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CAFONALINO AD ARTE - A CATANIA, MOSTRA DI UGO NESPOLO CONTRO ''QUELL'ARTE CONCETTUALE CHE SI CREDE AUTORIZZATA A ESSERE BRUTTA PERCHÉ SI REPUTA INTELLIGENTE" - TRA LE 170 OPERE ANCHE LA CELEBRE “MOLOTOV”: “E’ UNA PRESA PER IL CULO DI CHI TEORIZZAVA LA POLITICA COME PRATICA INCENDIARIA”

Carlo Vulpio per il “Corriere della Sera”

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«Una risata vi seppellirà», «La fantasia al potere », sono stati tra i più fortunati slogan del Sessantotto. Oggi ormai non più, ma ancora fino a non molto tempo fa la summa divisio era tra chi «aveva fatto il Sessantotto» e chi no, con tutta l' enfasi, l' autoincensamento e una certa insostenibile pesantezza dell' essere che ne sono scaturite e che si sono fatte sentire nei due e forse anche nei tre decenni seguenti.

 

Pesantezza, perché? Perché scarseggiava l' ironia, e quindi anche l' autoironia, e perché mancava una dose minima di leggerezza, che è come il sale, non se ne può fare totalmente a meno.

 

le molotov di nespolole molotov di nespolo

A girare tra le 170 opere di Ugo Nespolo in compagnia dell' artista (che espone per la prima volta in Sicilia), del curatore della mostra (Danilo Eccher) e di chi l' ha voluta e resa possibile (il presidente della fondazione Terzo pilastro, Emmanuele Emanuele) si comprende appieno come quegli slogan fossero la sintesi di un mondo e di un modo di vedere le cose, e quindi anche l' arte, talmente sovversivo da non poter essere applicato soltanto agli «altri» e non anche a se stessi.

ugo nespolo giancarlo giannini in italiana (2005) ugo nespolo giancarlo giannini in italiana (2005)

Invece no, anche nell' arte, come nella politica, è accaduto che un Marcel Duchamp - morto proprio nel 1968 - avesse proseliti come uno Stalin qualunque. Ortodossi fino al fanatismo. E quindi privi di ogni ironia, in nome di quello che Maurizio Ferraris, nel suo eccellente saggio pubblicato insieme con altri interventi in Nespolo, that' s life (Franco Maria Ricci editore), definisce «il dogma dell' indifferenza estetica».

ugo nespolo acrilici grafite e foglia dargentougo nespolo acrilici grafite e foglia dargento

 

L' arte concettuale, o la Grande arte concettuale, come sarcasticamente la chiama Ferraris, ha campato sin troppo, e sin troppo bene, come «un' arte che si crede autorizzata a essere brutta perché si reputa intelligente». Il contrario di ciò che ha fatto Nespolo, il quale ha capito che doveva sottoporre l' arte concettuale, dice Ferraris, «a una cura di bellezza».

 

Nespolo, il Sessantotto aveva cominciato a farlo nel '67 a Torino, con una performance diventata famosa come «attacco Fluxus», nella Galleria di arte moderna.

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Per sbigottire, stupire, contestare, sovvertire, «andare oltre le cose», si presentò con un cartello con su scritto: «L' arte è inutile. No all' arte, abbasso l' arte», e si fece intrappolare in una ragnatela di fili che lo legavano alle cose e alle persone che gli stavano intorno, e in questa posa si fece immortalare in una foto diventata essa stessa un' icona pop.

 

la longa manus di emanuelela longa manus di emanuele

Però Nespolo, forse nemmeno lui se n' è accorto, in quella foto assomiglia maledettamente a John Belushi da giovane, e porta già con sé quella ironia e autoironia, e persino sberleffo e goliardia, che mancavano al «movimento», specialmente quando dall' arte si transitava sul terreno della politica.

 

Davanti alla sua opera Molotov , del 1968, un centinaio di bottiglie di champagne da ciascuna delle quali fuoriesce una miccia, ma stivate in un normale portabottiglie di legno utilizzato nelle cantine, Nespolo dice: «Sì, quest' opera è intenzionalmente una grande presa per il c. di chi teorizzava la politica come pratica incendiaria». Dev' essere riuscita bene, visto che l' hanno capita tutti e subito.

 

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Tutte le opere di Nespolo - disegni e dipinti, serigrafie e tappeti, assemblaggi di materiali e pseudomateriali, acrilici su legno e acetati su carta, intarsi in avorio e in alabastro, l' uso del ferro e persino dell' ossido di ferro - sono certamente figlie del Dadaismo e richiamano il Futurismo, ma soprattutto sono colorate, spiritose, irriverenti, divertenti, piene di gioia di vivere e riescono sempre a sconcertare. Nespolo, per Emanuele, «è una mente esplosiva, creatore di oggetti e disegni». Mentre Eccher lo considera «il lato anarchico e scanzonato del concettualismo, architetto e scienziato, poeta e falegname».

 

 

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Il fatto è che Nespolo varia sempre, non ripete mai la stessa cosa, sembra quasi voler invadere la vita con l' arte, non vuole lasciarsi sfuggire nulla, è un eclettico nel senso migliore, pieno, del termine. Progetta e disegna oggetti come poltrone, attaccapanni, orologi, ma anche la maglia rosa del Giro d' Italia del 2003, i costumi per le opere liriche, da Giacomo Puccini a Gaetano Donizetti, sperimenta con il cinema e fa videosigle per la televisione. E molto altro ancora, fa Nespolo, nella sua officina torinese, perché, dice ancora Ferraris, «per lui non c' è niente di così basso da non meritare attenzione e niente di così alto da non meritare uno sberleffo».

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