il ponte di genova e le case sottostanti
Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”
Segnalazioni scritte, trasmesse direttamente alla società Autostrade, con l'indicazione precisa di ogni anomalia alla struttura del ponte e dei tiranti. Informazioni raccolte nelle settimane precedenti al crollo del cavalcavia e che potrebbero rappresentare un materiale decisivo per l' inchiesta sulla morte di 43 persone.
il crollo del ponte morandi a genova
Oltre alle perizie dei tecnici di Autostrade e degli ingegneri del Politecnico, allegate al progetto di messa in sicurezza del ponte da avviare in autunno, a certificare lo stato di «ammaloramento» del Morandi ci sono anche diverse segnalazioni redatte dalle aziende che lavoravano in subappalto per Autostrade. Documenti preziosi per ricostruire gli ultimi giorni di vita del ponte. Insieme ai filmati del crollo e ai primi esami sulle macerie grazie ai quali i periti della Procura avrebbero «ricostruito» dinamica e cause del crollo. Anche se per il deposito della relazione si attende l' esito dei primi esami scientifici.
il crollo del ponte morandi a genova
Che l' inchiesta sia vicina a un punto di svolta lo si comprende anche dall' ok arrivato ieri sera alla rimozione completa (e rapida) delle macerie, segno che quello che doveva essere analizzato è ormai nelle mani della Procura. Gli investigatori hanno sequestrato documentazione negli uffici di Autostrade. Un sequestro «presso terzi», visto che i magistrati hanno ribadito che non ci sono ancora indagati.
il crollo del ponte morandi a genova
Ma la svolta potrebbe essere vicina. Gli inquirenti hanno pure chiesto all' Arpal una verifica su meteo e fulmini nel giorno della tragedia, per analizzare anche le ipotesi più residuali. Intanto il pool di magistrati sta analizzando la procedura del progetto di «retrofitting» del viadotto «approvata» per il ministero dal provveditore Roberto Ferrazza e dall' ingegnere Antonio Brencich, oggi membri della commissione d' inchiesta del Mit che potrebbero essere sentiti.
il crollo del ponte morandi a genova
Le indagini però restano concentrate sugli stralli del pilone 9. I tecnici stanno ricostruendo i lavori eseguiti negli anni e quelli in corso nelle ore precedenti al crollo: la sostituzione del carroponte, la posa dei nuovi new jersey e il posizionamento di reti di sicurezza. «Lavori non strutturali», assicurano da Autostrade. Proprio sulla campata del pilone 9 erano all' opera i tecnici della ditta Weico di Verlturno, in provincia di Bolzano. Gli stessi che si stavano occupando della posa del nuovo carroponte: lavori fermi da due mesi.
vigili del fuoco a lavoro sulle macerie del ponte morandi a genova
«Abbiamo lavorato fino alle 5.40 del mattino - racconta il responsabile, Hubert Weissteiner -. Eravamo cinque operai e un by-bridge, il traffico era aperto su una sola corsia. Avevamo disposizione di evitare quanto più possibile di avvicinarci alla sede dei tiranti, perché in quella zona era vietato fare opere di qualsiasi tipo. In mesi di lavoro non abbiamo mai avuto la sensazione di pericolo».
vigili del fuoco a lavoro sulle macerie del ponte morandi a genova
I lavori erano stati appaltati da Autostrade e da Pavimental, azienda sempre del gruppo Atlantia, come quelli di posa dei nuovi new jersey eseguiti dalla Mga di Aulla (Ms). «Noi quella notte eravamo nella galleria Coronata - spiega Paolo Luccini, amministratore della Mga -. Sul Morandi fino a inizio anno avevamo curato anche il rifacimento dei cordoli». Quanto alle segnalazioni fatte ad Autostrade, i responsabili dicono solo che ne parleranno con i magistrati.
ponte morandi a genova
«Le comunicazioni sono tracciabili - spiega uno dei tecnici -. Ogni volta che gli operai al lavoro hanno riscontrato lesioni del calcestruzzo, segni di ruggine, ossidazione o infiltrazioni d' umidità, è stata data notizia ai committenti».
Ora starà ai periti nominati dai pm chiarire se quelle segnalazioni sono state prese in carico da Autostrade in maniera corretta e se sono seguite tutte le verifiche necessarie.