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    ELENA FERRANTE SFANCULA AMAZON – L’EDITORE DELLA SCRITTRICE ANITA RAJA “E/O” ROMPE COL COLOSSO DELL'E-COMMERCE: “LO SCONTO CHE CI HANNO CHIESTO NON ERA ACCETTABILE (40%)” - LA MULTINAZIONALE: "RISPETTIAMO LA SCELTA". E RISPEDISCE INDIETRO TUTTI I LIBRI DI ''E/O'' - IL CODACONS: "SENZA AMAZON SI VENDEREBBERO MENO LIBRI"


     
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    Raffaella De Santis per la Repubblica

     

    Elena Ferrante contro Amazon? Può sembrare un azzardo, ma l' editore e/o che pubblica l' autrice cult dell' Amica geniale, sicuramente la più gettonata per i regali natalizi, ha rotto i rapporti commerciali con Amazon. Lo ha fatto durante le feste, quando in tanti comprano libri online evitandosi la confusione dello shopping all' ultimo momento.

     

    Nel lungo comunicato diffuso ieri, firmato da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, marito e moglie fondatori della casa editrice romana, è scritto a chiare lettere: «Abbiamo detto NO». E il NO maiuscolo prefigura un conflitto più ampio, è un grido di liberazione, uno slogan che potrebbe finire nelle fascette dei libri "de-amazzonizzati".

     

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    Al telefono Sandro Ferri spiega meglio: «Lo sconto che ci hanno chiesto non era accettabile». Per capire bisogna sapere che in genere gli editori riconoscono ai rivenditori uno sconto sul prezzo di copertina. Nel caso di Amazon è compreso tra il 40 e il 45%: ciò significa che se un libro costa 10 euro, Amazon se ne prende quattro e più. Ma può arrivare anche ad intascare la metà: e/o ha scelto di non accettare queste condizioni, pur non rivelando la cifra incriminata.

     

    La risposta di Amazon è stata immediata. Ufficialmente solo una scarna dichiarazione generale: «Amazon non commenta le relazioni con gli editori e ne rispetta le decisioni».

     

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    Ma nei fatti la guerra è iniziata. Il colosso dell' e-commerce ha annunciato che non comprerà più libri e/o e ha impacchettato e rispedito al mittente quelli che aveva in magazzino. «Ce li hanno già restituiti - dice Ferri - procurandoci un notevole danno economico. È una ritorsione.

     

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    Quello che mi conforta è che stiamo ricevendo da parte delle librerie molta solidarietà». Sandro Ferri è un fiume in piena, accusa Amazon di praticare una concorrenza spietata: «Se li lasciamo fare finirà con la distruzione di tutte le librerie. In Italia fino ad ora siamo riusciti a difenderci grazie alla legge Levi che prevede un tetto massimo agli sconti sui libri ma ci sono paesi in cui Amazon agisce indisturbata, addirittura vendendo sottocosto e stracciando la concorrenza. Siamo ai limiti del dumping».

     

    amazon jeff bezos amazon jeff bezos

    Dopo la rottura con Amazon i libri e/o disponibili sul sito sono venduti da altri: «Ma le condizioni sono più sfavorevoli, i tempi di consegna più lunghi e più alti i costi di spedizione», fa notare Ferri, mentre scorre sul sito le copie disponibili dell' Amica geniale. Tra i rivenditori ci sono Libreria Europa, Sukka, Ilys Webstore e i costi di consegna vanno dai quattro ai dieci euro.

     

    È la prima volta che una casa editrice piccola alza la testa contro Amazon. Tre anni fa lo aveva fatto la francese Hachette, che però fa parte del grande gruppo Lagardère. Ma dopo scintille e lettere a Jeff Bezos e alle teste coronate di Amazon, Hachette era stata costretta a scendere a patti. Ora e/o ci riprova e spera di non essere sola: «Chiediamo il vostro sostegno di lettori, di cittadini che non possono ridursi a essere solamente consumatori», dice. Ma bisognerà vedere se gli scrittori la seguiranno, se ci metteranno la faccia rischiando di essere boicottati. Se scenderà in campo Elena Ferrante in difesa del suo editore, avremo una nuova saga fantasy: quella tra la scrittrice fantasma italiana più tradotta al mondo e la libreria virtuale più grande del mondo.

    Amazon Amazon

     

    Ferri non la nomina ("lasciamola in pace"), ma aggiunge: «Più ampio è il fronte meglio è. Siamo solidali con i lavoratori dello stabilimento Amazon di Piacenza che stanno protestando contro condizioni di lavoro durissime».

     

    Per Amazon il 2017 è stato un anno nero, dalla condanna della Commissione Europea a pagare 250 milioni di tasse non versate alla diffida dell' Agcom riguardo alla sua posizione di servizio postale. Ma un piccolo editore italiano abbastanza folle da rinunciare ai regali di Natale e disposto a rimetterci tanti soldi forse sul suo cammino Amazon non lo aveva ancora trovato.

     

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