1 - «MI DISGUSTA, CASO PSICANALITICO»
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI
Aveva sperato di non doverle mai leggere, quelle pagine piene di «ricostruzioni false e affermazioni sgradevoli» su di lui. E invece alle 8 di ieri mattina, quando Enrico Letta a Parigi è riemerso da un' intervista a Radio France , ha trovato il cellulare zeppo di messaggi: «Hai letto cosa Renzi scrive di te?».
L'ex premier non aveva letto, no. Impegnato a chiudere l' anno accademico e a lanciare con l' Istituto Jacques Delors la nuova Académie , succursale europea della sua Scuola di politiche, il direttore di Sciences Po si era tenuto alla larga dalle «tambureggianti notizie» che arrivavano dall' Italia.
IL PASSAGGIO DELLA CAMPANELLA TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI
Ma poi, suo malgrado, Letta ci è finito dentro. Gli hanno inviato Avanti via mail, lo ha sfogliato ed è rimasto «senza parole». Incredulo per la scelta «incomprensibile» del suo successore a Palazzo Chigi, scocciato per essere stato «tirato in ballo in modo così sgradevole», eppure indeciso sul da farsi: replicare o tacere?
Per otto ore, in contatto continuo con i collaboratori italiani e in imbarazzo con i colleghi francesi, il già vicesegretario del Pd si è andato convincendo che un silenzio gelido e totale fosse l'unica risposta possibile. «A me sembra un caso psicanalitico - ha commentato sottovoce con qualche amico -. Si sta avvitando in una spirale degna di Freud».
tweet letta su renzi
Ma intanto gli attacchi di Renzi rimbalzavano da un tg all'altro, da un sito all'altro, e gli amici lo imploravano di andarci giù duro. E Letta, determinato a non cadere in trappola: «È una cosa talmente scomposta che mi sembra quasi un tentativo di buttarmi dentro la rissa, trascinandomi nel fango insieme a lui... Non ci riuscirà, lo lascerò a rotolarsi nel fango da solo».
RENZI CONTRO LETTA - VIGNETTA DI ELLEKAPPA
Non che gli interessi il destino politico di Renzi, ma quello del centrosinistra deve stargli ancora a cuore se Letta ha passato la giornata, tra un impegno e l'altro, a cercare un «senso politico» al libro del segretario del Pd: «È finito in un totale isolamento, tanto che quelli più dotati di raziocinio, come Franceschini, hanno fatto un passo di lato. Il giochetto "io contro il resto del mondo" già il 4 dicembre non gli ha portato bene. Salvini, Grillo e Berlusconi staranno festeggiando».
A metà pomeriggio Letta ha deciso, ha limato le parole più efficaci per segnare la «distanza incolmabile» tra lui e Renzi e ha dettato una nota alle agenzie: «Sono convinto che il silenzio esprima meglio il disgusto e mantenga meglio le distanze». Per uno che si è dimesso da parlamentare e si è tirato fuori da ogni polemica politica, il caso finisce qui: «Ho deciso di guardare avanti e non saranno queste scomposte provocazioni a farmi cambiare idea. Gli italiani sono saggi e sanno giudicare».
matteo renzi enrico letta
Resta lo stato d'animo dell' ex premier, un mix di sconcerto, fastidio, incredulità: «A parte le falsità, c'è tanta incoerenza. Come si fa a dire che è stato tirato per la giacca perché prendesse il mio posto e poi affermare, davanti ai giornalisti, "lo rifarei domani"?». Letta da tempo si tiene alla larga dalle conferenze stampa e, tra l' altro, pensa a formare i giornalisti del futuro, con un corso incentrato sulla conoscenza dell'Europa. «Faccio altro, guardo avanti... Questa rissa è il passato e a me non interessa».
2 - L'INUTILE DILEGGIO DEL PREDECESSORE NON PORTA "AVANTI"
Stefano Cappellini per “la Repubblica”
BERSANI LETTA RENZI
Cancellare il passato non è mai possibile né è bene edulcorarlo, ma un libro che ha per titolo "Avanti", come quello di Matteo Renzi, avrebbe forse potuto risparmiare sui flashback. Soprattutto se la rievocazione del passato non serve ad armare la critica, sempre legittima, bensì a scivolare nel dileggio.
Renzi scrittore ha ritenuto invece necessario, nell'ordine: definire l'esecutivo Letta come «immobile»; deplorare che, sostituito da Renzi medesimo a Palazzo Chigi, Letta abbia «messo il broncio»; chiosare che il broncio è una furbata, «perché il Italia le carriere si costruiscono sul vittimismo»; non ultimo, ricordare che alle primarie Pd del 2007 «Letta aveva solo l' 11%, meno di Civati» (e alle elezioni del consiglio d' istituto, quanto?).
MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA
In compenso, Renzi tiene a precisare che il famigerato "Enrico, stai sereno" era sincero. Evidentemente, se all'epoca si sentiva di rassicurare il compagno di partito, era solo perché non aveva ancora compreso quanto disastroso fosse il governo Letta.
C'è, in questa furia con la quale Renzi spesso sbriga le controversie interne, una costanza degna di miglior causa. Letta non è certo un fan dell'ex sindaco di Firenze, eppure si è segnalato in questi anni per la misura dei suoi interventi. Non è stato ricambiato. Talvolta viene da pensare che a Renzi, più che le alleanze, stiano in uggia le relazioni. Ma, per un leader di partito, non è un problema di galateo. È un problema politico.
MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI LETTA A PALAZZO CHIGI MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI ENRICO LETTA A PALAZZO CHIGI RENZI E LETTA BY BENNY LETTA E RENZI RENZI E LETTA