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    “DOPO IL LEONE D’ORO SMISERO DI CHIAMARMI: NON HO MAI CAPITO IL MOTIVO” – ENRICO LO VERSO RACCONTA LA SUA NUOVA VITA TRA IL TEATRO E LA POTATURA DEGLI ALBERI IN SICILIA – “NON SONO MAI STATO IL TIPO CHE SA INGRAZIARSI I PRODUTTORI - NON HO MAI FATTO AUGURI A NATALE A QUALCUNO CHE FOSSE PIÙ POTENTE DI ME. NON CERCO DI COMPIACERE. ED È UN TRATTO DI ME CHE PUÒ DARE FASTIDIO - LE CORTEGGIATRICI NEGLI ANNI 90? NON CI FACEVO CASO. IL JET SET? PERCHE’ ESISTE?” – VIDEO


     
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    Alessandra Arachi per il “Corriere della Sera” - Estratti

     

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    Si sente in sotto fondo il rumore di una motosega, anche il vento che ulula. Poi il silenzio.

     

    Enrico Lo Verso, cosa sta facendo?

    «Devo potare gli alberi, è il periodo giusto. La motosega l’ho appena comprata, sono molto soddisfatto, funziona benissimo».

     

    Dove sono questi alberi?

    «Attorno a una casetta che ho in Sicilia. Sotto Noto. Sono nato a Palermo e cresciuto a Siracusa. Abitavo a Roma, prima. Ora sto più in Sicilia che a Roma».

     

    Sta lavorando adesso?

    «Sì, teatro, teatro, teatro».

     

    E cosa sta recitando per il teatro?

    «Uno spettacolo che non volevo fare: “Uno, nessuno, centomila” di Luigi Pirandello».

     

     

    (...)

    «Siamo in giro dal 2016, con la pausa per il Covid. Quei quattro o cinque spettacoli e quei sessanta spettatori che avevo immaginato io sono diventati seicento repliche e oltre trecentomila spettatori».

     

    (...)

     

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    Mi tolga una curiosità: ad un certo punto della sua carriera la scelta indipendente ha voluto farla anche per il cinema?

    «Avrei voluto farla. Ma non mi è stato possibile».

     

    Cosa intende dire?

    «Nel momento in cui ero più richiesto avevo deciso di fare ogni anno almeno un film di un regista esordiente. Volevo movimentare il mondo del cinema. Speravo di trovare il giovane esordiente che sarebbe poi diventato il regista osannato».

     

    Poi cosa è successo?

    «A un certo punto, inspiegabilmente, ho smesso di essere richiesto. E per paradosso questo è successo subito dopo il Leone d’Oro a Venezia».

     

    In che anno il Leone d’oro?

    «Nel 2000. O nel 1999, non ricordo di preciso. Comunque quel periodo là».

    Ma cosa è successo? Lei era molto bravo e famoso. Aveva fatto come protagonista film come «Lamerica», «Il ladro di bambini»...

    «E poi “Farinelli”, “La scorta”, “Così ridevano”... Ogni film in cui ero protagonista diventava un film protagonista».

    Un momento magico, sarà stato circondato da donne, tante corteggiatrici...

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    «Non mi ricordo, forse qualcuna c’era, ma non ci facevo caso».

     

    Usciva la sera, frequentava il jet set?

    «Perché esiste il jet set?».

     

    Ma perché non l’hanno più chiamata?

    «Non lo so».

     

    Come non lo sa?

    «Posso soltanto fare ipotesi.

    Comunque i fatti sono questi.

    Da allora non ho mai più lavorato in un film con una grossa produzione. Però ci sono sempre stati registi e sceneggiatori che hanno continuato a cercarmi».

     

    Quindi il diniego arrivava proprio dai produttori?

    «Si può arrivarci per deduzione».

     

    Non può dire nemmeno un’ipotesi che secondo lei ha generato questa rottura?

    «Non ho mai fatto gli auguri a Natale...».

    Cosa vuole dire?

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    «Non ho mai fatto auguri a Natale a qualcuno che fosse più potente di me. Non cerco di compiacere. Ed è un tratto di me che, a chi è abituato al contrario, può dare fastidio».

     

    Cosa ha fatto dopo?

    «Mi sono rimboccato le maniche e ho fatto altre cose. Pensando: il tempo passerà, succederanno altre cose».

    Sono accadute?

    «Piano piano sto ricominciando. Con una filosofia di base: ciò che conta è hic et nunc. Conta che quando reciti devi essere nel presente e dare il meglio. Punto».

     

    (...)

    Progetti per il futuro?

    «Girerò una serie con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi, la seconda stagione di “The Bad guy”. È poi appena stato presentato al festival di Roma un film dove recito, “Desirè” di Mario Vezza. Ma soprattutto continuerò a lavorare in teatro».

    Cosa?

    «Sempre con Alessandra abbiamo messo in scena la Metamorfosi di Ovidio e Apologia di Socrate».

    (…)

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