Paolo Albani per Dagospia
Foto di Luciano di Bacco per Dagospia
giancarlo de cataldo roberto d agostino
In principio era la presentazione dell'ultimo librino di Alberto Mattioli, "Meno grigi più Verdi - Come un genio ha spiegato l'Italia agli italiani" (Garzanti), ieri pomeriggio nel foyer dell'Opera di Roma. Ma, complici due operomani che non t'aspetti, il magistrato-scrittore-sceneggiatore Giancarlo De Cataldo e Dago, è diventato un happening su quanto alla fine sia pop e attuale, multimediale e globale quell'antica fiction che si chiama opera lirica, almeno quando si riesce a spolverarle via le gloriose muffe e le nobili polveri.
carlo fuortes alberto mattioli
L'appuntamento cadeva involontariamente come il cacio sulla gricia perché, come hanno ricordato i padroni di casa, il sovrintendente dell'Opera, Carlo Fuortes, e il suo direttore artistico, Alessio Vlad, proprio a Roma le recite del dittico Cav & Pag (cioè Cavalleria rusticana di Mascagni e Pagliacci di Leoncavallo) hanno scatenato una serie di corpo a corpo fra parte del pubblico e il regista Pippo Delbono, che non si limita a metterlo in scena ma interviene nello spettacolo con la sua abituale corte dei miracoli.
carlo fuortes roberto d agostino
Il putiferio che ne è nato, con battibecchi a scena aperte, proteste clamorose e perfino minacce fisiche, ha dimostrato che l'opera è vivissima, magari perfino troppo. Anche se, come faceva notare Fuortes, contestare va bene ma almeno dopo aver visto un po' di spettacolo, non al solo apparire in scena del regista. Altrimenti siamo al fischio, diciamo così, a prescindere.
alberto mattioli (2)
alessio vlad direttore artistico del costanzi
Convenienze e inconvenienze teatrali a parte, la chiacchierata romana ha dimostrato per l'ennesima volta che argomenti anche complessi forse li capiscono e certo li raccontano meglio i non specialisti. De Cataldo insistendo sull'aspetto nazionalpopolare (in senso gramsciano) di Verdi e sulla sua capacità di essere, insieme, italianissimo e universale, fino a parlare a tutti o almeno a chi dispone di orecchie collegate a un cuore (e possibilmente a un cervello).
alberto mattioli al firmacopie
D'Agostino spiegando come in un'epoca dominata dalla standardizzazione dei social e dall'asfissiante remake del già noto, al cinema, in tivù, nell'arte, nella letteratura, proprio l'opera diventa inaspettatamente il più innovatore dei generi, anche per la sua capacità di frullarli tutti (parole e musica, recitazione e canto, scenografia e drammaturgia).
giancarlo de cataldo
Così parlò Dago: "Fra YouPorn e il ‘’Così fan tutte’’ scelgo l'opera. In fondo è una storia stupenda di scambio di coppie. Mozart e Da Ponte erano due zozzoni" (vero, peraltro, anche se è duro stabilire chi dei due lo fosse di più).
Applausi e risate da parte di chi aveva sfidato l'apocalittico nubifragio romano per venire all'Opera a farsi spiegare quant'è bella l'opera.
mariapia garavaglia maschere copricapo del teatro dell opera di roma libro presentato alberto mattioli invitati alla presentazione del libro di alberto mattioli roberto d agostino
roberto d agostino (2) Copertina libro - Mattioli federica tittarelli cerasi giancarlo de cataldo (2) i relatori alessio vlad roberto d agostino carlo fuortes alberto mattioli giancarlo de cataldo carlo fuortes sovrintendente del teatro dell opera di roma anna federici roberto d agostino