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    LA SCELTA DI DUE GIORNALISTI, L’OPUS DEI AMERICANO GREG BURKE E LA SPAGNOLA PALOMA GARCÍA OVEJERO, ALLA GUIDA DELLA SALA STAMPA VATICANA, RIENTRA NELLA STRATEGIA MODERNIZZARE LA COMUNICAZIONE DELLA CHIESA, COSÌ COME PRETESO DA BERGOGLIO


     
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    Paolo Rodari per “la Repubblica”

    Greg Burke con Papa Bergoglio Greg Burke con Papa Bergoglio

     

    «Ho pregato molto, ho fatto discernimento, mi sono confrontato, voi siete il frutto di tutto questo. Penso che siete il meglio per poter comunicare il Santo Padre e il suo magistero». Sono le parole che Francesco ha detto ieri a Greg Burke (56 anni) e Paloma García Ovejero (41 anni), statunitense il primo, madrilena la seconda, rispettivamente nuovo direttore della sala stampa vaticana e sua vice.

     

    Papa Bergoglio con Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero Papa Bergoglio con Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero

    Dopo dieci anni di conduzione di padre Federico Lombardi, dunque, torna alla guida della sala stampa della Santa Sede un laico, anch’egli numerario dell’Opus Dei come fu Joaquín Navarro-Valls. Ma le analogie finiscono qui: Navarro era un medico che negli oltre venticinque anni di pontificato di Wojtyla agì come una sorta di spin doctor di Giovanni Paolo II. Burke, invece, giornalista professionista come Paloma Ovejero, non si sente tale. E lo stesso Francesco, del resto, non ama usare particolari strategie comunicative: parla e si muove semplicemente per come è, per come vive.

     

    GREG BURKE GREG BURKE

    L’annuncio della doppia nomina è stato dato da monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, sotto la cui supervisione lavoreranno i due giornalisti. La strada tracciata da Viganò è un cammino nuovo ma senza strappi, verso una riforma che prevede un progressivo accorpamento di tutti i media. Nello scegliere i due sono stati verificati tutti i requisiti, anche quelli minimi.

     

    Ovvero, sensus ecclesiae, e cioè conoscenza e attaccamento alla vita della Chiesa, e un curriculum professionale importante. Burke, nato in Missouri, laureato alla prestigiosa Columbia University, in passato giornalista per il settimanale Time e per FoxNews, è numerario dell’Opus Dei. Nel 2012 è stato chiamato in segreteria di Stato, sezione per gli affari generali, come consulente per la comunicazione, ruolo nel quale ha guadagnato stima e consenso.

     

    Papa Bergoglio con Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero Papa Bergoglio con Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero

    Come Lombardi, ama mantenere un profilo basso: «Sono molto entusiasta, direi “excited” in inglese. Allo stesso tempo, però, devo dire che non nascondo anche un po’ di paura», ha detto ieri. E ancora: «In questi anni ho visto in padre Lombardi una pazienza sconfinata: proprio così? Ma non solo questo: io ho usato la parola inglese “gracious”, perché è un po’ gentilezza, ma anche cortesia. Lui sempre riesce a essere molto gentile con le persone, molto disponibile; una dedizione totale al Santo Padre, al lavoro. Io spero almeno in parte di avere queste virtù».

     

    PALOMA GARCIA OVEJERO PALOMA GARCIA OVEJERO

    Paloma Ovejero è stata corrispondente negli ultimi quattro anni per la Cope, radio gestita dalla Conferenza episcopale spagnola. Sulla sua scelta ha pesato anche la volontà di dare maggior spazio alle donne nella Chiesa, a cominciare da posti di responsabilità: «Sono donne le prime che hanno scoperto la Resurrezione», ha commentato sorridendo. E ancora: «Sono molto felice, tranquilla, ho un buco nello stomaco.

     

    Ringrazio chi, prima con la Cope, poi la Chiesa spagnola per quattro anni, e quindi Francesco, ha puntato su di me». Si tratta di «un cambio di cappello, di missione, di servizio che non avrei mai immaginato. Non posso smettere di essere Paloma, spero di poter aiutare anche in maniera diversa, fuori come dentro il Vaticano: non ho idea di ciò che succederà, ma spero sia un’avventura divertente».

    BERGOGLIO SULL AEREO CON PADRE FEDERICO LOMBARDI BERGOGLIO SULL AEREO CON PADRE FEDERICO LOMBARDI

     

    La nuova sala stampa dovrà interpretare al meglio la strada aperta nella Chiesa da Papa Francesco. Come, lo ha spiegato ieri monsignor Viganò quando, ricordando le principali doti mostrate da padre Lombardi in questi dieci anni, ha detto che occorre saper tenere insieme le diverse sensibilità e coltivare un’ermeneutica spirituale della Chiesa che non riconosce a nessuno il ruolo di antagonista. La Chiesa, insomma, non è un’esperienza monolitica ma multiforme e variegata. Quindi è necessaria una visione ampia. Inoltre non spetta alla Chiesa scegliere una propria posizione: essa è cattolica, appunto non vuole riconoscere a nessuno il ruolo di antagonista. L’era del muro contro muro è finita da un pezzo.

     

     

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