Matteo Legnani per “Libero quotidiano”
il modello 3d di mindy
L'hanno chiamata Mindy. Il suo aspetto, creato al computer in 3D, fa pensare a una creatura aliena. Niente a che vedere con uno dei replicanti di Blade Runner, venduti come "più umani dell'umano", secondo lo slogan della Tyrell Corporation che li costruiva. E poi il film di Ridley Scott, girato nel 1982, era ambientato nel 2019, in un futuro che (per fortuna) non s' è mai concretizzato. Mentre l'era di Mindy è ben più lontana. Secondo i ricercatori che l'hanno "creata", vivrà tra circa 800 anni.
Tanto ci vorrà, secondo una ricerca commissionata dalla compagnia americana TollFreeForwarding, perché l'essere umano assuma le sue fattezze. Che saranno il frutto dell'uso di computer e apparecchiature elettroniche come lo smartphone, già intensivo oggi (negli Usa, in media, una persona trascorre tra le sei le sette ore al giorno su internet attraverso pc e cellulare), ma che è facile immaginare sempre più pervasivo nei decenni e nei secoli a venire.
il modello 3d di mindy
L'utilizzo di questi device finirà con il deformare la nostra struttura ossea e muscolare, che si adatterà al loro impiego. A partire dalla schiena, che progressivamente perderà la sua linea ad 's' che ci consente una notevole elasticità nei movimenti, per assumere una curvatura che spingerà la parte alta del busto, le spalle e la testa più avanti rispetto all'asse del bacino: una curva a 'c', la si potrebbe chiamare, frutto della inevitabile tendenza a piegarsi verso i dispositivi di lavoro e svago: pc e telefoni cellulari.
Un'altra delle "deformità" più evidenti sarà quello che è stato definito "artiglio da texting", termine che descrive come la nostra mano assuma per ore ogni giorno la forma di un artiglio dovendo sorreggere lo smartphone. Gli umani del futuro potrebbero anche avere gomiti stabilmente flessi per effetto della posa che il nostro arto assume nel sorreggere un telefono per una chiamata o per navigare sul web.
il modello 3d di mindy
Il collo non sarà immune da cambiamenti: dovendo sorreggere una testa continuamente spinta in avanti verso uno schermo, i muscoli di quella zona del corpo subiranno uno sviluppo abnorme, conferendo a Mindy un aspetto quasi primitivo, simile a quello dei nostri antenati umanoidi.
E più "primitivo" sarà anche il cervello, le cui dimensioni si ridurranno per effetto di uno stile di vita sempre più sedentario: che il suo funzionamento sia connesso all'attività fisica lo dimostrano già oggi diversi studi, come quello condotto dall'Università dell'Illinois, secondo cui i bambini di due anni che spendono meno di un'ora al giorno davanti ad apparecchiature elettroniche e fanno esercizio quotidiano mostrano capacità cognitive superiori rispetto agli altri.
il modello 3d di mindy
Allo stesso tempo, l'uomo del futuro potrebbe ritrovarsi con una calotta cranica più spessa della nostra, come autodifesa, sviluppata nei secoli, dalle onde elettromagnetiche provenienti dallo smartphone che la maggior parte delle persone, non utilizzando le tanto raccomandate cuffie bluetooth, sorregge a pochi millimetri dall'orecchio e quindi dalla testa.
la luce blu di smartphone e tablet causa disturbi del sonno 2
Anche l'occhio vorrà la sua parte, tra 800 anni, sviluppando meccanismi di difesa alla prolungata esposizione alla luce blu prodotta dai device digitali, che è nociva, come hanno provato studi recenti, per la qualità del sonno ed è frequentemente causa di disturbi come cefalee e indebolimento della vista. Così, fra qualche secolo, potremmo ritrovarci con «la palpebra interna più estesa per prevenire l'esposizione a una luce eccessiva, o la lente dell'occhio potrebbe evolversi così da bloccare la luce blu ma non altre ad alta lunghezza d'onda, come la verde, la gialla e la rossa» spiega Kasun Ratnayake dell'Università dell'Illinois. Tuttavia, i "creatori" di Mindy si sono spinti oltre, dotandola di una impressionante seconda palpebra.
dipendenza da smartphone
Se «perle modificazioni antropologiche conseguenti all'uso delle apparecchiature digitali ci vorranno secoli, le problematiche funzionali sono già da diversi anni sotto i nostri occhi» spiega Andrea Camilli, osteopata milanese iscritto al Registro degli osteopati d'Italia. «Già l'uso sempre più intensivo del pc nei luoghi di lavoro aveva determinato l'insorgere di patologie riguardanti collo, spalle e arti come la cosiddetta "triade del mouse", ossia tendinite alla spalla, al gomito e tunnel carpale.
inquinamento elettromagnetico degli smartphone 2
Ma i soggetti trattati erano 40-50enni con diversi anni di lavoro alla scrivania, mentre oggi abbiamo pazienti in età adolescenziale, dai 14-16 anni, che già lamentano problemi di cervicale. Da questo punto di vista - continua Camilli - l'utilizzo degli smartphone ha effetti persino peggiori del pc, perché induce a una postura inclinata in avanti e a una progressiva perdita di curva della parte alta della spina dorsale».