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    EDITORIA SENZA ALLEGRIA - NY TIMES, MENO CARTA MA IL WEB NON DECOLLA, GIU’ LA PUBBLICITA’ E GLI UTILI - L’AD THOMPSON: “COLPA DELLE CONDIZIONI ESTERNE CHE INFLUENZANO IL MERCATO PUBBLICITARIO” - COME ALTRI GIORNALI ANCHE LA "SIGNORA IN GRIGIO" NON HA ANCORA VINTO LA SFIDA DI INTERNET


     
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    Arturo Zampaglione per “Affari&Finanza - la Repubblica“

     

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    Gli introiti pubblicitari del New York Times sono scesi del 6,8 per cento nel primo trimestre dell' anno: la flessione riguarda soprattutto la carta stampata (9 per cento), il punto più dolente della crisi dei giornali; ma a soffrire è stata anche la pubblicità digitale (-1,3 per cento), che rappresenta un terzo del totale e che è diminuita per la seconda volta in tre trimestri a dispetto degli investimenti (e delle speranze) del ceo del gruppo editoriale, Mark Thompson, e di Arthur Sulzberger, editore e rappresentante della famiglia che controlla il più celebre quotidiano americano.

    mark thompson e arthur sulzberger i boss del new york times mark thompson e arthur sulzberger i boss del new york times

     

    Risultato: l' utile trimestrale del New York Times è sceso del 13 per cento, i ricavi consolidati si sono ridotti a 379,5 milioni di dollari e le quotazioni della società, che avevano già perso il 7,6 per cento dall' inizio dell' anno, sono finite mercoledì scorso a 12,3 dollari, sfiorando il livello minimo degli ultimi 12 mesi e portando la capitalizzazione di borsa sotto al livello dei 2 miliardi di dollari.

     

    «E' tutta colpa delle condizioni esterne che influenzano il mercato pubblicitario», ha commentato Thompson, assicurando che le iniziative del gruppo per potenziare le inserzioni sul digitale, a cominciare dai moduli per la telefonia mobile e dall' uso della realtà virtuale, dovrebbero bilanciare, nel tempo, l' indebolimento degli incassi tradizionali della carta stampata.

    EDITORIALE DEL NEW YORK TIMES CONTRO LA DIFFUSIONE DELLE ARMI NEGLI USA EDITORIALE DEL NEW YORK TIMES CONTRO LA DIFFUSIONE DELLE ARMI NEGLI USA

     

    Ma è veramente come dice il chief executive arrivato dalla Bbc? Non tutti gli analisti di Wall Street ne sono convinti. E comunque pochi raccomandano ai loro clienti di affrettarsi a mettere il titolo nel loro portafoglio. La realtà, dicono, è che nessun giornale tradizionale, neanche la "vecchia signora in grigio" (soprannome del New York Times), ha ancora risolto con successo la sfida di internet.

     

    Certo, il Times ci sta provando con più convinzione e con più mezzi di tanti altri concorrenti. Ha già messo in cantiere investimenti per 50 milioni di dollari nei prossimi tre anni per rafforzare la sua presenza sul digitale a livello mondiale.

     

    La settimana scorsa ha annunciato 70 licenziamenti nelle operazioni internazionali, in modo da alleggerire la struttura parigina, tagliare i costi e concentrare molte operazioni tipografiche a Hong Kong e a New York. E sta cercando di moltiplicare i contenuti web, che sono spesso sponsorizzati.

     

    Tutto questo favorisce un buon andamento degli abbonamenti per la versione digitale, cresciuti nei primi tre mesi del 14,2 per cento, a quota 1,4 milioni. E si ipotizza che possano arrivare a un milione e mezzo alla fine dell' anno. Ma non basta ancora per arrestare i declini registrati nella carta stampata.

    il direttore del the new york times, dean baquet il direttore del the new york times, dean baquet new york times cover new york times cover MARK THOMPSON - NEW YORK TIMES MARK THOMPSON - NEW YORK TIMES

     

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