità alle economie di continuare a funzionare, riuscendo, per ora, a contenere il virus.
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