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    ENI, LA SITUAZIONE E’ AMARA - L'EX LEGALE ESTERNO DELL'ENI, PIERO AMARA, È PRONTO A DEPOSITARE UNA MEMORIA CHE MIRA DRITTA ALL'AD DESCALZI E ALL'AMBIENTE RENZIANO: SOSTIENE DI ESSERSI OCCUPATO DELLA NOMINA DI DESCALZI ATTRAVERSO DENIS VERDINI, E METTENDO AL CORRENTE DEI SUOI MOVIMENTI ANCHE LUCA LOTTI - IL BOTTA E RISPOSTA TRA ENI E “IL FATTO” SULLE IPOTESI DI “DEPISTAGGIO”…


     
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    1 - DIRITTO DI REPLICA

    Dal “Fatto quotidiano”

     

    piero amara piero amara

    In merito all' ipotesi del "depistaggio", che il vostro giornale accosta alle vicende che stanno coinvolgendo alcuni rappresentanti della magistratura, Eni ribadisce la fermissima convinzione di essere la parte lesa in ogni prospettiva legata, o comunque connessa, alle ipotesi inerenti presunti depistaggi delle attività investigative presso qualsivoglia procura della Repubblica, o altrimenti in relazione alle nuove ipotesi di reato emerse e sotto indagine.

     

    La società si è dichiarata parte offesa nell'ambito delle fattispecie precedentemente note in relazione alla medesima indagine presso la Procura di Milano. Eni perseguirà la tutela della propria reputazione nei confronti di chiunque, sia che abbia già confessato un proprio coinvolgimento, sia che altrimenti risulti responsabile di eventuali condotte censurabili che si potranno evincere a esito dalla conclusione delle attività di indagine in corso o dagli accertamenti interni in itinere.

    Erika Mandraffino, Senior Vice President, Global MediaRelations and Crisis Communication, Eni

    EMMA MARCEGAGLIA CLAUDIO DESCALZI EMMA MARCEGAGLIA CLAUDIO DESCALZI

     

    Risposta di Antonio Massari

    L'attuale ad di Eni e il suo predecessore, Claudio Descalzi e Paolo Scaroni, sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di corruzione per il caso Nigeria. Il processo stabilirà se sono colpevoli o meno ma per il momento rivestono il ruolo di imputati.

    Prendiamo atto che Eni si è costituita come parte offesa nella vicenda "depistaggio" ma ricordiamo anche che, nel relativo fascicolo aperto dalla Procura di Milano, è indagato Massimo Mantovani, ex responsabile dell' ufficio legale di Eni.

     

    2 - I MESSAGGI DI AMARA ALL'AD ENI: "LAVORAI PER LA SUA NOMINA"

    Antonio Massari per “il Fatto quotidiano”

     

    Piero Amara, l'ex legale esterno dell'Eni, l'uomo che nell'ombra, secondo le accuse, manovrava magistrati per organizzare inchieste farlocche, aggiustare sentenze, nominare i capi delle Procure che gli stavano più a cuore, è pronto a depositare una memoria che mira dritta all'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi e all'ambiente renziano.

    descalzi descalzi

    Amara sostiene di essersi concretamente occupato della nomina di Descalzi su richiesta di alti dirigenti dell'Eni, attraverso un suo vecchio amico, Denis Verdini, e mettendo al corrente dei suoi movimenti anche Luca Lotti, presentatogli, proprio nel 2014, da Andrea Bacci, imprenditore all' epoca legato al "giglio magico" renziano.

     

    "Premettendo che non ero affatto indispensabile - dice Amara - in occasione della prima nomina di Descalzi furono messe in campo tutte le possibili 'risorse relazionali' che potevano contribuire a creare gradimento sul soggetto. Mi rivolsi con grande insistenza a Verdini perché perorasse anche lui la causa di Descalzi e, soprattutto, convincesse Matteo Renzi a incontrarlo privatamente ma a Londra e non in Italia".

     

    Verdini Denis Verdini Denis

    Un incontro tra il premier in carica e il manager Eni effettivamente vi fu, nell'aprile 2014, a Londra, due settimane prima che Renzi nominasse Descalzi al vertice dell' Eni. Ma nessuno dei protagonisti conferma la versione di Amara. Abbiamo chiesto ad Amara se Renzi fosse al corrente delle sue presunte manovre: "A mio avviso no", è la risposta. Fonti vicine all'ex premier comunicano al Fatto che Renzi ritiene la versione di Amara ridicola e totalmente infondata. Verdini, al quale abbiamo chiesto di smentire o confermare, non ci ha risposto.

