LA NOTTE IN CUI MORI’ LA MOGLIE DI POLANSKI
Estratto del libro “Sergio Leone - Perché la vita è cinema” di Fabio Santini
SERGIO LEONE
‘C’era una volta il West’ incassa in Italia 2miliardi 503milioni di lire. Ma nel mondo non si saprà mai con assoluta certezza a quanto ammonta l’imperitura rendita di quel film. Sì perché, non più tardi di qualche anno fa, il film veniva proiettato in prima visione in molti paesi asiatici con i sottotitoli nella lingua locale. Leone ha in testa un chiodo fisso: ‘The Hoods’, da cui vuole sviluppare la trama per un suo film sull’America dai tempi esattamene come la concepisce lui, cioè dai tempi del proibizionismo, gli Anni ’20, ’30, agli Anni ‘60.
FABIO SANTINI - SERGIO LEONE PERCHE LA VITA E CINEMA
Le major vorrebbero affidare a Leone un ennesimo western, o un film su una storia di mafia. E in pratica la sensazione che si coglie negli incontri che il regista tiene con i pezzi grossi della cinematografia americana è: noi ti facciamo fare ‘The Hoods’ ma prima ci devi dare un altro film. E’ il 7 agosto del ’69, Leone è in viaggio di lavoro negli Stati Uniti dove ormai è una celebrità.
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Luciano Vincenzoni riceve un invito per un dopocena da uno scrittore americano suo amico. L’appuntamento è a casa di Sharon Tate la sera dell’8 agosto. La Tate é moglie di Roman Polanski, attrice interessante e non priva di fascino. “Dai Sergio – gli dice Vincenzoni – andiamo a farci un drink a casa Polanski, magari incontriamo gente che ci interessa”.
Leone accetta senza eccessivo entusiasmo: “Beh, se proprio dobbiamo, andiamoci”. Il giorno dopo Vincenzoni riceve un altro invito. Un produttore importante di Hollywood gli offre di trascorrere il weekend a casa sua. E lo sceneggiatore accetta. Così a Leone tocca l’ingrato compito di andarci da solo a quel party. La mattina del 9 agosto, Vincenzoni apprende dalla televisione del massacro compiuto dalla Famiglia di Charles Manson a casa della moglie di Polanski. La Tate é incinta di 9 mesi ma i suoi aguzzini non hanno alcuna pietà. E la trucidano con 16 coltellate.
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Tutti gli invitati vengono letteralmente fatti a pezzi dalla furia omicida di quel gruppo criminale e satanista. Lo sceneggiatore è terrorizzato. Pensa che nell’eccidio abbia trovato la morte anche Leone. Gli telefona. E il regista gli risponde serafico: “Ma te pare che io vada a una festa da solo in mezzo a gente che non conosco con il mio inglese che è quello che é. Così me ne sono stato in albergo a vedermi un film…”. “E pensare che mi sentivo in colpa per avergli dato buca – conclude Vincenzoni – e invece quel bidone gli ha salvato la vita…”.
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