Marco Panara per “Affari & Finanza - la Repubblica”
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Dire "mi piace" è semplice, basta un clic. Dire "non mi piace" è più complicato, bisogna applicarsi e scrivere qualcosa, non c' è un pollice verso sul quale cliccare. L' effetto è distorsivo sotto molti aspetti. Da un lato perché se un post viene visto da mille persone e riceve cento like, l' impressione è che meriti attenzione perché saranno i cento like quelli che si vedranno e non i novecento che non l' hanno apprezzato.
Da un altro lato perché è sul numero dei like, e non sul rapporto tra i like e le visualizzazioni, che l' algoritmo privilegia i contenuti rendendoli più visibili. Da un altro lato ancora perché questo meccanismo sfavorisce il confronto tra le posizioni diverse, ciascuna delle quali tenderà a chiudersi nella cerchia di coloro che le condividono. Il "dislike", "non mi piace", d' altra parte è uno strumento pericoloso da maneggiare e molto scomodo per i social e per le aziende inserzioniste che li fanno ricchi.
Per gli uni e per le altre il like è più che sufficiente per costruire il nostro profilo e per venderci i loro prodotti.