Pietro Meneguzzi
(ANSA) - Il ruolo di Giulio Gangi, dei Servizi, dell'avvocato Gennaro Egidio ma anche i dissidi che negli ultimi tempi hanno riguardato le famiglie Meneguzzi e Orlandi, dopo che l'estate scorsa, in una conferenza stampa, Natalina Orlandi ha chiarito le modalità delle avances ricevute dallo zio, Mario Meneguzzi di cui si parla anche in un dossier della Segreteria di stato vaticana trapelato sui media.
Di tutto questo ha parlato Pietro Meneguzzi, cugino di Emanuela, audito oggi in Commissione bicamerale di inchiesta. Pietro Meneguzzi ha cominciato rievocando i primi giorni della sparizione di Emanuela, quando dopo l'affissione spontanea dei manifesti si presentano i Servizi. "Lì ho scoperto Giulio Gangi", ha detto precisando che la conoscenza con Gangi risaliva all'81 da quando entrambi gravitavano attorno al repubblicano Mauro Dutto.
EMANUELA ORLANDI 3
Una versione che smentisce, quindi, quella secondo cui Gangi conosceva già la famiglia Orlandi per via di un presunto rapporto con la cugina di Emanuela, Monica Meneguzzi. La stessa Monica Meneguzzi è stata audita oggi ma su sua richiesta l'intera audizione è stata secretata. "Un anno fa siamo caduti tutti nel burrone" ha detto quindi Pietro Meneguzzi riguardo alla conferenza stampa di Natalina Orlandi, quando la donna ha parlato le avances dello zio dicendo che comunque si trattava di una cosa da poco. "Una bugia", secondo il cugino Pietro.
pietro orlandi, fratello di emanuela orlandi
Alcuni passi dell'audizione sono stati secretati. Raggiunto dall'ANSA all'uscita Meneguzzi si è limitato a dire: "Bisognerebbe chiedere a Natalina perchè abbia detto quelle cose", lasciando poi intendere che la cugina parlava alla zia di molte presunte avances, da parte di più uomini che erano nell'entourage lavorativo dello zio, e che il timore della madre era che, se fossero state vere, si potevano scatenare delle "reazioni" violente.
MARIO MENEGUZZI - ZIO DI EMANUELA ORLANDI
Secondo Meneguzzi Emanuela "è stata oggetto di un ricatto, economico, sessuale forse, di una situazione di pedofilia, è stata attirata in una situazione non vorrei dire questa parola, di prostituzione, e non poteva ritornare a casa perchè era cittadina vaticana". L'interessamento dei Servizi alla vicenda di Emanuela, ha concluso, "ci è parso strano allora, come famiglia".
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