     

    "Non so di cosa si stia parlando. È tutto falso", è la replica di Lotti. "Assolutamente falso", è la risposta dell'ad di Eni, attraverso il suo ufficio stampa: "Descalzi all'epoca viveva a Londra ed era stato invitato dall' ambasciatore Pasquale Terracciano insieme con altri imprenditori italiani. Non c'era stato neanche un incontro privato. Al tempo non conosceva Lotti e non ha mai conosciuto né Verdini né Amara".

    LUCA LOTTI MATTEO RENZI LUCA LOTTI MATTEO RENZI

     

    Nessuno conferma. Il Fatto non può sapere se quel che sostiene Amara sia vero o falso. Se mente, è il caso di capire perché lo stia facendo e quali siano i suoi reali obiettivi. Se dice il vero, apre uno scenario sulla partita Eni del 2014 che non può lasciare indifferenti. Toccherà alla Procura di Milano, alla quale depositerà la sua memoria, vagliare e riscontrare - se lo riterrà opportuno - se questi e altri episodi siano frutto di fantasia o abbiano un appiglio con la realtà. In ogni caso un fatto è certo: Amara sta alzando il tiro ed è il caso di capire perché.

    LUCA LOTTI LUCA LOTTI

     

    Il Fatto ha già rivelato che la Procura di Milano - non in questi giorni ma nel luglio scorso - s'è informata, durante un interrogatorio, sui rapporti tra Amara e Lotti (non indagato, ndr). E un uomo vicino ad Amara ha confermato che i due si conoscevano già dal 2014. A far incontrare i due fu un amico comune, Andrea Bacci, convocato come testimone, nell' estate 2016, dal pm della Procura di Siracusa, Giancarlo Longo. E non si tratta di un dettaglio da poco.

     

    Il pm Longo - che ha patteggiato 5 anni con l' accusa di corruzione in atti giudiziari - in quel momento è a libro paga di Amara. E istruisce, su indicazione dello stesso Amara, un fascicolo farlocco che mira a dimostrare una tesi: Descalzi era vittima di un fantomatico complotto che voleva scalzarlo dalla guida dell'Eni. Il fascicolo in questione è tra i capi d'accusa patteggiati da Longo.

     

    pozzi petroliferi nigeria pozzi petroliferi nigeria

    L'obiettivo, secondo la Procura di Milano che indaga sulla vicenda, era intralciare l'inchiesta sulla maxi-tangente pagata, secondo l' accusa, per l'acquisto del giacimento Opl245 in Nigeria, dove Descalzi oggi è imputato per corruzione internazionale.

    Convocato da Longo, in sostanza, Bacci conferma che un imprenditore iraniano gli parlò del complotto contro l'ad di Eni. Longo intendeva convocare anche Lotti e Carrai (che al Fatto precisa di non saper nulla di questa storia e di non conoscere Amara) ma non fa in tempo: il fascicolo gli viene sottratto e trasferito a Milano.

     

    ENI NIGERIA ENI NIGERIA

    Si scoprirà che il complotto, in realtà, mirava a colpire due consiglieri indipendenti dell'Eni, Luigi Zingales e Katrina Litvak. Adesso, in questo fascicolo, approderà la versione di Amara sui suoi rapporti con Lotti e Verdini per sponsorizzare Descalzi. È la versione di un uomo che ha già patteggiato tre anni per corruzione in atti giudiziari a Roma; ha chiesto il patteggiamento a Messina nell' inchiesta "Sistema Siracusa"; è indagato a Milano per il "depistaggio" sul finto complotto contro Descalzi e per "induzione a rendere dichiarazioni mendaci all' autorità giudiziaria" e "autoriciclaggio", poiché avrebbe ricevuto denaro dall' Eni, tramite contratti di trading petroliferi stipulati con la Napag, una società di cui si sospetta sia il dominus (lui nega). Infine è imputato a Siracusa per false fatturazioni e rischia un rinvio a giudizio con l' accusa di bancarotta. Attore di trame complesse, Amara conosce di certo molti segreti. E in queste ore sta giocando la sua partita: è importante capire quale sia.

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